Tina scende alla stazione Sudbahnhof di Vienna una fredda mattina di febbraio del 1952 assieme ai suoi quattro figli, Geppino, Tonino, Mario e Ciro, ancora piccoli. È partita da Napoli senza sapere una sola parola di tedesco, con due grosse valigie e con un foglietto a quadretti dove stava scritto un indirizzo: “Margaretenstrasse 32”.
Tina e il Rione Sanità
Ha preso una decisione coraggiosa, abbandonare il suo quartiere, il Rione Sanità, il suo basso di poche decine di metri quadri, per raggiungere il marito che lavora nella capitale austriaca come magliaro. È stanca di crescere i figli da sola, è stanca di dover di tanto in tanto ricorrere al Monte di Pietà quando, a causa di rovesci di fortuna, il marito non riesce a mandarle i soldi per vivere.
Mario Esposito e il racconto di Tina
Il racconto autobiografico di Mario Esposito, raccolto nel volume Margaretenstrasse. Dal Rione Sanità a Vienna e ritorno, comincia così, con questa sorpresa (o forse sarebbe meglio chiamarla imboscata?) di una donna disperata che affronta da sola una scelta tanto radicale quanto avventurosa.
Non dice nulla al marito, arriva inattesa ospite, e cambia vita, in una città che non conosce, dove tutto è diverso, dalla lingua, al clima, alle abitudini, al cibo.
Mario Esposito nel 1952 era un bambino, eppure ricorda quell’esperienza in ogni dettaglio, e conduce il lettore in una realtà ancora profondamente segnata dal recente conflitto mondiale, una realtà che fa fatica a sbarcare il lunario, che cerca di ricostruirsi una vita e un futuro.
Tina: da Vienna a Napoli e i suoi scugnizzi
Nelle pagine di questo mémoire raccontato in terza persona, l’autore ci restituisce una città ancora devastata dai bombardamenti, a sette anni dalla fine del conflitto mondiale, quella Vienna sofferente che Giovanni Comisso ha descritto in un bel reportage dell’ottobre 1951 pubblicato da “L’illustrazione italiana” (pp. 37-44). Esposito ci accompagna assieme alla protagonista a fare la spesa al Naschmarkt, ad ammirare le vetrine del centro, a salire sulla ruota del Prater, a scoprire un mondo tutto nuovo.
Ma ci porta anche nella Napoli di quegli anni. Ci diverte con le scorribande degli scugnizzi del Rione Sanità, teppistelli che si divertono a marinare la scuola per un bagno a Mergellina. Li vediamo scazzottarsi tra bande molto simili a quelle de I ragazzi della Via Pal. Li seguiamo mentre lavorano d’estate per qualche soldo e assistiamo con apprensione a marachelle non troppo innocenti. Andare via da Napoli per Tina voleva anche dire sottrarre i propri figli a un ambiente che avrebbe potuto portarli su una brutta strada.
Mario Esposito dice di non essere uno scrittore e di aver dato alle stampe questo racconto per testimoniare un’esperienza del tutto particolare. Ma la sua penna riesce a rendere con vivacità ed efficacia sia i personaggi di cui la storia è popolata, sia gli ambienti dove si svolge. Ed è di godibilissima, e a tratti divertente, lettura.
L’avventura viennese
L’avventura di questa famiglia si concluderà dopo pochi anni. I protagonisti torneranno per breve tempo a Napoli. Per poi trasferirsi e stabilirsi definitivamente a Mestre, dove tutt’ora vivono Mario e Salvatore, quest’ultimo nato dopo il ritorno in Italia.
Mario Esposito, Margaretenstrasse. Dal Rione Sanità a Vienna e ritorno, [senza note tipografiche]
Mario Esposito, attore e operatore culturale, ha lavorato con le maggiori compagnie di prosa del Veneto mettendo in scena opere del teatro goldoniano e internazionale. Dal 1977 al 2011 è stato a capo del Servizio cultura del Comune di Mirano e direttore del Centro Studi e Documentazione Tiepolo. Ha organizzato eventi teatrali, musicali e mostre d’arte. Dal 1978 al 1982 è stato responsabile del Settore Musica del Comune di Venezia e responsabile delle attività culturali a Mestre. È stato tra i fondatori di Villaggio Globale International, specializzata nell’organizzazione di grandi mostre. Dal 2006 al 2012 è stato direttore artistico del Nuovo Teatro Comunale di Mirano.