Nel buio del palcoscenico appaiono 7 quadri di grandi dimensioni, come le 7 note. Sono l’architettura all’interno della quale si muovono 15 meravigliose danzatrici. Quando il movimento coreutico si sposa col colore, col segno vibrante dell’astratto accompagnato da un suono che non è altro che il battito del cuore di un ballerino, la sinestesia diventa realtà. E’ quanto è accaduto al Teatro al Parco della Bissuola a Mestre. In scena lo spettacolo dei “Giovani in danza – colori, emozioni in movimento” con le splendide danzatrici, piccole e grandi di Terraglio Danza (Polisportiva Terraglio, Sant’Alvise Venezia) del maestro Carlo Zaja. In cui classico e contemporaneo si sono avvicendati con le coreografie dello stesso Zaja e di Cinzia Carta e Chiara Vecchiato.
I 7 quadri di Antonella

La danza messa in scena dalla scuola mestrina ha aperto una finestra sull’arte contemporanea. Come fondale, infatti, c’erano le sette opere di Antonella Benanzato, la pittrice astrattista padovana che compone e rappresenta su tela la sua musica. L’artista che, a sua volta, ha studiato danza con la grande Egilda Cecchini, zia di Carlo Zaja, ha saputo ispirare il maestro che ha creato appositamente una coreografia sulle sue opere, insieme a Chiara Vecchiato e Aurora Zaja.
La perfetta sinergia


Aurora Zaja ha incantato con le sue linee perfette, con una padronanza del centro che le consente di librarsi anche in salti molto precisi. Inoltre anche il lavoro a terra ha dato quella particolare densità necessaria a definire il “mood” della relazione tra opere d’arte e coreografia. Originalissima anche la scelta dei brani, in cui il recitativo spaziava nell’elettronica sperimentale. Un solo da standing ovation per Aurora Zaja quello di “Logic e-Motion”. In cui la giovanissima danzatrice sembrava entrare nelle opere di Benanzato rappresentandone quasi il segno pittorico.
7 quadri “speciali”



Del resto, la sensibilità della scuola di Zaja per il sociale e per la Dancebility è cosa nota. Sul palcoscenico del Teatro al Parco hanno portato il proprio talento e passione Francesca Battista, che ha incantato con “Nel blu…” di Domenico Modugno ed Elisa Parutto con “Nessuno ci crede…io sì”, canzone di Laura Pausini. Le due danzatrici, diversamente abili, hanno saputo dimostrare che la danza è soprattutto cuore e generosità, ciò che ogni grande artista dovrebbe possedere. Non è un caso che Zaja nel programma di sala, illustrato dai dettagli delle opere di Benanzato, abbia preso a prestito una celebra frase di Martha Graham. “I più grandi ballerini non sono grandi per il loro livello tecnico, sono grandi per la loro passione”. L’inclusione è per Terraglio Danza un valore imprescindibile.
7 quadri, 7 note e 3 movimenti

“Humanity” è il titolo della coreografia in tre movimenti creata da Zaja e Vecchiato sulle opere di Benanzato: Un casual, Soul e Heart. Tre momenti in cui le giovani danzatrici danno corpo e sostanza a un movimento fluido che si interseca meravigliosamente con la scena contemporanea che fa loro da sfondo. E l’alchimia tra opera pittorica e gesto diventa un portentoso mezzo espressivo che raccoglie e valorizza il significato della coreografia. Dopo due anni di assenza dai teatri a causa della pandemia, finalmente l’umanità ritrova la sua ragione d’esistere anche attraverso la bellezza della danza, attraverso la cultura, attraverso l’arte. Essere umani significa possedere anima e cuore e tutto ciò non è casuale, come non è casuale la danza contemporanea frutto di elaborazione creativa di uno studio tecnico rigoroso che viene dalla danza classica. Ma le danzatrici di Zaja non sanno solo danzare, è il caso di una di queste, Anna Giorgi che ha concluso lo spettacolo regalando la sua splendida voce alle note di “Rise up” di Andrea Day.