Un grande cuore tricolore, realizzato all’uncinetto, è esposto sulla facciata di Palazzo della Ragione, in piazza Vecchia, a Bergamo Alta. Si tratta di un progetto della Onlus De Leo Fund, un’associazione di Padova, presieduta dal professore-psichiatra Diego De Leo. Le donne che partecipano al Laboratorio Creativo dell’associazione hanno sentito il desiderio di esprimere un forte segno di vicinanza a tutti coloro che hanno perso qualcuno a causa del covid19 e durante il lockdown, non potendosi incontrare come accadeva prima, queste donne hanno lavorato, ciascuna a casa propria, creando centrini all’uncinetto destinati ad unirsi insieme per formare un grande cuore.
14 donne, 26mila metri di filo e 1.200 ore di lavoro
Parliamo di 14 donne, 26mila metri di filo e 1.200 ore di lavoro che hanno consentito di realizzare questo cuore di oltre 20 metri quadrati, dopo essere stato collocato sulla facciata del municipio di Vo’, è stato esposto a Bergamo, sulla facciata del Palazzo della Ragione, in occasione del 18 marzo, la Prima Giornata nazionale in ricordo delle vittime del Covid19.
Il Comune di Bergamo e la Diocesi di Bergamo hanno incluso l’iniziativa nel fitto calendario di momenti di commemorazione delle vittime di questi giorni dove giovedì ha presenziato il presidente del Consiglio Mario Draghi: il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, all’installazione del cuore, ha ringraziato l’Associazione De Leo Fund alla presenza della fondatrice Cristina Trevisan e Ludovica Chirarelli di Padova.
Un progetto condiviso con Vo’ Euganeo e Bergamo
Questo progetto è stato condiviso con il Comune di Vo’ Euganeo che per primo ha sofferto la perdita di un suo concittadino per Covid-19, Adriano Trevisan, il 21 febbraio 2020. Un grande cuore tricolore, collocato sulla facciata del Municipio di Vo’, come simbolo di vicinanza e solidarietà. Solidarietà che vuole uscire dai confini locali per rivolgersi a tutti i cittadini italiani.
Il perché di Bergamo
Il cuore è sempre stato considerato come il centro delle emozioni, come la parte più viva di una persona, il luogo dell’intima unità di corpo e spirito. “Proprio per il suo valore universale e per i colori di cui è composto – spiegano le donne che hanno fatto l’opera d’arte – stiamo vedendo il Grande Cuore di De Leo Fund nella città di Bergamo, martoriata più di altre durante la prima fase della pandemia. Niente e nessuno potrà mai cancellare dalla memoria l’immagine straziante delle bare sui camion dell’esercito. Il desiderio di noi tutte sarebbe quello di rendere itinerante il nostro Cuore, come segno di solidarietà e fratellanza, non legato ad un singolo luogo, bensì alle persone che sono mancate in tutt’Italia”.
Il perché dell’Associazione De Leo a Bergamo
De Leo Fund è nata nel 2007 per creare un luogo dove le persone con un’esperienza di lutto traumatico potessero trovare aiuto e condivisione. Il termine ‘lutto traumatico’ unisce in sé due concetti: quello di perdita e quello di morte traumatica, cioè improvvisa, inaspettata e violenta, come può essere la morte causata da incidente stradale, suicidio, omicidio, catastrofe naturale e ora anche da Covid-19. “L’impatto sulle famiglie, sulle comunità e sulla società tutta è devastante – spiega il professor Diego De Leo – Non si tratta solo della perdita della vita di un individuo, ma soprattutto del vuoto che essa lascia in chi rimane. I servizi che eroghiamo, sono gratuiti e continuativi e coprono tutto il territorio nazionale”.