“Skills” è il mantra dei libri di empowerment e dei selezionatori del personale quando ricercano manager per posizioni di alta responsabilità. Con le skills si può raggiungere ogni obiettivo, essere tutto ciò che vorremmo essere, cambiare la nostra vita. In italiano possiamo chiamare le skills competenze, o anche abilità. E la naturale tendenza della lingua madre a rendere meno affascinante ed esotico ogni concetto cade puntuale come una mannaia sui sogni di chi già confidava di aver trovato il nuovo Graal per diventare il supereroe della propria vita.
Nella nostra prospettiva, forse disillusa da migliaia di anni di storia, le competenze servono per compiere azioni specifiche, magari per trovare un lavoro, non sono di per sé un fattore di cambiamento. Forse, senza addentrarci in questioni eccessivamente profonde né dare giudizi di merito, incidono anche i secoli di cultura cattolica: la crescita personale avviene tramite la trascendenza piuttosto che attraverso l’aumento di capacità pratiche.
La prospettiva americana in Italia
Probabilmente la verità sta nel mezzo. La cultura del nord, anche influenzata dal pensiero protestante – come notava forse in maniera esagerata e non completamente corretta Weber – tende ad un maggiore pragmatismo rispetto a quella mediterranea. Si è ciò che si fa e ciò che si sa fare. Questo pensiero diventa uno dei cardini del sistema di valori americano, poi della formazione e del marketing culturale. Adesso è anche un mantra del coaching e dell’auto-aiuto.
Ma non tutto quello che arriva dagli USA è oro colato: confondere l’influenza di un paese potente con l’avanzamento culturale sarebbe come dire che i Romani sono stati in tutto superiori ai Greci. Certo, se si parla di ingegneria o diritto (scienze utili al governo di un impero) sono stati immensi, ma quando si entra nel campo dell’interiorità e della filosofia non sono stati certamente superiori.
In questa prospettiva il concetto di cambiamento – che per gli americani è tanto interiore quanto esteriore in termini di ambiente frequentato, posizione lavorativa e sociale, guadagno, prospettive – è anche una funzione della volontà dell’individuo di coltivare le proprie capacità. Una funzione che l’individuo può controllare, andando a realizzare il suo sogno (americano) ed elevandosi fino a dove vuole o riesce.
Skills e vita
La vita, tuttavia, è un pochino più complessa. L’interconnessione, l’informazione diffusa, le difficoltà del quotidiano a livello globale rendono evidente come la ricerca interiore e la tendenza al trascendente sia un cardine della natura umana. Stiamo entrando in un periodo di diffusione della ricerca interiore di profondità, forse in risposta al bombardamento di informazioni a cui siamo costantemente esposti. Anche la tendenza alla semplificazione culturale, che ha contribuito alla fortuna degli States sta scricchiolando, e con esso l’influenza geopolitica e culturale americana.
Per cui prendiamo l’idea pragmatica che il cambiamento possa essere forzato tramite il saper fare con le molle. Per la stragrande maggioranza delle persone non è sufficiente, serve una direzione, dei valori che permettano di resistere agli stress e alle difficoltà, un dialogo con qualunque realtà “superiore” che arricchisca.
Però facciamo lo stesso riguardo alla trascendenza: non soltanto con il lavoro interiore si cambia e si prende il controllo della propria vita. L’ascesi, la meditazione, la riflessione profonda sono fondamentali, ma da sole vanno di pari passo con l’inazione.
Il Sarto
La nostra cultura ci permette già di fare una sintesi, se studiata e approfondita. Non è un caso che “Il Sarto” di Giovan Battista Moroni sia un quadro italiano. Esso pienamente situato nel crocevia dei secoli e delle miriadi di popolazioni che da sempre passano, vivono, influenzano la nostra Penisola, forse il più duraturo melting pot della storia. Per la prima volta una persona che può permettersi un ritratto si fa disegnare con lo strumento del proprio lavoro. Le forbici sono un artefatto che esprime il valore dell’opera prestata, del guadagno, del miglioramento costante, dell’abilità. Le forbici non rendono il soggetto del quadro un bruto, un uomo meno degno di considerazione rispetto a chi studia, prega, combatte o governa. Il lavoro nobilita e le abilità rendono le persone libere di realizzarsi.
Libertà è salute
A questi concetti tradizionali va aggiunto il nuovo paradigma di salute, definita come il pieno stato di benessere fisico, psicologico e sociale. In tale prospettiva (bio-psico-sociale) una persona libera, una persona che ha possibilità, una persona che ha competenze è un persona in salute. Anche il poter parlare di ciò che si sa fare, il costruire reti sociali basate su interessi sono indici di salute. Quindi si può assolutamente dire che acquisire competenze significa aumentare la propria salute.
Una competenza (o Skills) al mese
In questa rubrica verrà proposta una competenza al mese. Con le giuste tecniche è possibile acquisirla entro 30 giorni. Un totale di 12 competenze in un anno, ma soprattutto un metodo di apprendimento e di riflessione su cosa sia importante per la nostra vita.
Questo percorso sarà accompagnato da una riflessione sui valori, sul significato di ciò che si fa e ciò che si desidera. In questo modo faremo sintesi di due pensieri, costruiremo un ponte tra due mondi e cercheremo insieme di costruirne un terzo.
Inizieremo dalla competenza fondamentale, da quella che può essere utile a chiunque in qualunque momento: imparare ad apprendere, velocemente ed efficacemente. E rifletteremo su cosa ciò significhi e dove ci può portare.
Sarà un percorso di consapevolezza, di salute, di scoperta.