Ebbene si, se è pur vero che anche grazie al mio lavoro, posso dire d’aver girato un bel po’ di mondo il posto più bello che abbia mai visto è e resta il salotto di casa. Venezia, la città di cui non smetterò mai di raccontarvi. Isola d’incanto e dai mille splendori, quest’isola a cui poeti e pittori con frasi e colori hanno saputo di più farla brillare. Venezia. L’isola che di notte sembra un sogno e di giorno incanta tutti donando gioia di vivere ed Amore. L’arte è sempre stata amica di Venezia ed oggi per chi non lo conoscesse, vi porto a vistare un museo che rende lode e gloria ad un artista che con la sua arte è riuscito a far riecheggiare melodie e sonorità arrivate sino ai giorni nostri con immutata grandezza! Antonio Vivaldi!
Antonio Vivaldi, chi è costui?
Non sono qui per offrirvi una lezione di storia biografica, ma per suggerirvi una gita, ed in questo caso la gita è nel cuore di Venezia, per l’esattezza presso la Chiesa San Maurizio, in Campo San Maurizio nel Sestriere di San Marco.
Prima del giro parliamo però di Vivaldi

Prima di raccontarvi e portarvi in “gita” però, non posso esimermi su due parole relativamente a Vivaldi!
A prescindere dall’innumerevole lascito d’opere dell’artista che sono arrivate ai giorni nostri, vi è un aria che a me (spero a tutti i Veneti) sta particolarmente a cuore. Si tratta della JUDITHA TRIUMPHANS, un opera che Vivaldi compose per celebrare nel 1716 la vittoria di Venezia sul Turco a Corfù.
C’è nell’aria finale di quest’opera un coro che mette l’accento su alcuni elementi, il primo la grandezza e la magnificenza di Venezia come Regina dell’Adriatico, quindi la parola PACE. Negli ultimi anni da più parti quest’aria è stata indicata come potenziale INNO del Popolo Veneto. Qui di seguito vi allego due versioni, quella originale e quella rivisitata con un testo in lingua Veneta attualizzato!
Vivaldi e l’inno veneto
Mi fa piacere segnalare che il testo dell’Inno Veneto, è stato scritto dal Prof. Luciano Brunelli – esperto di storia, cultura e tradizioni Venete, collaboratore dell’Associazione Culturale Veneto Nostro Raixe Venete, e socio onorario dell’associazione Europa Veneta.
Torniamo al maestro

Ma torniamo a Vivaldi ed al Museo della Musica di Venezia. Il Museo della Musica è una mostra dedicata a una delle manifestazioni artistiche che hanno reso grande la cultura italiana: la liuteria.
Venezia, dove la mostra ha sede, è stata officina di grandi “liutai o costruttori di istromenti”.
I suoi artigiani furono eccellenti nella sperimentazione e produzione di strumenti musicali che venivano sempre più perfezionati. Per rispondere in modo ottimale alle nuove esigenze di sonorità che si venivano via via definendosi in quei tempi.
Vivaldi e il Museo della Musica
Attraverso il Museo della Musica si racconta il Settecento che rappresenta l’epoca aurea della liuteria. E’ infatti il secolo che vede l’affermazione della Scuola Cremonese. Cresciuta in modo tale da diventare il punto di riferimento assoluto per la costruzione di strumenti ad arco. E di rimanerlo, almeno per il grande pubblico, ancora oggi.
La mostra su Vivaldi
La mostra “Antonio Vivaldi e il suo tempo”, che è ospitata nella splendida Chiesa di San Maurizio, ha lo scopo di far rivivere il suono di alcuni strumenti musicali quali gli Amati, i Guadagnini e i Goffriller, vere e proprie opere d’arte, in un’ambiente di grande bellezza e carico di storia creando un momento di assoluta perfezione.

Già di per sé, la “location” dov’è presente il museo, varrebbe il senso della gita, infatti, se ci si sofferma anche “solo” sulla chiesa di San Maurizio, molte le cose sono da dire su questa, a partire dalla sua storia: Fatta costruire dalla Famiglia Candian (detta Sanudo) , la chiesa in origine aveva la facciata che era rivolta al rio del Santissimo ed aveva un sagrato ai piedi del ponte che ancora oggi conduce al campo di Santo Stefano. Il campanile sorgeva in angolo tra il campo e la calle.
La chiesa volgeva il fianco destro sul vasto campo dal perimetro perfettamente regolare.
La chiesa sparita

Dal IX secolo fino alla fine del Cinquecento le cronache non danno più alcuna notizia della Chiesa di San Maurizio con riferimento alla struttura architettonica, ma è certo che subì una riedificazione, in seguito ad un incendio che ne aveva distrutto le strutture edilizie, che si concluse nel 1105.
Alla fine del Quattrocento la chiesa presentava ancora struttura basilicale a tre navate di chiara impronta bizantina, risultato di un intervento operato nella prima metà del XII secolo.
In epoca gotica furono realizzati sicuramente altri lavori di restauro e di ristrutturazione. Dopo tanti secoli di silenzio le carte riportano la notizia che nel 1580 la Chiesa di San Maurizio fu completamente ricostruita e consacrata.
Si può supporre che in questa occasione, secondo le nuove teorie architettoniche legate alla funzione degli spazi, la nuova fabbrica abbia subito un’intera rotazione in modo da far corrispondere la fronte principale al campo.
Dalla chiesa a oggi
Ricordiamo che in precedenza, cioè verso la metà del secolo, era stato demolito l’antico campanile per consentire la costruzione del grandioso Palazzo Bellavite, la cui facciata su campo sembra essere stata affrescata da Paolo Veronese. Dionisio Bellavite, ricco mercante, aveva infatti ottenuto la concessione dell’area e il permesso di togliere il campanile in cambio del pagamento di una tassa annuale a beneficio della Chiesa di San Maurizio, tassa che il Bellavite continuava ancora a pagare nel 1564.
Della chiesa, eretta nel 1590, non abbiamo altra notizia, né elementi superstiti poiché nel 1806 essa venne demolita e riedificata secondo il progetto di Antonio Diedo e Giovan Antonio Selva.
L’attuale edificio, consacrato nel 1828, ha pianta a croce greca con cupola centrale e cupolette emisferiche cieche ai lati. Il disegno generale sembra ispirarsi alla Sansoviniana Chiesa di San Geminiano.
Vivaldi vicino agli Albanesi

In aderenza al fianco sinistro della chiesa sorse l’edificio della scuola degli Albanesi. Della scuola si ha notizia fin dal 1489 e ancora nel 1501 e nel 1502, anni durante i quali si stavano portando a termine la decorazione interna dei soffitti e gli arredi. Nel 1531 un nuovo intervento completava la facciata su calle del Piovan, che ancora oggi si può vedere, ornata da eleganti e ben lavorati bassorilievi di chiara fattura classico-rinascimentale.
Il giro
Passare per Campo San Maurizio è estremamente facile, ci si passa spesso andando a san marco o alla fenice, spesso i più incuranti, non notano neppure questo museo, intelligentemente però i curatori hanno adottato uno stratagemma di puro marketing, infatti non si può non notare che da dentro la chiesa, arriva una melodia sinfonica che invade con delicatezza tutto il campo, infatti, all’interno della “sala” durante la visita, si è sempre accompagnati dalle melodie dei liuti, ma non solo!
Vivaldi musica e cultura immortale
Viole d’amore, violini, mandolini, salterio, arpe, liuti, cetre, chitarre, contrabbassi, clavicembali, strumenti a fiato (clarinetti, flauti etc.), il tutto condito da un’ottima musica classica in un ambiente ideale per una propria acustica perfetta che avvolge i visitatori che si soffermano a leggere la storia di Venezia città della musica nel XVI e XVII secolo culminante appunto in Vivaldi, ma anche altri artisti come Galuppi e Monteverdi.

Vivaldi ne vale la pena
Andateci e ne rimarrete affascinati considerando la creatività che emana questa visita fra l’altro gratuita se poi vi affascina questo mondo, vi rammento che vi è un altro luogo dove poter approfondire questa cultura e si tratta della chiesa di San Giacomo (San Giacometo), ai piedi del Ponte di Rialto, dove su Vivaldi vi si apre un mondo intero.
Scriveva Friederich Nietzche “se cerco un’altra parola per dire musica, trovo sempre e solo la parola Venezia”