Quanto amava Venezia! Quante volte sono andato a trovarla a casa sua in campo della Bragora per parlare di come salvare la nostra Città! Per chi ama Venezia è una perdita immensa. Luciana era una donna di grande cultura e aveva un’esperienza vastissima: giornalista, studiosa, scrittrice, collaboratrice di uomini politici di grande spessore, appassionata ai temi civici…
Luciana e l’autonomia di Venezia
Durante la campagna per il referendum per creare il Comune autonomo di Venezia nell’autunno del 2019 sono andato a trovarla per recuperare materiale, ma anche per aiutarla ad appendere un grande striscione di stoffa fuori delle sue finestre a favore del SI. Certo, lei da sempre voleva Venezia con un proprio comune, aveva da subito capito collaborando con l’allora Ministro Visentini, che l’unica strada per salvare Venezia dal destino di Disneyland era quella di garantire la residenza degli abitanti e la permanenza delle imprese attraverso il riconoscimento di una specialità da attuare attraverso un proprio Comune di Venezia e dei suoi abitanti.
Un risultato sfalsato
Fu rattristata dal risultato: anche se il 30% dei cittadini andò a votare e si espresse a stragrande maggioranza per il SI, lei sperava in una maggiore partecipazione. E a nulla valse il ricordarle che molti residenti non potevano votare perché non cittadini italiani e che altri, per ragioni di età e per il maltempo che imperversava in quei giorni, non erano in grado di andare alle urne.
Mi raccomandò di non molare mai le battaglie per Venezia e la sua salvezza; glielo promisi.
Senza Luciana Venezia ora ha perso qualcosa di raro
Ma, come dicevo, per chi ama Venezia, la mancanza di Luciana è una perdita immensa: il suo amore, la sua passione, sua competenza. Ho imparato ancora una volta che anche noi più giovani dobbiamo tramandare ai nostri figli e nipoti questi valori, senza mai cedere e scoraggiarci. Lo dobbiamo a persone di questo livello morale, lo dobbiamo a tutti gli altri che ci hanno preceduti e reso grande la nostra Città nel modo e nella storia.