Il Veneto ha due nuovi pretendenti alla presidenza del Comitato Regionale della Federazione Ciclistica Italiana. Si tratta di Sandro Checchin, padovano di Villanova di Camposampiero (Padova). Classe ’63, come l’altro sfidante, Ivano Corbanese, di Carbonera (Treviso).

Checchin, ciclismo e politica
Sandro Checchin è un apprezzato giudice di gara che ha collezionato diverse esperienze internazionali importanti. Negli ultimi otto anni è stato il presidente dei giudici di gara del Veneto. L’esperienza non manca a Sandro Checchin che ha iniziato da corridore nel Gs Fiumicello di Leonida Ruffato per diventare giudice di gara nel 1992, dopo aver gareggiato sin da dilettante. Dal 2000 è un giudice di gara nazionale.
La dichiarazione di uno dei due
Funzionario commerciale nel mondo dell’informatica è stato per nove anni assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici a Villanova di Camposampiero: “Qui bisogna lavorare per dare vita ad un comitato a servizio delle società. La decisione di candidarmi è stata presa dopo che alcune componenti del ciclismo me lo hanno proposto. Con Ivano Corbanese c’è un ottimo rapporto e non voglio andare allo scontro. Ho intercettato alcuni chiamiamoli “mal di pancia” sul fatto che ci fosse una candidatura unica, ed eccomi a servizio del ciclismo ancora una volta. Dopo due mandati da presidente dei giudici di gara del Veneto ho deciso di lasciare. Ci sono tante altre persone meritevoli”.
La squadra dei due
I due candidati vicepresidenti del Comitato Regionale Veneto per il prossimo quadriennio che sostengono Sandro Checchin, sono il veronese Alessandro Spiniellae il trevigiano Lillo Zussa. Alla carica di consigliere aspirano invece la vicentina Romina Anna Agliuzzo, il veneziano Giuseppe Clementi, il padovano Riccardo Donatoe il rodigino Vittorino Gasparetto.

Il trevigiano Ivano Corbanese
Ivano Corbanese è un trevigiano, conoscitore del mondo delle due ruote da lungo tempo, ha iniziato la scalata della carriera agonistico-dirigenziale da ragazzino. Ora si candida alla presidenza regionale. Ha iniziato da corridore racconta a sei anni, spinto dal papà Ferruccio nella Leva Ciclistica Rovere a Santa Maria del Rovere (quartiere di Treviso), sino agli allievi. Da junior era alla Unione Ciclisti Trevigiani. Nella Leva, da corridore, ha fatto anche il segretario di società. A 18 anni è entrato alla Trevigiani come segretario. Poi è stato giudice di gara, direttore di corsa e segretario del comitato provinciale Fci. A 27 anni è stato il più giovane presidente di comitato provinciale d’Italia.
Tre mandati da presidente provinciale nella corsa a due
Nei tre mandati da presidente provinciale era in giunta Coni a Treviso ha conosciuto tutte le realtà sportive trevigiane. Per un decennio è stato assessore allo sport, cultura, politiche giovanili e pubblica istruzione a Carbonera e dal 2015 al 2020 vice presidente regionale della Fci. Si candida dunque alla presidenza regionale per rilanciare il ciclismo: «Il ciclismo è cambiato. Dobbiamo recuperare il tempo perduto e gli atleti, cercando anche a livello dirigenziale nuove leve».

Il presidente uscente Igino Michieletto
In un post su Facebook il presidente uscente del Ciclismo Veneto Igino Michieletto, spiega perché non si è più ricandidato. “Mi viene richiesto da più parti perché non mi ricandido alla presidenza del Veneto. Per chiarezza, una mia eventuale ricandidatura poteva concretizzarsi solamente con un accordo e una richiesta di tutte le province. Questo non è avvenuto, pertanto non vi è in campo la mia candidatura. Con amicizia e massima serenità e spirito di collaborazione cerchiamo tutti di operare per il bene del nostro movimento. Resto a disposizione per ogni utile collaborazione, naturalmente se richiesta. Che sia sempre un ciclismo dal volto sorridente”

I comitati provinciali del Veneto sui due candidati
Nel comitato di Padova, dopo l’uscita di scena di Giorgio Martin, l’ex professionista Alberto Ongarato, con lo staff della Sc Padovani, è ineleggibile. Le motivazioni poste alla base dell’esclusione della candidatura di Ongarato riguarderebbero un errore procedurale nell’invio della candidatura (mancherebbe l’email inviata al Comitato Regionale) ma, soprattutto, al fatto che il padovano sarebbe stato “incandidabile” perché sottoposto ad una sanzione federale nel lontano 2002. Il richiamo sarebbe alla squalifica subita in quell’anno da Ongarato, non per una positività, ma per una semplice frequentazione con il dottor Enrico Lazzaro; una sanzione ridotta al minimo (6 mesi) dall’allora corte federale e poi dimezzata addirittura a tre mesi. Resta solo Alberto Barbirato, capofila di una cordata che coinvolge diverse società di base. A Venezia, invece, il confronto sarà tra il presidente dimissionario Gianpietro Bonato e colui che lo ha sostituito nel dicembre 2019, Luigi Zampieri. Già certi della riconferma, infine, i presidenti di due province importanti come Treviso e Verona che anche dopo questo turno elettorale proseguiranno rispettivamente con Giorgio Dal Bò e Diego Zoccatelli.
Friuli Venezia Giulia
Stefano Bandolin vola verso la riconferma del comitato fruilano. Le elezioni si terranno domenica 13 dicembre a Palmanova.