“Mi dispiace, Italia, mi dispiace” dice Sting in italiano dopo l’attacco di “Message in a bottle”. Compassione: è l’unica cosa che si sente di poter proporre a una platea disperata di oltre 250.000 spettatori che ha appena visto naufragare la propria squadra agli europei sui maxischermi dell’Heineken Jammin Festival. Sono le 23.30 e si può suonare, nonostante i tempi supplementari, nonostante i rigori, nonostante il cuore dica altro e non ci sia neanche troppa voglia di dimenticare. E i Police suonano, assieme sulla scena anche senza un nuovo disco né nuove canzoni e imporli di nuovo all’attenzione del pubblico.
Il mio ricordo
Sting si è lasciato crescere la barba, inevitabilmente bianca, e forse per questo dimostra i suoi anni. Anche se il fisico è quello di un ventenne. Detta in maniera perfetta i tempi al gruppo. Non ci fossero la sua voce e il suo basso, ci si potrebbe andare a perdere chissà dove con le variazioni alla chitarra di Andy Summers, che nel frattempo ha preso qualche chilo, e di Stewart Copeland, che nonostante la fama di metronomo non disdegna la fioritura ritmica tra la batteria e il suo set di percussioni. Sting suona il basso con cui ha esordito. Un omaggio alla sua carriera e a quella dei Police.
Sting, i Police e l’esibizione
La scena è rigorosa, come usava all’alba del rock, soltanto loro tre e gli amplificatori che quasi si perdono sull’enorme palco principale al Parco San Giuliano. Si ascoltano “Walking on the moon”, “Demolition man”, “When the world is running down…”, “Don’t stand so close” che Sting introduce ancora parlando in italiano e dice di aver scritto per ricordare il suo passato di insegnante. Poi ecco “Driven To Tears”, schegge da quei dieci anni di storia del rock che dimostrano che anche il punk poteva avere un’anima, e trovare uno spiraglio di luce grazie al tempo in levare del reggae. Il pubblico apprezza “Every Little Thing She Does Is Magic”, “Invisible sun” poi “Can’t stand losing you” per il sottofinale. La ripresa con “Roxanne” nei bis con, tra le altre, “Every breath you take” e “So lonely”.
Prima dei Police
Nel pomeriggio il palco dell’Heineken Jammin Festival aveva visto gli show dei Baustelle, dei Counting Crows, il bellissimo set degli Stereophonics, e prima dei Police era salita Alanis Morissette con un concerto stranamente poco centrato sul suo nuovo album “Flavors of entanglement”. La scaletta è invece bilanciata tra i nuovi pezzi e i brani di quello che è stato il maggior successo di sempre della cantautrice canadese, ovvero “Jagged little pill”, il suo terzo disco che nel 1995 la impose come superstar a livello internazionale, 69 settimane consecutive tra i primi dieci dischi in classifica e una serie di importanti riconoscimenti, compresi canzone e disco dell’anno.
L’emozione di Sting e i Police insieme
Sono passati 12 anni. Ero lì. Lavoravo per un quotidiano. Dalle 16.00 alle 3.00 del mattino. Di concerti ne ho visti tanti. Ma il ricordo di quella serata vissuta nel back stage non me lo strapperà nessuno.