Nella parola cultura c’è l’idea del coltivare, quindi del far crescere. Senza questa ricerca della crescita la vita si spegne. Cultura significa vita. E se qualcuno mi parla di rinascimento post covid. Beh, allora direi che c’è molto da discutere.
Viviamo in un mondo drammatico. Ogni cosa, ogni affetto viene deformato dalla pandemia, che ci ha colto all’improvviso, assolutamente impreparati. Impreparati perché? Perché siamo così fiduciosi nel progresso e nel nostro modo di governarlo, che mai ci saremmo aspettati di subire il comando che viene da un potere impensabile. Stiamo perdendo la solidità delle nostre abitudini: essere impediti di andare in un museo, al cinema, a teatro era impensabile.
Cultura e scuola
La stessa scuola sta pagando un prezzo altissimo: quello della cancellazione dei suoi modelli tradizionali. Tutto vero quanto si dice sulle carenze di socializzazione, sulla solitudine e altro ancora. Ma in questo disastro mi accorgo, attraverso mio figlio che frequenta la quarta liceo, qualcosa di molto nuovo, utile e importante. In queste lezioni a distanza, l’insegnante deve essere molto concreto, efficace. Non può più usare l’autorevolezza della sua presenza fisica per farsi ascoltare, ma soltanto quella del linguaggio. Quando ci sarà il ritorno a scuola, i docenti avranno imparato l’importanza della retorica (nel significato latino), mettendo da parte tutti gli spauracchi che fanno scendere in campo se non c’è attenzione da parte dei loro alunni.
Venezia e un suo rinascimento?
Parliamo ora di Venezia. Ho un profondo disprezzo per coloro che sento dire che oggi Venezia senza turisti è affascinante. Una cosa è il turismo asfissiante che da oltre trent’anni non è stato governato, altra cosa è l’attuale spettrale deserto. Per anni ho sentito dire che Venezia è diventata una Disneyland, adesso si dovrà dire che è diventata come Pompei: non mi sembra un grande guadagno. La bellezza deve essere vivente, una città come Venezia deve presentare al mondo una bellezza vivente e non l’archeologia di una bellezza distrutta.
Il vero crimine alla bellezza di Venezia è stato il suo spopolamento inarrestabile ma non causato dal destino, bensì da amministrazioni paurose della modernità. La vera bellezza di una città storica sfida la modernità dei tempi e la sua amministrazione deve stare al passo con i tempi. Venezia deve essere capitale d’Europa con il suo destino nelle sue stesse mani, attraverso uno statuto speciale che le dia autonomia amministrativa e fiscale.
Rinascimento e scrittura
Sono un razionale superstizioso solo per piccole ritualità, come quella di non dire mai cosa sto scrivendo. Comunque sì, sto scrivendo, e in questi tempi di “arresti domiciliari” mi impegno ancora più del solito. Dopo una grave malattia, ho insegnato per tre anni all’università Tagore di Calcutta. Da queste due esperienze ho imparato una verità semplice: le cose veramente importanti a cui dedicarsi sono pochissime, e mai niente è stabilito una volta per tutte.
Cultura e un nuovo rinascimento post covid?
Sento dire che dopo la pandemia vivremo tutti un nuovo rinascimento. Temo che non ci sarà, saremo molto più soli, perché cambia il lavoro. Siamo in una situazione epocale, simile a quella dell’Ottocento quando grandi masse contadine si spostano nelle città e cambia il modello del lavoro: si apre alla fabbrica, all’industria.
Il Covid ha fatto sperimentare un altro modo di lavorare, quello Smart, molto più economico e rapido. Non ci saranno più grandi strutture per contenere i lavoratori, basterà la propria casa e il computer, cambierà così il volto estetico delle città e degli appartamenti, verrà sfruttato il tempo, ci sarà bisogno di nuove regole di lavoro. Cambierà anche la didattica, soprattutto quella universitaria e di ricerca, che dal punto di vista economico converrà fare da casa senza gravosi spostamenti. Saremo molto più soli e con molti meno amici.