A volte è proprio nelle chiese sconsacrate che accadono i miracoli. Io posso raccontarvene uno al quale ho assistito. Ero a Venezia nella chiesa di San Lorenzo. Di origine antichissima, ospitò durante la Serenissima un potente monastero benedettino, la facciata per cui era prevista una decorazione marmorea non fu mai terminata. Durante la Prima Guerra mondiale subì notevoli danni e nel 1920 venne sconsacrata. Ora è un’isola consacrata agli avvenimenti.
Un magnifico spazio
Diventò in seguito uno splendido contenitore; nel settembre del 1984 in occasione della Biennale musica venne rappresentato “PROMETEO – Tragedia dell’ascolto” di Luigi Nono. Testi di Massimo Cacciari, allestimento scenografico di Renzo Piano, direzione di Claudio Abbado. Questo capolavoro mi è venuto alla mente guardando le belle installazioni di Ocean Space, progetto che da tempo si occupa dei problemi legati alla salvaguardia degli oceani e all’imprevedibile fragilità del nostro futuro così condizionato da imponenti trasformazioni.
La chiesa diventa un’isola
La chiesa di San Lorenzo in questi giorni si è trasformata in un’isola del Pacifico: Buka. Forse non riusciremo mai a visitarla, ma l’artista ha saputo creare una scenografia che va oltre la realtà virtuale, lo spettatore ha la sensazione di entrare nell’isola che è circondata da ondeggianti drappeggi blu oltremare. È piacevole e suggestivo l’impatto con la bella mostra: The Soul Expanding Ocean #1: Taloi Havini.
Taloi Havini conosce bene questi luoghi, è nata nella Regione Autonoma di Bougainville, nell’Oceano Pacifico. La sua opera è circondata da 22 diffusori acustici che danno una completa immersione nelle mutevoli maree del suono. La voce dell’oceano. Suoni che arrivano come le nuvole spinte dai venti. L’invito dell’artista è quello di ascoltare gli elementi della composizione fingendo di essere seduti in questa piccola isola: i tamburi, il flauto di Pan, l’oceano stesso.
“Io sono perché appartengo agli altri” cita un antico proverbio, per questo è importante rispondere alla chiamata dell’oceano sempre più esposto alle devastazioni ambientali. Non a caso il titolo della grandiosa installazione sonora è: “Answer to the Call”.
L’artista e la sua isola
Artista multidisciplinare, Taloi Havini si occupa di scultura, cinema, fotografia, installazioni immersive. Alla fine del 2020, ha preso parte a un viaggio di ricerca per la mappatura del fondale della Grande Barriera Corallina australiana assieme allo Schmidt Ocean Institute. Durante la sua permanenza a bordo della nave oceanografica, Havini ha osservato i metodi batimetrici di invio e ricezione di impulsi sonori dall’imbarcazione, misurando la velocità del suono per produrre inedite mappature di dati visivi ad alta risoluzione dei fondali oceanici. Da questa esperienza nasce il suo invito a viaggiare nel tempo e nello spazio con un metodo sonico di chiamata e risposta. Spazio profondo di ascolto che l’artista condivide con lo spettatore.
Un’isola non da vedere ma da ascoltare
L’ascolto è fondamentale, così appena uscita dalla chiesa con il suono dolce del flauto nella mente, sono corsa a casa a cercare il catalogo del Prometeo di Luigi Nono, per provare ancora l’emozione della Biennale Musica a San Lorenzo di tanti anni fa. Un catalogo bellissimo corredato da molte immagini, come gli studi del grande compositore e di Emilio Vedova, gli schizzi di Renzo Piano, i testi di Massimo Cacciari. Avevo persino messo da parte i biglietti d’ingresso.
Rubo qualche frase di Renzo Piano per condividerla con voi: Uno spazio musicale per Prometeo. È Luigi Nono che me ne parla, un giorno al telefono, chiedendomi se sono disposto a progettare uno “spazio musicale” per il suo nuovo lavoro. Ad inventare uno “spazio musicale”, mi ripete, non a realizzare una normale scenografia.
Un’isola che torna nella mente
Così Renzo Piano progetta uno spazio che deve appartenere alla musica. Una sorta di arcipelago dove al centro sta il pubblico circondato da una scena musicale che non può essere vista tutta insieme, ma percepita perfettamente nella sua interezza, come la brezza marina che nasce alle nostre spalle per manifestare i suoi effetti davanti ai nostri occhi. Se non è un miracolo questo!
L’ architetto immagina la scenografia simile ad un liuto, talmente grande (circa nove mila metri cubi) da contenere dentro di sé l’intero spettacolo, pubblico compreso. La musica che nasce vibra con l’enorme cassa armonica in sintonia con i musicisti e gli spettatori. Il legno è il materiale protagonista, non solo una scelta acustica, ma anche estetica. Una immensa nave in cantiere, non uno spazio irremovibile, ma aperto.
Che emozione ripensare a quei momenti, Venezia è davvero una città perfetta per queste sperimentazioni
Dopo lo stop della pandemia, lo scorso maggio la Biennale Architettura si è aperta con l’incipit più che mai attuale: “How will we live together?”
Nuove sostenibilità, nuovi spazi dove vivere insieme sulla terra, ma anche nel mare. Ocean Space alla Chiesa di San Lorenzo (tornata all’antico splendore dopo anni di restauri), testimonia da tempo questi fermenti, lanciando il secondo capitolo di Territorial Agency: Oceans in Transformation,a cura di Daniela Zyman. L’attuale progetto di Territorial Agency, commissionato da TBA21–Academy, esplora nuove possibilità di connessione tra gruppi di ricerca che si occupano degli oceani in un’epoca di rapidi cambiamenti, mettendo assieme scienza, arti e politica attraverso la condivisione di immagini, serie di dati e narrazioni.
Un’isola come il mare
L’oceano ricopre più del 70% della superficie terrestre, ha un ruolo prioritario, assorbe circa un quarto dell’anidride carbonica presente e il 90% del calore prodotto da questi gas serra. Come è noto, negli ultimi cinquant’anni i livelli di ossigeno sono diminuiti e se il mare fatica a respirare anche noi siamo agonizzanti. L’elevata concentrazione di anidride carbonica porta anche alla distruzione delle barriere coralline, con estesi fenomeni di sbiancamento dei coralli.
L’importanza della ricerca
Ecco perché la ricerca artistica di Taloi Havini ci coinvolge tutti, dagli esseri umani agli Dei, sempre pronti a socializzare e successivamente a distruggere ogni tipo di relazione pubblica e privata. Prometeo insegna, il mito rappresenta la nascita dell’umanità e la conseguente frattura tra gli Dei e gli uomini. Il nome significa: colui che riflette prima, il preveggente, colui che pensa prima degli altri. Qualità molto rara, soprattutto ai giorni nostri.
The Soul Expanding Ocean #1: Taloi Havini
A cura di Chus Martínez
3 maggio–17 ottobre 2021
Commissionata da TBA21–Academy e coprodotta con lo Schmidt Ocean Institute, co-fondato da Wendy Schmidt.
Sede:
Ocean Space
Chiesa di San Lorenzo
Campo San Lorenzo, Castello 5069, 30122 Venezia, Italia
Mercoledì – domenica, 11.00-18.00
Ingresso gratuito
Ph. Gerdastudio02
leggere la Pasquettin ci riporta a tempi lontani in cui si assaporava la cultura del passato e non si consumava solo il presente
Elisabetta Pasquettin ci fa rivivere i grandi miti,le grandi storie che corrispondono alle grandi esperienze dell’umanità .Come sempre,ne rimango affascinata!
Certamente andrò ad immergermi in questa atmosfera che Elisabetta Pasquettin ha così ben descritto.
Per questa sera, prima di addormentarmi, ricorderò i suoni che venivano riproodotti dal mio “sandolo” quando, in mezzo alla laguna, dondolava legato a una bricola. Senza aria condizionata, televisione e senza barche a motore era un modo per trovare ristoro alla calura estiva. Dovrò forzare la mia memoria, ahimè è passato più di mezzo secolo.
Dott.ssa Elisabetta, come sempre ho apprezzato la sua bella scrittura. Alla fine dell’articolo ho sviluppato due pensieri. Il primo è ovviamente è legato a questa mostra che si presenta in modo inconsueto, con i suoi suoni, con la sua musica, ma anche con le sue immagini campioni. Taloi Havini ci presenta una sintesi sonora e visiva di questo enorme spazio, vitale per noi, nella Chiesa di San Lorenzo, un ambiente raffinato, piccolo, ma capace di contenere gran parte del mondo acquatico. Il secondo argomento che mi ha colpito è il racconto Verso Prometeo. Da Luigi Nono, a Massimo Cacciari, Renzo Piano, ma su tutti la direzione di Claudio Abbado. A casa vostra c’è tutto, ho già sperimentato per altri argomenti, anche il libretto originale con biglietti allegati. Complimenti, Venezia Le deve molto, ogni settimana ci fa amare questa città unica, ricca di cultura e condiviso in pieno il titoletto: “Venezia è davvero una città perfetta per queste sperimentazioni”. Con stima.
Storia! Luoghi! Inviti!
Sei unica Elisabetta!