Cominciamo dall’inizio: si dice Posidonia o Poseidonia? Chi la chiama Poseidonia, lo fa evidentemente per omaggiare Poseidone, Dio del mare dell’antica Grecia; invece, il nome corretto è Posidonia, perché così la chiamò Linneo, biologo svedese vissuto nel 1700, inventore della nomenclatura binomiale delle specie.
Ma cos’è la Posidonia?
La Posidonia è una pianta marina, con tanto di fusto e radici, della quale ci accorgiamo solo per un problema comune a tutte le aree del Mediterraneo quando, in autunno e inverno, si accumula sulle spiagge o sulle scogliere, si decompone e diventa maleodorante, oltre che non proprio bellissima da vedere, dato che si deposita in dune mollicce o in palle marroni. In realtà, quando la Posidonia si spiaggia, si trasforma in biomassa ed è considerata un rifiuto solo in tempi recenti.
Posidonia come risorsa
I popoli costieri del Mediterraneo l’hanno sempre considerata una risorsa e da sempre la utilizzano come materiale isolante termico e acustico per i tetti, materiale da imballaggio di oggetti fragili e per l’imbottitura di materassi e cuscini, come ammendante naturale ricco di elementi oligominerali indicato per pomodori e come materiale concimante per la formazione di suolo fertile. L’alga secca era anche utilizzata come lettiera per il bestiame e, in farmacologia, per la preparazione di integratori alimentari per animali e per curare irritazioni e infiammazioni.
La Posidonia e il progetto Medonia
Il progetto Medonia è nato per trattare la Posidonia oceanica spiaggiata in modo alternativo. Fino a pochi anni fa, gli interventi sui litorali invasi dalla biomassa per toglierla dalla vista dei bagnanti, presenti o in arrivo, erano di semplice rimozione attraverso l’interramento in discarica controllata per rifiuti solidi urbani (RSU), il meno consentito ma ugualmente praticato abbandono in aree abusive, l’accantonamento dei cumuli, detti “banquettes”, in aree adiacenti allo spiaggiamento, nell’attesa che il mare se li riporti al largo. In realtà, dato che stiamo parlando di un elemento di biomassa molto importante per l’habitat marino, le montagne di Posidonia spiaggiate con le mareggiate sui litorali italiani non devono (e non possono!) essere smaltite come rifiuti.
L’importanza per il Mediterraneo
Non dimentichiamoci inoltre del fatto che la Posidonia costituisce l’habitat naturale per la riproduzione di molte specie di pesci nel Mediterraneo e al suo interno vivono e si riproducono numerosi microrganismi vegetali e animali. Inoltre, una prateria di Posidonia assorbe grandi quantità di CO2 e libera in ambiente fino a 20 litri di ossigeno al giorno per m2. Infine, l’accumulo di Posidonia esercita una naturale azione di protezione del litorale, perché lo spiaggiamento rallenta l’azione di erosione sulla costa.
L’Architettura e la salvaguardia della Posidonia: il progetto Medonia
Il progetto Medonia è nato da un’azione interdisciplinare tra PDTA, Pianificazione, Design, Tecnologia, dell’Architettura dell’Università La Sapienza di Roma, il Centro di Ricerca di Casaccia dell’Enea a Roma, e l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi. Ha inoltre ottenuto il patrocinio del MATTM, Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, del Comune di Favignana, del Kyoto Club, del Green Building Council e AzzeroCO2 e tratta la realizzazione di elementi di arredo per la spiaggia, che hanno la finalità di incentivare la balneazione responsabile e risolvere i problemi di fruibilità dei litorali occupati dalle biomasse di Posidonia.
Cosa si ottiene
Il prodotto d’arredo urbano che si ricava dall’applicazione del progetto Medonia è composto da 2 parti: un telaio balneare in legno massello per l’ombreggiamento dei bagnanti e diverse sacche di forme e dimensioni varie per il contenimento della Posidonia raccolta dai litorali sui quali si è spiaggiata. Il telaio balneare è realizzato in legno massello ed ha una triplice funzione: serve da supporto per migliorare la balneazione, sui litorali sia sabbiosi sia rocciosi; aumenta la capacità di carico degli arenili; filtra i raggi solari fornendo una protezione ai bagnanti.
Le sacche Polimeriche per il contenimento
Le sacche per il contenimento della Posidonia sono realizzate in materiale polimerico (dal greco “che ha molte parti” ) che, in genere, è usto per produrre materiali sintetici come il nylon e il polietilene. Nel caso del riutilizzo della Posidonia, invece, se ne ricava un filato polimerico riciclabile al 100%. Il design delle sedute è di 2 tipi: a sasso, destinate soprattutto a rendere più confortevole la permanenza dei bagnanti sulle superfici rocciose e a forma piana, per l’allestimento delle coperture e per l’arredo a terra dei telai balneari in legno massello.
Le strutture del progetto Medonia sono già state sottoposte ad alcuni test sul litorale di Favignana, l’isola delle Egadi, in provincia di Trapani, che è particolarmente esposta al fenomeno dello spiaggiamento della Posidonia, con risultati molto positivi, rilevati dai questionari che sono stati sottoposti e fatti compilare ai bagnanti, i quali hanno trovato il sistema davvero molto confortevole, soprattutto per l’uso su scogli.
Il ruolo della biomassa Posidonia
Come già più sopra ho detto, la Posidonia è un importante elemento di biomassa indispensabile per l’equilibrio marino e il progetto Medonia consente, a fine stagione, di svuotare le sacche e riversare di nuovo in acqua la Posidonia utilizzata, in modo che possa tornare a svolgere il suo naturale ciclo ecologico.
Il perfezionamento del design
Se una osservazione si può fare, questa riguarda solo il perfezionamento del design delle sacche e delle strutture: dato il loro buon utilizzo per la salvaguardia dell’ambiente marino, si possono studiare soluzioni migliori per renderle più belle. In effetti, la fase progettuale è terminata e adesso si sta procedendo con le aziende partner per la fase di ingegnerizzazione dei telai e la riprogettazione delle sacche, senza dimenticare che la cosa più importante è che le sacche sono state brevettate con un modello di utilità che, come già detto, ha ricevuto riscontro positivo dagli utilizzatori.
Le tante applicazioni
Infine, il progetto Medonia non è il solo possibile utilizzo della Poseidonia, in quanto vi sono varie altre possibili applicazioni, per esempio riguardo la produzione di carta, di biogas, di polimeri termoplastici biodegradabili e di prodotti per il design. Sono diversi anche gli utilizzi della Posidonia nei settori della cosmesi, dell’erboristeria, della chimica verde e in quelli zootecnico e agricolo, perché i residui di posidonia spiaggiati possono essere trasformati in risorsa utilizzabile, previo compostaggio.