Code di persone in fila dalle prime luci dell’alba davanti alle varie Questure per ottenere il passaporto. Una scena vista in questi giorni in molte città. E tempi di attesa straordinari per il rilascio o il rinnovo del documento si segnalano in tutta Italia. Spesso risulta impossibile prendere un appuntamento, il sistema operativo on line permette solo raramente, una volta entrati nel sito, di poter prendere un appuntamento. Fino a qualche tempo fa era concesso dopo una decina di giorni dalla richiesta on line. Alcune questure hanno introdotto degli open day, ma la situazione non sembra migliorare. Come si è arrivati a questo caos?
Le ragioni del caos

Le ragioni sono diverse: tra le varie motivazioni si contano le pratiche accumulate durante il Covid, ma anche la necessità di avere un passaporto per recarsi in Regno Unito in seguito alla Brexit. Poi ci sarebbero problemi nel rilascio delle carte d’identità, cosa che a sua volta ritarda il rilascio dei passaporti. Le Questure, una volta acquisita l’istanza, rispettano i tempi previsti per la conclusione del procedimento di rilascio: 15 giorni più altri 15 in caso di ulteriori accertamenti. Nella maggior parte dei casi, le criticità segnalate riguardano soprattutto la possibilità di ottenere in tempi brevi un appuntamento tramite il sistema Agenda online, che a volte porta ad attese lunghe anche mesi.
Conseguenze per i viaggi sia di lavoro o per vacanza

I tempi lunghi per il rilascio del passaporto costerebbero alle agenzie di viaggio perdite per 150 milioni di euro. Questo l’allarme di Assoviaggi-Confesercenti i cui associati hanno ricevuto per mancanza di documenti abilitati all’espatrio una pioggia di ben 80 mola disdette. Un fenomeno dilagante che non risparmia nessuna provincia. Si tratta, in primo luogo, di un disservizio per la cittadinanza: il passaporto non serve solo per andare in vacanza. E’ anche un fattore di libertà di movimento fuori dai confini europei.
Il problema ha un grave riflesso anche sul mondo del turismo organizzato, proprio nell’anno della ripartenza dopo il lungo stop imposto dalla pandemia e l’Italia è stato l’ultimo paese d’Europa ad eliminare le restrizioni ai viaggi, come segnala Giuseppe Rebecchi, presidente nazionale di Assoviaggi -. Le ragioni del caos attuale sono la somma di nuove richieste che si sovrappongono a quelle “arretrate” a causa del Covid. Adesso occorre però trovare una soluzione che non può essere quella degli Open Day, che inevitabilmente si trasformano in nuovi ingorghi. Occorre accelerare sugli investimenti tecnologici della P.A.: serve maggiore efficienza informatica, che nel caso di documenti personali deve seguire l’esempio dell’anagrafe nazionale digitale, via maestra del miglioramento dei servizi ai cittadini in un Paese europeo.