I medici veterinari potranno prescrivere farmaci ad uso umano, purché contenenti lo stesso principio attivo del farmaco veterinario equivalente, per gli animali domestici non destinati alla produzione alimentare.
Costi troppo alti
Il fatto che i farmaci veterinari presentassero un costo mediamente ben più elevato rispetto a quello dei farmaci equivalenti ad uso umano ha sempre innescato polemiche. Lo scorso dicembre, il Ministro della salute Roberto Speranza ha espresso il suo parere favorevole all’emendamento 81.01, riformulato ed approvato dalla commissione Bilancio della Camera, della deputata Patrizia Prestipino (Pd).
Il documento ufficiale sui medici veterinari
Questo è ciò che si legge nel documento ufficiale dello scorso dicembre. “Il Ministro della salute, sentita l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), con proprio decreto da emanarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, fermo restando il principio dell’uso prioritario dei medicinali veterinari per il trattamento delle affezioni delle specie animali e nel rispetto delle disposizioni dell’ordinamento comunitario in materia di medicinali veterinari, tenuto conto, altresì, della natura delle affezioni e del costo delle relative cure, definisce i casi in cui il veterinario può prescrivere per la cura dell’animale, non destinato alla produzione di alimenti, un medicinale per uso umano, a condizione che lo stesso abbia lo stesso principio attivo rispetto al medicinale veterinario previsto per il trattamento dell’affezione”.
I vincoli per i veterinari
Vengono però posti tre vincoli. Il decreto disciplina le “modalità con cui AIFA può sospendere l’utilizzo del medicinale ad uso umano per il trattamento delle affezioni animali. Al fine di prevenire situazioni di carenze del medicinale per uso umano”. Il costo dei medicinali prescritti “resta in ogni caso a carico dell’acquirente a prescindere dal loro regime di classificazione. Infine, dall’attuazione della disposizione di cui al presente articolo, non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
Si è di fronte ad una svolta che consentirebbe importanti risparmi non solo per le famiglie, ma anche per le associazioni e le pubbliche amministrazioni che si occupano di rifugi e canili.
Un importante risultato per proprietari e veterinari
L’onorevole Prestipino commenta: “Si tratta di un grande risultato ottenuto a costo zero. Che farà risparmiare allo Stato nella spesa veterinaria per i canili, le associazioni animaliste ed i milioni di italiani che hanno animali da affezione. Ma soprattutto favorirà le adozioni. Curare gli animali non sarà più un salasso”.
Un primo passo
È comunque un primo passo. L’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, di cui fanno parte rappresentanti di tutte le forze politiche, aveva presentato un’ampia gamma di richieste di provvedimenti “pet friendly”, sebbene attualmente i più rilevanti, come la riduzione dell’Iva sulle prestazioni veterinarie, non abbiano chances significative.
Specificazioni sulla legge
Attenzione: l’emendamento non è ancora legge. Il testo si configura come un’integrazione del Dl 193/2006, che aveva recepito la direttiva europea relativa al codice comunitario sui medicinali veterinari. Molto probabilmente, qualora l’emendamento sopravviva all’iter parlamentare della manovra, si potrà avere il decreto che sancisce il via libera entro la primavera.