“Vaghezza, aria e novitade appare in ciascuna cosa ivi fatta”. Così scrive Pietro Aretino affascinato dall’opera di uno dei pittori più sorprendenti del Cinquecento: Paris Bordon (Treviso 1500 – Venezia 1571). Fu lo storiografo veneziano Marco Boschini a definirlo “Divin Pitor” termine usato solo per Raffaello e Tiziano. La sua città natale gli dedica una mostra imperdibile, la più ampia mai realizzata finora, con opere eccezionali molte delle quali esposte per la prima volta in Italia.
Il Divin Pitor in mostra

Dallo scorso settembre uno straordinario volto di donna avvolge le atmosfere scenografiche di Treviso, icona della grande esposizione aperta fino a metà gennaio al Museo di Santa Caterina: Paris Bordon 1500-1571 Pittore divino. La rassegna è curata da Simone Facchinetti, professore associato all’Università del Salento, e Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi a Firenze, promossa dalla Città di Treviso, dai Musei Civici e dalla Regione del Veneto. La produzione e l’organizzazione sono affidate a Marsilio Arte, che ne pubblica il catalogo.
Divino anche l’allestimento, un percorso magnetico nella vita di questo artista allievo di Tiziano, attraverso opere provenienti da prestigiosi musei internazionali e collezioni private.
Il mio scatto

L’ho visitata e mi sono permessa di inserire un solo scatto personale raffigurante il manifesto all’ingresso perché i capelli della giovane donna ritratta avevano lo stesso colore del foliage autunnale, quel rosso Tiziano che questa volta è un “rosso Paris”. Tutte le altre immagini appartengono al materiale stampa, splendide e curate nel minimo dettaglio. Quelle dell’allestimento sono di Luca Zanon.
A proposito di colori non dobbiamo dimenticare che Treviso era un tempo definita “Urbs Picta” la città dipinta, grazie alla meraviglia dei suoi palazzi con le pareti tutte affrescate.
Una pinacoteca a cielo aperto la definisce Fabrizio Malachin Direttore Musei Civici di Treviso

Ecco un frammento del suo saggio dal catalogo Marsilio che sintetizza alla perfezione l’atmosfera di quel periodo così intenso per la vita artistica: “Grandi maestri della pittura salirono sui ponteggi per abbellire le pareti, portando l’arte a disposizione di tutti. Tra i grandi protagonisti del Rinascimento, attivi in questa impresa, anche Paris Bordon. Giorgio Vasari testimonia che Bordon, dopo essere stato a Vicenza, andò a Venezia, dove realizzò un affresco ai piedi del ponte di Rialto, e quindi fu chiamato a Treviso dove dipinse, oltre a quadri da cavalletto, anche diverse facciate (purtroppo tutte perdute)”.
Il Divin Pitor arriva da tutto il mondo

L’esposizione di Santa Caterina esplora il sublime talento del genio trevigiano riunendo molti capolavori presentati accanto a testimonianze dei grandi dell’epoca come Pietro Aretino e Giorgio Vasari che fu l’artefice della popolarità di Paris. I prestiti provengono dai più importanti musei come la National Gallery di Londra, il Louvre di Parigi, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, l’Ashmolean Museum di Oxford, le Gallerie degli Uffizi di Firenze e i Musei Vaticani.
Chi era il Divin Pitor

Paris Bordon era l’unico allievo di Tiziano meritevole di attenzione secondo Giorgio Vasari che gli dedicò ampio spazio nella biografia scritta sul Vecellio nell’edizione del 1568 del celebre “Le Vite”. Grazie alla sua testimonianza scopriamo che Bordon era anche un notevole ritrattista. In mostra alcuni pezzi davvero sorprendenti.

Attraverso la storia dei suoi ritratti possiamo individuare i luoghi dove ha lavorato nel corso degli anni, come il periodo francese a Fontainebleau alla corte di Francesco I. Uno stile il suo che dalle ispirazioni delle opere di Giorgione, Palma il Vecchio e Tiziano, diventa con la maturità sempre più personale. Paris Bordon abbandona i cromatismi fusi e caldi tipici dell’espressività lagunare, prediligendo colori freddi, vitrei e carnagioni madreperlacee, più simili alla scuola toscana. Un ideale di bellezza che traspare sui volti e gli abiti delle giovani donne ritratte, come quella della National Gallery di Londra con l’abito rosso, colore che all’epoca era riservato alle nozze.

Arriva invece da una collezione privata di Parigi, Galerie Canesso, il sorprendente “Ritratto di giovane donna”, logo della mostra trevigiana.
Il percorso
Il percorso si articola in otto sezioni tematiche (Eredità di Tiziano; Fortuna storica; Ritratti; Mitologie; Eros; Invenzioni di Paris; Quadri di devozione privata; Opere devozionali e pale d’altare). Documentate alla perfezione tutte le fasi pittoriche, dagli anni giovanili influenzati da Tiziano alla maturità.
Andiamo a scoprire qualcosa di più sulla sua vita


Paris Bordon nasce a Treviso nel 1500, si trasferisce a Venezia in seguito alla scomparsa del padre, sellaio di professione. Comincia a lavorare con Tiziano in giovane età, probabilmente a 13 anni. Sempre a Venezia, nel maggio del 1566, conosce Giorgio Vasari che ne rimane affascinato, tanto da dedicargli ampio spazio nei suoi celebri resoconti dedicati alle vite degli artisti.
Paris aveva un buon carattere, ma era anche deciso molto sicuro di sé. Lascia Venezia nel momento del suo massimo successo, decisione che Giorgio Vasari attribuisce proprio a questa indole, poco incline a mendicare lavoro, ovvero “far troppa servitù”.
Tra le varie sezioni della mostra, spicca con un taglio modernissimo, sembra quasi un preraffaellita, “Marte, Venere e Cupido incoronati da Imeneo” del Kunsthistorisches di Vienna. Dalla National Gallery di Londra arriva un altro capolavoro: “ Dafne e Chloe – Ritratto di una coppia di amanti”.
Le alchimie

Tutto in Paris Bordon è armonioso e colto, si sentono le alchimie di Giorgione e Tiziano, ma emerge con forza il suo stile personale e unico. Come nei dipinti a carattere religioso che arrivano da Glasgow.
Superbi anche i ritratti maschili, presente alla mostra il più antico del genere di impronta ancora giorgionesca, è un “Ritratto di gentiluomo” prestato dalla Alte Pinakothek di Monaco di Baviera.
Il Divin Pitor e San Giorgio

Merita una sosta prolungata l’opera monumentale conservata ai Musei Vaticani “San Giorgio uccide il drago”, realizzata in origine per l’altare maggiore della chiesa di San Giorgio a Noale, nel veneziano. La grande pala d’altare è stata restaurata in occasione dell’evento, un’opportunità per ammirarla prima del ritorno a Roma.
Da Venezia arriva la tela “Venere dormiente e Cupido”, custodita alla Ca’ d’Oro

Suggeriamo a questo punto una deviazione lagunare alle Gallerie dell’Accademia che conservano l’opera considerata uno spartiacque nella vita di Paris Bordon: “Consegna dell’anello al doge”.
La tela faceva parte della decorazione della sala dell’Albergo della Scuola Grande di San Marco. Era la sala più spettacolare del Rinascimento veneziano.

Il dipinto di Paris Bordon ritrae la conclusione dell’evento miracoloso che riguarda il salvataggio di Venezia da una paurosa tempesta, ad opera dei santi Marco, Nicola e Giorgio. La burrasca di mare è rappresentata in modo magistrale da Jacopo Palma il Vecchio.
La leggenda
Secondo la leggenda i tre santi vennero traghettati alla bocca di porto del Lido da un vecchio pescatore per placare la burrasca scatenata da una nave demoniaca che voleva sommergere la città. Grazie all’intercessione dei santi il vortice maligno trascinò a fondo i demoni, il mare si placò e Venezia non venne distrutta dalle acque. Fu allora che San Marco consegnò il proprio anello al pescatore incaricandolo di portarlo al doge.
Anche l’opera ha una storia vorticosa, venne rimossa durante la dominazione francese e spedita a Parigi assieme a tanti altri tesori d’arte saccheggiati. Al suo rientro in Italia fu collocata alle Gallerie dell’Accademia.
Questo episodio ci fa pensare che in qualsiasi periodo storico o leggendario, dovremmo sempre avere al nostro fianco qualcuno che ci salvi da un naufragio, un santo o un pescatore.
Paris Bordon 1500-1571.
Pittore Divino
16 settembre 2022 – 15 gennaio 2023
Museo di Santa Caterina
Piazzetta Mario Botter, 1 – 31100 Treviso
Da martedì a domenica 10.00 – 18.00
Ph: Foto dell’allestimento di Luca Zanon
Dott.ssa Elisabetta che magnifico articolo che ci fa conoscere sia questo straordinario pittore, sia la mostra collegata. La Città di Treviso e la Regione ha creato un grande evento che illustra l’arte di uno straordinario personaggio locale, ma importante in tutta Europa. Bisogna sempre promuovere la cultura locale, i personaggi del territorio, far conoscere le radici alle nuove generazioni. Le fotografie che illustrano la mostra di Paris Bordon ci rendono alla perfezione questa straordinaria arte di un artista che ci ha lasciato straordinarie opere sia nella sua regione, sia in Francia. Peccato che i suoi affreschi esterni sono andati perduti, oggi si sarebbero potuti staccare e conservare in una pinacoteca. Complimenti al Veneto per questa vivace attività culturale.
Brava …… complimenti… luciano Zarotti j