Siete mai stati al largo del Mare di Mosca o nel Golfo degli astronauti? Vi andrebbe un bel viaggio nel Mare dei sogni? Sembra incantevole anche se dista circa 384.000 chilometri. Location molto esclusiva e isolata, dato che si trova nella faccia nascosta della luna. La maggior parte delle caratteristiche superficiali del lato oscuro del nostro satellite è appannaggio delle sonde spaziali sovietiche, quindi molti nomi sono stati selezionati da scienziati dell’ex Urss. Procedura che ha creato nel corso degli anni alcune controversie. Tuttavia l’Unione Astronomica Internazionale, che oggi ha il compito di nominare le scoperte lunari, ha deciso giustamente di non modificare questi nomi. Furono gli americani però i primi a osservare direttamente il volto misterioso dell’astro d’argento, nel 1968 durante il volo dell’Apollo 8. Esemplare la descrizione fatta dall’Astronauta William Anders: “La parte posteriore si presenta come se fosse un mucchio di sabbia in cui i miei figli hanno giocato per qualche tempo. È tutta picchiettata, senza definizione, solo un sacco di dossi e buche.” Non male per l’icona incantatrice che ispira poeti e innamorati che elegantemente offre il lato più bello. Anche il nome del leggendario Gagarin è avvolto nel mistero delle cavità lunari, a lui è infatti dedicato un grande cratere situato nella parte sud-occidentale della faccia nascosta; una superficie di 261,83 chilometri.
Gagarin e il mito
Il cosmonauta sovietico divenne l’uomo più celebre del mondo per essere stato il primo a volare nello spazio. Era il 12 aprile del 1961 e alle 9,07 ora di Mosca, Gagarin pronunciò il suo celebre “poyekhali!”andiamo! Sono passati sessant’anni da allora.
“Vedo la terra è magnifica!” disse il cosmonauta con quel volto da fanciullo che certamente è rimasto impresso nella memoria di tutti noi, attratti non solo dall’impresa, ma anche dalla dolcezza della sua immagine senza tempo, quasi il protagonista di un romanzo di fantascienza.
Gagarin da solo
Il volo a bordo della minuscola Vostok 1 durò 108 minuti, una singola orbita del pianeta. Divenne l’eroe del regime sovietico, simbolo propagandistico di missioni di pace e icona planetaria di un’impresa storica, frantumando per un attimo le asprezze della guerra fredda.
Tutti i grandi della terra lo accolsero, dalla Regina Elisabetta a Fidel Castro. Indimenticabile il glamour del bacio con Gina Lollobrigida.
Simbolo universale ancora oggi, portafortuna per i viaggiatori spaziali del terzo millennio.
Il ricordo di Gagarin
Samantha Cristoforetti ha sottolineato quanto Gagarin sia ancora un punto essenziale nei protocolli di avvicinamento a ogni volo organizzato in Russia e in Kazakistan. Compresi i rituali: la visita alle statue del cosmonauta, l’urlo “Poyekhali”, Andiamo, ancora oggi ripetuto dai comandanti della Soyuz.
L’omaggio al primo uomo nello spazio
Il 12 aprile ho fatto gli auguri di compleanno ad un amico, Domingo De La Cueva, celebre artista orafo, le sue creazioni sono presenti in musei e collezioni internazionali, dicendogli che festeggiava gli anni lo stesso giorno del volo del primo uomo nello spazio.
La sua risposta mi ha illuminata come una navicella che rientra nell’atmosfera terrestre. Mi ha confidato che l’immagine di Gagarin colpì moltissimo la sua fantasia. Ispirato dall’evento, decise di realizzare un gioiello per celebrare l’impresa. Una splendida spilla in argento dal titolo: “ First man on space – Primo uomo nello spazio – omaggio a Gagarin”.
Un gioiello per Gagarin
Una creazione ricca di fascino e alchimia, simile al bagliore di un plenilunio, l’argento fa pensare allo spazio, ai crateri dei pianeti e al tempo stesso è fluido come un oceano in movimento.
Il gioiello di Domingo De La Cueva, venne esposto a Copenaghen in una prestigiosa Galleria d’Arte alla presenza della Regina di Danimarca e di tanti ospiti illustri.
Una misteriosa donna
Il giorno dopo l’inaugurazione tornò a visitare la mostra una signora avvolta da un grande cappello e occhialoni scuri, nonostante l’aspetto misterioso, Domingo riconobbe la moglie dell’ambasciatore americano in Danimarca. La salutò lasciandola libera di ammirare nuovamente le opere esposte e solo più tardi scoprì che la signora aveva acquistato la spilla dedicata a Gagarin.
In tempi di guerra fredda e lotte per lo spazio l’ho trovata una notizia stupenda, immagino che se si fosse saputo, sarebbe stata catalogata come incidente diplomatico.
Gagarin dimenticato dagli USA
Anche se russi e americani viaggiano ormai insieme nel cosmo, sembra che dopo sessant’anni la guerra non sia ancora finita. Leggevo un articolo apparso su La Stampa l’anno scorso dal titolo: “Gli Usa dimenticano di nominare Gagarin, la rabbia di Mosca: questa è disinformazione”. Si riferiva al fatto che il Dipartimento di Stato americano aveva celebrato su Facebook il primo volo nello spazio del 12 aprile, dimenticando di menzionare Gagarin, con relativa lite tra Mosca e Washington. Durissimo in proposito il capo dell’Agenzia Spaziale Russa: “I tentativi di cancellare l’impronta russa nella storia del mondo non cancelleranno la nostra memoria”.
La cronaca di quel giorno
A proposito di memoria, viene alla mente la cronaca di una giornata particolare in quel 12 aprile del 1961 al cosmodromo di Bajkonur in Kazakistan. Gagarin, 27 anni, si alza, fa ginnastica e colazione (caffè, marmellata di ribes nero, paté di carne in tubetto). Alla visita di controllo appare tranquillissimo, i valori sono ottimali: pressione 115 su 60, polso 64. Il resto è storia.
Gli eroi muoiono giovani. Gagarin non fa eccezione
Come tutte le persone care agli dei, scompare molto giovane, a 34 anni, durante una missione di addestramento. Era una giornata nuvolosa quel 27 marzo del 1968, Gagarin stava eseguendo un volo con un jet da combattimento MIG-15, entrò in avvitamento ad alta velocità e si schiantò al suolo. Le circostanze di questo incidente rimangono tuttora avvolte nel mistero.
Ma sono ben nitide le sue impressioni da primo viaggiatore dello spazio: ”Girando attorno alla Terra, nella navicella, ho visto quanto è bello il nostro pianeta. Il mondo dovrebbe permetterci di preservare ed aumentare questa bellezza, non di distruggerla!”
Il tuo servizio su Gagarin Elisabetta, piacevolissimo alla lettura, è l’ennesimo bel centro professionale Antonio Zuccon
Grazie Elisabetta! Fai ricordare in modo dolce e consapevole eventi così importanti come le scoperte del primo uomo nello spazio!
Come mi aspettavo, cara Elisabetta, il tuo racconto ha catturato completamente la mia attenzione procurandomi un grande piacere per aver conosciuto lati a me ignoti del meraviglioso viaggio di Gagarin che mi è sempre interessato.
Ammiro sempre il tuo stile e la capacità di attirare il lettore. Resto in attesa di altre tue avvincenti storie.
Dott.ssa Elisabetta, anche oggi ci ha regalato un bellissimo racconto, con tanti collegamenti e curiosità intorno a Gagarin. E’ un grande piacere leggere le sue storie e crea l’interesse per approfondire e conoscere ancora. La sua scrittura è un misto tra giornalismo e letteratura. Complimenti mi piace molto seguirla.
Significativa questa unione d’incliti ricordi:l’impresa di Gagarin e la spilla che Domingo De La Cueva inventò per onorare la grande impresa,spilla,poi,acquistata dalla moglie dell’ambasciatore americano in Danimarca,in un periodo di guerra fredda. Interessante questa rilevanza storica da parte della giornalista Elisabetta Pasquettin.