Doveva essere un autunno caldo sul fronte delle riforme e dell’agenda politica. Avevamo in ballo sia il disegno di legge sulla montagna, sia la riforma del Testo Unico Enti Locali, che avrebbe modificato il funzionamento delle Province, dando maggiore stabilità in termini di governance. La crisi di governo quindi è capitata nel momento peggiore, perché lascia aperte tutte queste partite, delegandole all’esecutivo che verrà, che ci auguriamo possa garantire quella efficacia che è necessaria per rafforzare l’economia del Paese e assicurare vivibilità e sviluppo omogeneo anche alle aree periferiche e di montagna.
La questione montagna
Per questo riponevamo grandi speranze nella legge sulla montagna. Mi sento di rivolgere un appello: chiunque avrà il compito di governare, dopo il 25 settembre, metta nella lista delle priorità anche il ddl montagna, evitando di trasformare la questione delle periferie in un tema da bagarre elettorale se poi non sarà effettivamente una questione da affrontare con la massima urgenza.