Eclettico, poliedrico, autodidatta, assolutamente fuori dagli schemi, Daniel Spoerri è tutto questo e molto di più: pittore, coreografo, danzatore . Le sue opere hanno precorso i tempi decodificando gli oggetti di uso quotidiano come metafora della parabola esistenziale ed umana, dove l’oggetto sopravvive sempre al suo possessore. Un’intuizione straordinaria che fa di Poerri un’artista di portata internazionale.
Chi è Spoerri
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2022/08/daniel-spoerri_80600b_kopie_s253-739x1000-1.jpg)
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2022/08/daniel-spoerri_80600b_kopie_s253-739x1000-1.jpg)
Di origine rumena Spoerri, al secolo Daniel Feinstein, nasce nel 1930. Assumerà successivamente il cognome della madre, Spoerri. Fuggiti dalla Romani dopo l’uccisione del padre da parte dei nazisti nel 1942, Daniel e la madre, trovano rifugio in Svizzera. A Zurigo presso lo zio materno, Theophil Spoerri, rettore della locale università. Il trasferimento forzato di Daniel dalla nativa Romania alla Svizzera, farà la fortuna dell’artista. La possibilità di respirare un clima culturale e intellettuale di grande fermento, sarà un campo di sperimentazione costante per la curiosità che anima già la mente fervida di Daniel. Non è la pittura il primo amore, bensì la danza. Il giovane Daniel persegue il suo sogno iscrivendosi nel 1949 alla Theatertanzschule di Zurigo. Frequentando l’ambiente teatrale conosce Marcel Duchamp, Jean Tinguely ed Eva Aeppli che diventeranno amici di una vita.
Danza e coreografia
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2022/08/IMG_0696-scaled-1-1024x801.jpg)
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2022/08/IMG_0696-scaled-1-1024x801.jpg)
La passione per la danza spinge Spoerri a studiare balletto classico a Parigi dove riesce a diventare étoile danseur al Teatro di Berna. Come coreografo Daniel Spoerri crea il Ballet en couleurs nel 1955 ma si cimenta anche nella regia teatrale mettendo in scena le sue liriche i “Poemi concreti”. Fa anche la regia di un lavoro di Picasso dal titolo “Il desiderio acchiappato per la coda”.
Il cambio di rotta di Spoerri
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2022/08/Ky_spoerri-1018x1024.jpg)
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2022/08/Ky_spoerri-1018x1024.jpg)
Ma è verso la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60 che Daniel Spoerri ha la folgorazione e individua il suo percorso come artista figurativo concettuale. L’idea di mettere in evidenza ciò che costituisce il suo mondo genera i cosiddetti “Quadri trappola”. L’artista incolla su tavole gli oggetti presenti nella camera in cui vive all’Hotel Carcassonne in un piano orizzontale e verticale. Questo sarà l’inizio del movimento del “Nouveau Réalisme” al quel aderiranno molti artisti tra cui Tinguely e Aeppi.
L’arrivo in Italia
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2022/08/3570155_orig.jpg)
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2022/08/3570155_orig.jpg)
Spoerri comincia ad esporre anche in Italia. Celebre una sua personale curata da Arturo Schwarz a Milano, ma non solo l’inventiva di Daniel è pervasiva e multisensoriale. Se gli oggetti della quotidianità di qualsiasi essere umano assurgono a dimensione quasi onirica e metaforica del vissuto individuale, l’attenzione di Spoerri si sposta alla tecnologie degli oggetti stessi come avviene quando esporrà su tela la rubinetteria della sua doccia installata sull’immagine dipinta di un torrente montano.
Un’altra grande idea di Spoerri
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2022/08/Eat-Art-Daniel-Spoerri-1024x574.jpg)
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2022/08/Eat-Art-Daniel-Spoerri-1024x574.jpg)
Dopo le installazioni oggettuali, Daniel ha un’altra delle sue geniali folgorazioni: dà corpo all’Eat Art. Questa volta sarà il cibo ad essere esposto anche nella sua naturale degradazione. Piatti sporchi, resti di pietanze vengono esposti come opere d’arte. Tavole imbandite in cui sono stati consumati pranzo, cene, colazioni sono un terreno di osservazione che l’artista, ormai naturalizzato svizzero, prende come osservatorio privilegiato del consumismo. Della civiltà occidentale dell’opulenza, ne fa una sorta di manifesto culturale e sociale che imprime nella scena artistica e intellettuale una svolta radicale. La Eat Art nelle Eat Galeries attrae l’attenzione di un’avanguardia artistica straordinaria come Fluxus con cui Spoerri inizierà a dialogare.
L’uso di altri oggetti
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2022/08/Giardino_Spoerri_Seggiano_Pasquetta_2018_Object_036_BHO_128-LR-1024x683.jpg)
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2022/08/Giardino_Spoerri_Seggiano_Pasquetta_2018_Object_036_BHO_128-LR-1024x683.jpg)
Negli anni ’70 avviene un ulteriore cambio di rotta nella ricerca artistica di Daniel Spoerri grazie all’incontro con la scultura, con cui inizia la fase che l’artista definisce degli oggetti “etnosincretistici”. L’opera consiste nell’assemblaggio di attrezzi ortopedici, strumenti vari da cappellaio e macellaio. O anche simboli religiosi occidentali ritrovati nei mercatini. La sperimentazione oggettuale sembra non avere fine per Daniel Spoerri che intervalla un periodo in Italia, ad Arcidosso vicino al Monte Amiata e qui costruisce quello che diventerà un parco -museo in quel di Seggiano in provincia di Grosseto. Il Giardino di Daniel Spoerri vedrà la luce nel 1997, qui ospiterà le opere di tutti i suoi amici artisti del movimento del Nuovo Realismo. Seggiano gli conferirà la cittadinanza onoraria.
Spoerri onorato da Parigi
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2022/08/daniel-spoerri_Montepulciano-1024x740.jpeg)
![](https://www.enordest.it/wp-content/uploads/2022/08/daniel-spoerri_Montepulciano-1024x740.jpeg)
Il Centre Pompidou di Parigi gli dedicherà più di una retrospettiva, oggi il 92enne artista si divide tra l’Italia e la Svizzera dove risiede definitivamente. Spoerri ha portato una ventata di creatività allo stato puro nel mondo dell’arte contemporanea, senza pretese, senza vincoli, semplicemente essendo e facendo quello che sentiva. Questa sorta di assenza di obiettivo ha fatto sì che le installazioni di Spoerri diventassero di per sé il simbolo di un mondo, quello occidentale, in cui l’oggetto ha preso il posto dell’essere umano, gli sopravvive e lo sovrasta. Uno sguardo, quello dell’artista rumeno che ha saputo scrivere una pagina assolutamente originale nella storia dell’arte.