Con un numero crescente di paesi che si impegnano a favore della neutralità climatica, il mondo deve trovare soluzioni per decarbonizzare ogni angolo della nostra economia. Si parla molto dell’idrogeno e a ragione. Infatti, data la sua natura multiforme e versatile, può svolgere un ruolo fondamentale nell’affrontare le sfide future.
L’importanza dell’idrogeno

Da un lato, può fungere da vettore energetico o da materia prima e dall’altro, può essere utilizzato per immagazzinare energia elettrica rinnovabile stagionale. Inoltre, può essere utilizzato come carburante verde per i modi di trasporto pesanti, per i quali le attuali tecnologie per le batterie elettriche sono impraticabili.
L’UE e le possibili soluzioni

Man mano che l’UE si allontana dalla sua dipendenza dai combustibili fossili, l’idrogeno svolgerà un ruolo chiave nei nostri futuri sistemi energetici. E nel conseguimento dell’obiettivo stabilito nel Green Deal europeo di conseguire la neutralità in termini di emissioni di CO2 nell’UE entro il 2050. Ma la prima cosa da chiedersi è quale sia la forma più adatta per realizzare le nostre ambizioni in materia di clima.
I diversi tipi di idrogeno e le sue caratteristiche

L’idrogeno è l’elemento più abbondante del nostro universo, ma rappresenta solo una piccola parte del mix energetico globale nell’UE e nel resto del mondo. Oggi meno del 2% del consumo energetico europeo proviene dall’idrogeno, utilizzato principalmente per fabbricare prodotti chimici come la plastica e i fertilizzanti. Inoltre, quasi tutto questo è ricavato da gas naturale e, nel processo, si produce una quantità significativa di emissioni di CO2. La prima sfida è quindi come decarbonizzare la produzione.
In termini semplici, l’idrogeno necessita di una fonte primaria di energia per essere prodotto

Da questa fonte di energia e dal processo utilizzato dipende quanto il prodotto finale sarà ecologico o inquinante. L’idrogeno a base fossile proveniente dal gas naturale è spesso denominato idrogeno grigio ed è di gran lunga il tipo più comune attualmente utilizzato. Anche l’idrogeno a basse emissioni di anidride carbonica, spesso denominato idrogeno blu, è prodotto a partire dal gas naturale, ma la CO2 emessa durante la sua produzione viene catturata e stoccata nel sottosuolo, il che lo rende un’opzione più pulita con emissioni più basse.
Idrogeno e energia pulita

In tutto ciò, l’opzione più pulita è l’idrogeno rinnovabile, spesso denominato idrogeno verde. Si ottiene da fonti energetiche rinnovabili come l’energia eolica e solare. Utilizzando un elettrolizzatore (con il termine elettrolizzatore si indica una particolare cella elettrochimica che permette di convertire energia elettrica in energia chimica). E il suo unico sottoprodotto è l’acqua. Con la conseguenza che la sua produzione è quasi esente da emissioni tossiche.
Strategia dell’UE per l’idrogeno e investimenti a lungo termine

Il Green Deal europeo combina il duplice sforzo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di preparare l’industria europea a un’economia climaticamente neutra. In tale contesto, l’idrogeno è stato indicato come un elemento centrale per affrontare entrambe le questioni e per sviluppare i nostri sistemi energetici.
La strategia esplora il contributo che l’idrogeno rinnovabile può potenzialmente fornire per decarbonizzare l’economia dell’UE in modo efficace sotto il profilo dei costi. Delineando una serie di azioni volte a sostenere la produzione, il trasporto e la creazione di domanda. Di pari passo con l’aumento della quota di energie rinnovabili.
Le fonti rinnovabili

L’idrogeno da fonti rinnovabili non solo offre la possibilità di sostenere la nostra futura produzione di energia elettrica ma può anche favorire l’occupazione e la crescita economica nell’UE, potendo installare in Europa almeno 6 GW di elettrolizzatori entro il 2024 e 40 GW entro il 2030. A tal fine, la Commissione ha elaborato un’iniziativa “Power Up” per incoraggiare i paesi dell’UE a utilizzare i loro finanziamenti europei per la ripresa. E per investire in più energia rinnovabile.
Ce la faremo per il 2030?

Accanto alle misure volte a stimolare gli investimenti, il cosiddetto pacchetto “pronti per il 55%” della Commissione europea, comprenderà proposte volte a ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. E conterrà anche proposte strategiche intese a creare un mercato dell’UE ben funzionante.
Progetti, ricerca e innovazione sull’idrogeno

Oltre a definire orientamenti politici e strategici, l’UE sostiene anche molti progetti e iniziative. Tra questi figurano l’Alleanza Europea per l’Idrogeno Pulito, annunciata nell’ambito della nuova strategia industriale per l’Europa nel marzo 2020 e varata l’8 luglio 2020, contemporaneamente alla strategia dell’UE sull’idrogeno.
L’Alleanza mira a una diffusione ambiziosa delle tecnologie entro il 2030, che riunisca la produzione rinnovabile e a basse emissioni di CO2, la domanda nell’industria, nella mobilità e in altri settori, nonché il trasporto e la distribuzione. Oltre 1000 parti interessate hanno già aderito all’Alleanza. E ora possono presentare i loro progetti e promuovere la diffusione di progetti capaci di attirare investimenti.
Fermati al prossimo distributore di H2

Eni e Air Liquide hanno annunciato una partnership che farà leva sulle competenze della società francese nella gestione dell’intera catena del valore dell’idrogeno e sull’esperienza della multinazionale italiana nelle attività commerciali e nel retail unite alla sua rete capillare di stazioni di servizio, mirata a sostenere la mobilità a idrogeno (H2) come una delle soluzioni per decarbonizzare il settore dei trasporti. La collaborazione tra le due aziende, che hanno firmato una lettera d’intenti, punta a promuovere lo sviluppo delle infrastrutture necessarie a consentire l’espansione della mobilità a idrogeno in Italia.
A inizio 2022 Eni aprirà la prima stazione di rifornimento idrogeno in Italia in ambito urbano a Venezia-Mestre, per inaugurare poi la seconda a San Donato Milanese. E mentre Air Liquide metterà a servizio le sue competenze nella gestione dell’intera catena del valore, Eni valorizzerà la sua esperienza nelle attività commerciali e nel retail. Unite alla sua rete capillare di stazioni di servizio.
Unire le rispettive competenze, esperienze e tecnologie per lo sviluppo della mobilità in Italia, attraverso una rete di stazioni per il rifornimento di è un primo passo per un’Italia sempre più sostenibile.