Il frumento è passato dai 350 euro/tonnellata dello scorso ottobre ai 250 euro di questo inizio di primavera. Il tragico crollo dei prezzi del frumento, sceso in questi giorni a valori pari a quelli del periodo antecedente alla guerra in Ucraina, spiazza completamente anche gli agricoltori veneziani, per i quali si aggiunge un altro gravissimo problema oltre alla siccità.
Venezia al terzo posto in Veneto per il frumento

In autunno la semina di frumento è aumentata anche a Chioggia, Cavarzere e Cona, a fronte di un arretramento del mais, dopo il disastro della scorsa estate. Nel 2022 infatti il frumento aveva presentato buone produzioni e ottime performance di mercato con un +43% del prezzo medio annuo per il frumento tenero e +34,8% per il frumento duro.
Già dal 2021 al 2022 nel territorio di Venezia, al terzo posto in Veneto per coltivazione di frumento, si era registrato un aumento di 2mila ettari, passando rispettivamente da 17,394 a 19,205, secondo i dati Istat.
La chiave di lettura per le coltivazioni di cereali è da cercare nella siccità che, iniziata nel 2022, sembra non avere pause, mettendo particolarmente a rischio colture come il mais, che soffrono molto la mancanza d’acqua, e in particolare territori come quello di Chioggia, che subisce le pesanti conseguenze della risalita del cuneo salino.
Il presidente Pasti: “Situazione critica per le scorte mondiali”

Ma negli ultimi giorni sulla scelta di molti agricoltori di puntare al frumento, si è abbattuta la mannaia del vertiginoso crollo dei prezzi passati dai 350 ai 250 a tonnellata.
“I mercati dei prodotti agricoli sono poco elastici e un piccolo surplus o una piccola mancanza fa oscillare di molto l’andamento dei prezzi -sottolinea il presidente di Confagricoltura Venezia, Marco Aurelio Pasti. – Questa discesa continua dei prezzi, che si è aggravata a marzo, è però sorprendente, perché, se da un lato, l’Ucraina preme con le esportazioni (visto i riporti della scorsa stagione), dall’altro i dati sulle scorte mondiali non sono così rassicuranti. Le ultime stime indicano un leggero aumento delle scorte per contrazione dei consumi causata dai prezzi elevati, tuttavia il livello è ancora basso e se qualcosa dovesse andar storto, per i prossimi raccolti di frumento in Europa, o per il secondo raccolto in Brasile, la situazione potrebbe rapidamente diventare critica”.
Oltre al frumento anche la crisi del mais: alla base siccità e raddoppio costi di produzione

Al cedente andamento del mercato per il frumento, si associano anche le quotazioni del mais che l’anno scorso ha subito pesantemente la crisi idrica ed il rincaro dei fertilizzanti. Gli attuali prezzi di vendita del mais non sono in grado di ripagare le spese fatte per la coltura l’anno scorso.
Le previsioni quindi concordano sul calo importante delle superfici destinate a mais. Vista anche la preoccupazione per la scarsa disponibilità di acqua irrigua prevista per la stagione entrante. Parte delle superfici perse sul mais potrebbero andare oltre che sul frumento anche sulla soia. E Venezia è al secondo posto in Veneto con 28.900 ettari coltivati a soia (dati di Veneto Agricoltura).

“Nel 2022 i costi di produzione del mais sono aumentati vertiginosamente – conclude il presidente Pasti -. Soprattutto per l’impennata del prezzo dei concimi azotati, più che raddoppiato rispetto agli anni precedenti. La soia invece viene privilegiata anche perché non ha bisogno di questo tipo di concimazioni. La carenza di mais però comporterà gravi ripercussioni per gli allevamenti. Perché la granella viene utilizzata per i mangimi di animali da allevamento come pollame, bovini e suini. E la mancanza sarà sentita soprattutto dalle filiere che necessitano di prodotto italiano, come alcune grandi aziende e i consorzi.”.