Partiamo da un presupposto. Chi è il cliente ideale? La signora Maria. Chi è la signora Maria? Potremmo definirla la “persona comune”. Quella che si rivolge alla grande distribuzione per fare la spesa. Quella che guarda alla qualità del prodotto ma anche al costo. E perché no? Anche all’immagine stessa del prodotto.

La signora Maria e il packaging
Nel packaging l’apporto del marketing emozionale diventa fondamentale. La psiche del nostro consumatore tipo (appunto la signora Maria) può essere rappresentata come un iceberg. La parte visibile/razionale raffigura i bisogni espliciti ed i comportamenti manifesti. Ma non costituisce che il 30% rispetto ad un 70% di massa nascosta.
L’iceberg che non si vede
Questa parte, di massa immersa è quella emozionale, che comprende irrazionabilità, il 50% dei bisogni, le aspirazioni, i complessi, le credenze, i segni, i simboli, i colori, le forme.
Perché la signora Maria?

Le attuali ricerche ci permettono di studiare le situazioni emotive che sono alla base di quel 70% dei comportamenti del genere umano, individuabili in un teorico screening nella parte destra del cervello. Ciò è possibile tramite una profonda analisi delle reazioni della psiche agli stimoli comunicazionali, non ricercando le differenze individuali, ma tutto ciò che è trasversale all’immaginario collettivo. Ecco perché questi studi si basano non su un target ristretto.
La signora Maria e la comunicazione
L’efficacia della comunicazione si basa su tre fattori fondamentali: il dove, il cosa, il come. La signora non lo sa. Ma per scoprirlo ci diamo appuntamento alla prossima settimana.