Era il 1962 quanto i fratelli Silvio e Gino Marta, aprono il primo laboratorio di confezione di camicie da lavoro, gonne e camicette da donna. La passione per il loro lavoro ha permesso di dare vita a una delle eccellenze venete note in Italia e all’estero. Proprio dall’unione dei due nomi (Si – Gi ) nasce il logo di Siggi, l’azienda di San Vito di Leguzzano a Vicenza. Che nel tempo non ha mai smesso di crescere e, dopo l’acquisizione di Ferracin Srl e di Zaccaria Spa rispettivamente nel 1990 e nel 2001, si presenta al mondo come Siggi Group Spa. Arrivando a festeggiare i 50 di attività nel 2016 con determinazione e spinta al futuro. Alcuni avranno in mente la nota ape simbolo dell’azienda stampato sul proprio grembiule di scuola o su quello dei propri figli, ma da allora il mercato a cui si rivolge l’azienda, è molto più ampio. Infatti Siggi significa abbigliamento professionale per diversi settori: industria, ristorazione, sanità, estetica, pubbliche amministrazioni.
Dal grembiule ai 50 anni di attività
Ma le anime di questa azienda sono molte. Durante il 2020 Siggi ha voluto contribuire in pieno stato di emergenza donando all’ospedale di Vicenza e Santorso camici destinati agli operatori sanitari in corsia vista l’intensa attività generata dall’emergenza pandemica. Durante la Fase 3 da Covid-19 hanno dedicato la loro attenzione alla scuola, con un progetto che già aveva preso vita in tempi non sospetti e che ha visto coinvolti circa 1000 pediatri che, tramite un questionario, hanno promosso l’utilizzo dei grembiulini nelle scuole.
Dal grembiule ai professionisti
Da un lato si è andato ad indagare la percezione del grembiule ed è emerso che per oltre l’80% dei pediatri, il grembiule promuove il senso di appartenenza al gruppo. Ha un effetto protettivo contro il bullismo limando le differenze generate dal confronto senza intaccare l’espressione della personalità. Inoltre sono confezionati con materiali ecologici e riciclati trasformandosi così in un ottimo mezzo per insegnare ai più piccini il rispetto per l’ambiente.
Ultimo, ma non per importanza, rappresenta un’ottima protezione per i bambini considerandolo un alleato indispensabile per il rientro a scuola in tempi del Coronavirus. Non si nasconde che l’anno trascorso sia stato caratterizzato da momenti complessi ma sono stati superati tenendo conto delle esigenze di mercato. Che andranno a caratterizzare le scelte aziendali del 2021 che vede ancora il virus protagonista con le relative conseguenze sulla produzione.
Siggi e la sua fama
Siggi è alla seconda generazione, oggi in mano ai cinque cugini. Un passaggio generazionale delicato che è stato superato con una grande attenzione agli aspetti formativi. Ma al di là del lavoro, la famiglia rimane al centro come cardine fondamentale per guardare al futuro. Un futuro in cui Siggi dedica molta attenzione alla trasformazione digitale a livello di produzione, commerciale, di progettazione e a livello di sistema di gestione integrato. In grado di valorizzare le competenze e le conoscenze delle persona e ottimizzare il contributo fornito dalla tecnologia. Aumentando produttività, garantendo qualità e valorizzando il benessere del personale.
Come si è passati dal grembiule al benessere del personale
Per farlo, l’azienda ha istituito nel 2020 la prima edizione del Premio “Luciana Pernigotto”, una dipendente scomparsa nel 2019 che è cresciuta con l’azienda. I ricordi sono tanti, ma per celebrare la sua memoria, la sua esperienza e affidabilità, su votazione dei dipendenti stessi vengono premiati altrettanti dipendenti che si sono distinti durante l’anno. Ora l’azienda punta alla promozione del settore Industry&Safety a cui deve il 52% del fatturato. Il tema della sicurezza sul luogo di lavoro è di primaria importanza e Siggi in tal senso, si pone come azienda di riferimento. Infatti Siggi Group fa parte del Consiglio Direttivo di Assosistema Safety, che rappresenta le imprese di produzione, distribuzione e manutenzione dei dispositivi di protezione individuale.
La sensibilizzazione al tema, è diventata una vera e propria missione. E, insieme a circa altre 30 aziende, si fa portavoce con le istituzioni grazie alle competenze acquisite nel tempo. A tal proposito l’azienda si rende conto delle resistenze per la diffusione concreta dei dispositivi per la sicurezza. E per abbattere queste barriere, ha fatto appello all’ironia e alle testimonianze dirette. Nel primo caso grazie al progetto “Ocjo (che rimanda letteralmente a “occhio”, “fai attenzione” in dialetto veneto – La sicurezza è di scena”.
Lo spettacolo
Uno spettacolo teatrale che utilizza l’ironia e il divertimento per coinvolgere le scuole e i più giovani per fare in modo che la sicurezza sul lavoro diventi parte della cultura lavorativa condivisa con cui cresceranno. Nel secondo caso, si fa riferimento alla partnership con ANMIL – l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, a sostegno del progetto ‘PRIMI IN SICUREZZA’. Il concorso giunto alla sua XVII edizione, rivolto a studenti e scuole con lo scopo di far riflettere sull’importanza dell’uso dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale). A favore della prevenzione degli infortuni sul lavoro.