Il cordoglio per la morte del Papa ha mostrato anche qualche eccezione. Rispetto per tutti, per tutte le fedi, ma dai social network sono emerse frasi inaccettabili.
Gli attacchi di Lamperti sui social network

Marco Lamperti è un ex giocatore di basket, partì dall’Olimpia Milano ai tempi di Dan Peterson, era il cambio di Mike D’Antoni, adesso su facebook pubblica una marea di post su animali, battendosi per l’adozione. A cui però fanno da contraltare altre scritte. Al punto da prendere per buone le fake news che attribuiscono al pontefice frasi mai dette sulla pedofilia, tipo “dobbiamo accettare che Dio ama i pedofili, li ha creati per un motivo e ha riservato loro un posto speciale in paradiso”. Questo nonostante le numerose dure condanne di Bergoglio sulla pedofilia.
Sacchetti attacca sui social network

Lamperti applaude anche a un messaggio del giornalista pubblicista romano Cesare Sacchetti su X, ovvero twitter: “Adesso è ufficiale. Jorge Mario Bergoglio è morto. È finito uno dei pontificati più vergognosi della storia. È finito il pontificato amico degli abortisti come Emma Bonino e Marco Pannella, ed è finito il pontificato protettore dei trafficanti di esseri umani e degli immigrati clandestini…”.
La libertà di opinione
La libertà di opinione è sacra, quella di offendere, insultare, aggredire non è libertà. Da tempo si attende una legge che ponga limiti alla violenza di qualsiasi genere. E niente può essere a volte più violento della parola scritta e capace, grazie alla tecnologia, di una diffusione straordinaria.
Antonio Pappalardo attaccato dall’Ordine degli avvocati

Per un post choc contro il papa è stato revocato l’incarico ad Antonio Pappalardo, direttore ad interim della giustizia minorile di Emilia-Romagna e Marche, per vilipendio alle istituzioni. Su telegram aveva scritto: “Annunciata la morte di antipapa Francesco. Ora fondamentale un conclave pre 2013 per un vero Papa”.
“Intolleranza, pregiudizio e odio non sono sentimenti che ben si sposano con l’importante incarico di responsabile di giustizia minorile –accusa l’Ordine degli avvocati di Bologna – ruolo che dovrebbe denotare umanità, accoglienza, anche in virtù del contesto in cui si opera”.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha lasciato al dirigente catanese il centro giustizia minorile a Torino, ruolo per il quale verrà comunque monitorato.
Se sui social network esplodono anche il calcio e la politica

Molti insulti sono arrivati dai tifosi di calcio, per la scelta del governo di rinviare le partite in programma a Pasquetta e quelle del sabato giorno dei funerali.
Negli Usa, la deputata trumpiana Marjorie Taylor Greene, che si professa cristiana, ha celebrato a modo suo su X la morte di papa Francesco: «Oggi ci sono stati grandi cambiamenti nella leadership globale. Il male viene sconfitto per mano di Dio».
I followers stavolta hanno reagito: «Sei una disgrazia per l’America». «Come fai a vivere con tutto questo odio nel cuore?».

Indignazione per la provocazione di una frangia della tifoseria dei Rangers di Glasgow, squadra scozzese. Gli Union Bears hanno lasciato il messaggio offensivo su un muro di Edimburgo, con i colori del club protestante: rosso, blu e bianco. “No Pope in Rome”, “Nessun Papa a Roma”.
Questo episodio ha riacceso vecchie tensioni, ricordando quanto le rivalità calcistiche possano intrecciarsi con questioni sociali e religiose.
Sui social network rimbalza qualche frase equivoca

Qualche frase discutibile venne pronunciata dallo stesso Jorge Mario Bergoglio, ne ha raccolte Cristina Bianchi, sul settimanale “Oggi”, diretto da Andrea Biavardi.
L’Accademia della Crusca ha catalogato neologismi inventati da Francesco. «Quando una società ignora i poveri, li perseguita, Il criminalizza, li costringe a “mafiarsi”, diceva l’ultimo dell’anno 2014 al Te Deum. Si riferiva alle inchieste sulla corruzione a Roma e così inventò la parola mafiarsi.
E poi «La società corrotta spuzza», disse a Scampia nella primavera 2015. Il termine si può far risalire al piemontese del nonni: spussè, puzzare.
Nel 2021, alle suore salesiane raccomandò di non fare le zitellone, intendeva di fuggire dalla mondanità spirituale, l’espressione tuttavia era obiettivamente poco felice.
Inizio dell’anno scorso, alle Missionarie della scuola rivela: «A volte nella mia vita ho trovato qualche suora che aveva la faccia “di aceto” e questo non è affabile, questo non è una cosa che aiuta ad attirare la gente».
Chiedeva “santità e affabilità”. “Cara de vinagre” in spagnolo, segno di acidità, di una chiesa respingente: il volto delle suore che papa Francesco non voleva vedere mai.
Qualche dubbio rimane

Altre espressioni colorite non vennero usate in pubblico. Nel maggio 2024, durante l’incontro a porte chiuse con i vescovi italiani della Cei, pur ribadendo la necessità di accogliere tutti al sacerdozio, scivolò in un tono colloquiale: «Nei seminari c’è già troppa frociaggine». Alcuni vescovi lo giustificarono con la differenza linguistica, ma è rimasto qualche dubbio.