Il tempo dei vaccini per il Covid-19 è arrivato. Il 2020 si è concluso con il Vaccination Day (27 dicembre 2020) durante il quale sono arrivate, diffuse e somministrate le prime dosi del vaccino in Italia e dare quindi il via al piano di vaccinazione che dovrebbe indicare la fine della pandemia. Non sorprende che le reazioni, soprattutto a livello di opinione pubblica, siano state tra le più disparate.
Le prime polemiche sul tempo dei vaccini
Qualcuno sostiene che non sia stata attivato un adeguato piano di sensibilizzazione e informazione sulla vaccinazione. Esemplare è il caso di Villa Margherita di Arcugnano (VI) dove, all’inizio del mese, si sono registrate alcune tensioni sul tema. Gli animi si sono scaldati di fronte alla sollecitazione rivolta al personale operativo della casa di cura di assumere la dose vaccinale per evitare che, oltre a ulteriori contagi, venisse compromessa l’operatività della struttura.
Tempo dei vaccini. La posizione di Briozoli
Enrico Brizioli, AD Kos Care, ha preso posizione: “Abbiamo voluto legittimamente sollecitare il personale a vaccinarsi, perché questo è un dovere civico per tutti e tanto più per chi lavora in strutture ove sono assistite persone fragili. […] Crediamo che questa debba essere intesa come una informazione doverosa a tutela dello stesso dipendente e non certo come una minaccia. Nel frattempo, comunque, sul tema si è aperto un dialogo tra noi ed i Sindacati“.
La replica della Cisl
Ruggero Bellotto, segretario provinciale di Cisl Funzione Pubblica ha replicato: “La Direzione della struttura avrebbe dovuto innanzitutto preoccuparsi di informare gli operatori, spiegando il percorso che ha portato al vaccino e i risultati clinici evidenziati. Invece si è preferito iniziare il dialogo subito con le minacce”.
Il tempo dei vaccini per il personale medico
Si ricorda che il personale medico, per svolgere le proprie mansioni, è sottoposto ad altro tipo di vaccinazioni obbligatorie e che risultano requisito essenziale, come per esempio per il vaccino della TBC (per alcuni operatori) come potenzialmente previsto dall’art. 279 del D.lgs 81/2008.
Il tempo dei vaccini si allunga
Ad aggiungere carne al fuoco, è l’ultima novità da parte della principale azienda che fornisce le dosi del vaccino. Il rallentamento nelle forniture della Pfizer-BioNTech ha mandato in allarme i governi dei vari paesi europei. La casa farmaceutica con sede in Belgio ha chiesto tempo per permettere un aggiornamento del sistema produttivo al fine di adeguarsi. Da un lato per una maggiore produzione per i prossimi mesi di febbraio e marzo. Dall’altro, garantire una consegna delle dosi che possa assicurare la somministrazione del richiamo.
Per quest’ultimo fattore, i tempi previsti e scientificamente approvati dall’Agenzia Europea del Farmaco indicano i 21 giorni come periodo massimo per la somministrazione della seconda dose del vaccino che quindi garantirebbe la massima efficacia.
Veneto ancora arancione
Intanto il Veneto rimane ancora in zona arancione. I dati indicano, comunque, una leggera diminuzione come si vede dall’ultimo bollettino diffuso dall’ULSS 7 Pedemontana. Passando da un totale di casi positivi del 5 di gennaio 2021 pari a un totale di casi registrati di 4.480 a 2.834 del 22 gennaio 2020.
Nel frattempo il 15 di gennaio si è conclusa la somministrazione della prima dose del vaccino anti-Covid nelle 39 strutture residenziali e semiresidenziali nel territorio dell’ULSS 7 Pedemontana. Con la somministrazione di 3.772 dosi, 1.917 ad altrettanti ospiti e 1.855 agli operatori. E per tutti è già stato programmato il richiamo, esattamente 21 giorni dopo la prima iniezione.