Marcell Lamont Jacobs e Gianmarco Tamberi raccontati attraverso i familiari meno noti. Nicolò e Gianluca.
Nicolò
Marcell ha due fratelli minori, nati dalla nuova unione di mamma Viviana. Nicolò ha 19 anni e racconta a Il Corriere di Brescia: «Due anni fa, un vicino, Alberto Papa, ha costruito una pista per Marcell. La medaglia d’oro è stato un successo costruito insieme, grazie a mia madre e al nonno Osvaldo. Era campione di motocross, ha provato a far appassionare Marcell a quello sport, ma non era portato. Gli è rimasto il soprannome di “motoretta”, dal nonno, a cui ha dedicato la vittoria. Mamma e nonno hanno sempre creduto in lui, da quando saltava in lungo”.
Jacopo ha 18 anni. “Dopo il record indoor, gli avevo detto che questo sarebbe stato il suo anno. Però era difficile immaginare che sarebbe andata così”.
Da Nicolò a Marcel
Da Tokyo, Marcell rivela invece la sua Desenzano del Garda, a Riccardo Crivelli, de La Gazzetta dello sport: “Andavo in vacanza in tenda, con gli amici. Sulla scuola è meglio sorvolare, frequentai le medie alle private, dai preti, dormivo in istituto e un anno fui bocciato. Alle superiori andai al liceo linguistico, eravamo in due maschi e 28 ragazze, non faceva per me, a metà primo anno passai a un professionale, oltre Carpenedolo: lo portai a termine, nonostante risse frequenti”.
Nicolò ci parla del fratello
Marcell non parla un grande inglese, in compenso l’italiano è davvero convincente. “Ho imparato la sintesi, a dire tutte le cose importanti, con efficacia”, confessava a noi un anno fa, a Padova, ai campionati italiani, in cui aveva naturalmente vinto.
Marcell è diventato padre per la prima volta a 20 anni, il 14 dicembre 2014, di Jeremy. Il padre si chiama Lamont. “Da bambino, non lo ricordo – ha raccontato Lamont Marcell al Corriere della Sera, prima delle Olimpiadi –. Dal momento in cui con mamma Virginia siamo rientrati da El Paso, è cominciata la nostra personalissima sfida a due. A scuola ero in difficoltà. Disegna la tua famiglia, mi diceva la maestra: io avevo solo mia madre da disegnare e ci soffrivo. Chi è tuo papà, mi chiedevano gli amici da ragazzino: non esiste, rispondevo, so a malapena che porto il suo nome. Per anni ho alzato un muro. E quando mio padre provava a contattarmi, me ne fregavo”. Adesso invece lo inviterà al matrimonio.
C’è chi non la manda giù
Jacobs fa 45 passi, sui 100 metri, 4 in più di Bolt. Naturalmente, è pretestuosa la campagna diffamatoria di stampa americana e inglese, nei suoi confronti. Il ct Antonio La Torre ha spiegato la progressione, i miglioramenti, mentre la staffetta veloce americana neanche ha passato il primo turno.
Dopo Nicolò tocca a Gianluca
Gianmarco Tamberi ha un fratello maggiore, di due anni (31 contro 29 anni), Gianluca. Come giavellottista è stato terzo ai campionati italiani e in gara anche un anno fa, a Padova, in passato fu azzurro in coppa Europa. Gianluca è un numero uno per bellezza, al punto che venne proclamato Mr Italia 2012, nel concorso del reggiano Claudio Marastoni.
Gianluca in tv
Tamberi senior ha così recitato in Don Matteo, la popolarissima fiction con Terence Hill e Nino Frassica, in onda per anni su Rai1. “Interpretavo un giovane accusato dell’omicidio della sua ragazza – ci spiegava anni fa -. Poi collaborai all’indagine”.
Dopo Nicolò tocca a Gianluca raccontare la famiglia
Il padre Marco, allenatore di Gimbo, 64 anni, già primatista nazionale del salto in alto, è stato editore di riviste da ricamo, a partire da “Profilo”. Mamma Sabrina, 56 anni, vantava un buon 5,98 nel salto in lungo, fa l’insegnante di educazione fisica.
“Nonno Bruno, invece, nel 1939 saltava 1,86… – ci confidava Gianluca Tamberi -. Fisicamente siamo molto diversi, mio fratello è uno e 93 per 75 chili, io uno e 88 per 90. Da piccolo ero grassottello, ho provato il salto ma non faceva per me. Entrambi iniziammo con papà, fu lui a portarmi al top, nel 2010”.
Giocavano tutti e due a pallacanestro, nella Robur Osimo, sino ai 16 anni. “Gianmarco è rimasto molto legato al basket, segue persino la preparazione di amici, aveva organizzato il torneo 3×3 di Ancona”.
Alla gente piace per il carattere. “Coinvolge il pubblico, intrattiene e svecchia l’atletica”. Nel 2012 strappò il pass per l’olimpiade di Londra all’ultima gara utile. “Stabilì il personale, 2,31 ai campionati italiani. Si tolse le scarpe e provò scalzo il record del mondo…”.
Il sogno
Gianluca ha baffi sottili, da siciliano. “Nel 2013 fa ho terminato l’accademia di recitazione, a Roma. Faccio la spola con Ancona, mi alleno e, se concilia, faccio l’attore, ispirandomi a Brian Cranston (Breaking Bad)”.