Aprile è un mese importante per tutti coloro che leggono e scrivono. Il 23 viene celebrata la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore, indetta dall’Unesco nel 1996. Una data scelta per il significato simbolico che unisce tre monumenti della letteratura: Shakespeare, Miguel de Cervantes e Garcilaso de la Vega. Scompaiono lo stesso anno, 1616 e lo stesso giorno, il 23, con qualche discrepanza dovuta a differenze di calendario.
Le tradizioni
In Catalogna i librai regalano una rosa per ogni libro acquistato celebrando la leggenda di San Giorgio che salva una fanciulla dal drago. Mentre a Venezia, nel giorno del patrono San Marco Evangelista, viene donato un bocciolo di rosa in ricordo del giovane Tancredi colpito in guerra dal nemico e tanto amato dalla figlia del doge. Emozioni floreali che contribuiscono a impreziosire una giornata dal grande significato storico: il 25 aprile Festa della Liberazione.
Entriamo alla Lovat con Shakespeare, de Cervantes e de la Vega
È il momento di entrare nel nostro luogo dell’anima per scoprire quali sono i libri più letti e amati dal pubblico grazie alle notizie sul gradimento che ogni settimana la Libreria Lovat elabora con la speciale classifica. Due splendide sedi a Villorba (Treviso) e Trieste, osservatorio privilegiato del nordest, punto d’incontro con autori e autrici dal respiro internazionale.
Ecco il medagliere con i magnifici dieci:
- Pennac – Capolinea Malaussène – Feltrinelli
- Andreoli – Perfetti o Felici – Rizzoli
- Gotto – Profondo come il mare, leggero come il cielo – Mondadori
- Barbero – Brick for stone – Sellerio
- Rovelli – Buchi bianchi – Adelphi
- Malaguti – Piero fa la Merica – Einaudi
- McEwan – Lezioni – Einaudi
- Vecce – Il sorriso di Caterina – Giunti
- Carrere – V13 – Adelphi
- Barbaglia – la mossa del matto – Mondadori
Lasciatemi esultare perché dal secondo posto della scorsa settimana trovo in vetta: “Capolinea Malaussène” (Feltrinelli) di Daniel Pennac
Torna alla grande la famiglia più amata di Parigi legata alla serie dei Malaussène: sette romanzi, oltre 5 milioni di copie vendute, più di 400 edizioni.
Mitico professore di lettere in un liceo parigino, Pennac nasce a Casablanca nel 1944. Figlio di un ufficiale dell’esercito francese, dopo un’infanzia in giro per il mondo tra Africa, Europa e Asia si stabilisce definitivamente a Parigi. Esordisce con romanzi che conquistano subito il pubblico a livello trasversale colpendo la fantasia degli adulti in particolare con “Il paradiso degli orchi” e “La fata carabina”. Surreale e travolgente ha inondato i suoi fedelissimi lettori con le avventure di Benjamin Malaussène di professione “capro espiatorio”. Impossibile raccontare o riassumere i suoi romanzi perché viaggiano come meteore in piena libertà, ma leggerlo è un piacere assoluto.
Seconda posizione per un’autrice che ancora una volta riesce a individuare difficoltà e crisi epocali: “Perfetti o felici” (Rizzoli) di Stefania Andreoli. Diventare adulti in un’epoca di smarrimento
Stefania Andreoli è una celebre psicologa, psicoterapeuta e analista. Lavora da sempre con gli adolescenti, le famiglie e la scuola. Si occupa di prevenzione, formazione, orientamento e clinica. È una firma del Corriere della Sera e consulente per Mondadori e Walt Disney. È presidente dell’Associazione Alice Onlus di Milano e consulente del Ministero dell’Interno per le politiche di contrasto alla violenza di genere. Il suo nuovo saggio è un racconto aperto e chiarificatore sulle dinamiche di un modello entrato in crisi. Una generazione di trenta-quarantenni in cerca d’aiuto, in difficoltà a trovare il proprio posto nel mondo, oppressa dal presente e priva di interessi per il futuro.
E se provassimo a fare un viaggio dentro noi stessi per trovare la serenità?
È l’incipit di un romanzo che in queste ultime settimane sta appassionando molto e infatti lo ritroviamo costantemente ai primi posti del medagliere: “Profondo come il mare, leggero come il cielo” (Mondadori). Ancora una volta lo scrittore torinese Gianluca Gotto affascina grazie all’esperienza di nomade digitale, ha vissuto molto in Australia e Canada. Grazie al blog “Mangia Vivi Viaggia” condivide con gli altri le sue importanti esperienze di vita. In questo libro racconta gli incontri che lo hanno salvato nel momento più buio della vita. È stato definito un testo intimo e generoso, pieno della saggezza millenaria del Buddha.
Barbero continua a salire
Continua e creare consensi l’ultimo romanzo dello storico Alessandro Barbero: “Brick for stone” (Sellerio). Il protagonista è un agente della CIA di grande esperienza ma purtroppo messo in disparte. Siamo nel 2001, anno fatidico dell’attacco alle torri gemelle. La storia trae origine da una improvvisa intuizione del protagonista che sulla base di un flebile indizio è sicuro che ci sarà un attentato terroristico. Per le indagini arruola un gruppo di talentuosi e strani personaggi: il campione di scacchi Bobby Fischer capace di anticipare le mosse dell’avversario, l’immigrato russo Kozlov ubriacone proveniente dall’Afghanistan ingegnere ed esperto di attentati, il professor Koselleck cacciato dall’Università per stalkeraggio contro la moglie. Aspettatevi di tutto: tensione, ironia, grandi sorprese.
È giunto il momento di onorare le novità con uno scrittore molto apprezzato da pubblico e critica: Paolo Malaguti
Originario di Monselice, attualmente risiede in uno dei posti più belli del mondo, Asolo e lavora come docente di Lettere a Bassano del Grappa. Nel 2016 è finalista al Premio Strega con “La reliquia di Costantinopoli”. Oggi lo troviamo ai primi posti con una pagina dimenticata della migrazione italiana: “Piero fa la Merica” (Einaudi). La copertina bellissima mi ha fatto pensare alla prima edizione di Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez, scrittore che amo profondamente. Oltre questa suggestione visiva l’impatto con la storia è travolgente. Grazie a una felice capacità narrativa l’autore racconta un mondo lontano e avventuroso cosparso di fatica e piante esotiche, una lingua che ha suoni veneti, italiani e portoghesi. I protagonisti migrano dai boschi del Veneto alle foreste del Brasile.
Li chiamano bisnenti quelli che “hanno due volte niente”. Per loro partire è un tuffo in un niente diverso da quello di casa propria. È davvero così lontana l’epopea degli italiani nelle Americhe? l’autore la racconta con gli occhi di Piero che ha quindici anni, originario del Montello antica riserva di legna dell’industria navale della Serenissima. In famiglia sono tutti poverissimi e la casa sta in piedi per miracolo. Mangiano poco, non possiedono nulla, migrare verso il Brasile sembra l’unica salvezza. Sarà una vita durissima alle prese con la foresta vergine, le bestie feroci, i serpenti velenosi, gli amori, più pericolosi di tutte le insidie. Piero scoprirà una cosa che nessuno aveva rivelato ai migranti prima di partire. Un libro che toglie il fiato e ci mette di fronte a una realtà che abbiamo dimenticato troppo presto e che non viene raccontata sufficientemente.
Salutiamoci con un compleanno illustre, il 21 aprile 1889 nasceva a Firenze Piero Calamandrei
Una delle citazioni più belle sulla Costituzione è sua: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione”.
Buona lettura!
Dott.ssa Elisabetta anch’io sono felice che la classifica della Libreria Lovat abbia laureato il testo di Daniel Pennac, del resto lo avevamo immaginato già la scorsa settimana. Oggi la mia attenzione è presa da Alessandro Barbero con il romanzo Brick for stone. Sicuramente questo è un tema già utilizzato, cioè la scelta di una dozzina di uomini esclusi dalla carriera ufficiale per le loro devianze, forse anche incarcerati, ma recuperati per un’azione sotto copertura. Immagino che il racconto ci presenti una vicenda piacevole, ricca di colpi di scena, dove ognuno dei personaggi, in base alle proprie capacità, porterà il proprio contributo per sventare l’attentato. Mi rimane difficile pensare ad un genio individualista come Bobby Fischer, pieno di contraddizioni, incapace di condurre una vita pratica, sia in grado di collaborare in un gruppo che dovrebbe agire come una serie di orologi svizzeri. Ora il libro di Alessandro Barbero mi rimanda obbligatoriamente a quello di Alessandro Barbaglia con La mossa del matto. In questo libro è raccontata la vita difficile, incredibile, scontrosa, ma anche geniale di Bobby Fischer. Però attenzione a non esaltare troppo la sfida tra tra USA e URSS, in realtà Bobby Fischer e Boris Spasskij si stimavano, il russo, più normale tra i due, era anche comprensivo rispetto le stranezze e le assurde richieste dell’americano.