Con le recenti riasfaltature è praticamente concluso il terzo lotto della terza corsia sulla A4, quello che si presentava il più complesso comprendendo al suo interno, nel tratto tra Alvispoli, nel comune di Fossalta di Portogruaro, a Gonars, anche il nuovo ponte sul fiume Tagliamento. Attualmente il lotto è praticamente tutto percorribile a tre corsie, anche se da parte della concessionaria Autovie Venete non ancora alcuna comunicazione ufficiale sulla sua effettiva conclusione. Nonché su una eventuale inaugurazione che, stante il periodo condizionato dal Covid19, è presumibile prevista non in tempi ravvicinati.
Collegamento A4 – A23
Nel frattempo, mentre il quarto lotto, quello tra Gonars e Palmanova, in cui è incluso lo snodo tra la A4 Venezia – Trieste e la A23 Udine – Tarvisio, procede a rilento per effetto di alcune questioni sollevate dall’impresa. La CMB di Carpi, che devono essere valutate dalla SpA, vanno avanti speditamente i lavori del primo sub lotto del secondo lotto. Quello sul territorio veneto, compreso tra Alvispoli e Portogruaro, all’altezza dell’intersezione con la A28 Portogruaro – Conegliano. Nei giorni scorsi, con tempi record, varato il nuovo cavalcavia di Teglio Veneto – Fratta. Uno dei più rilevanti del tratto che è di complessivi 9 chilometri.
I lavori per l’A4
Un’ora per trasportare su due carrelloni la campata centrale – lunga 60 metri e del peso di 250 tonnellate -, sistemarla al centro della carreggiata e ruotarla di 90 gradi e due ore per sollevarla da terra grazie ai martinetti idraulici e agganciarla alle pile. Questo quanto è bastato per varare la struttura. Con un’operazione millimetrica telecomandata a distanza con un joystick e l’utilizzo quindi di una nuova tecnica. Mai sperimentata prima nelle fasi di costruzione della terza corsia, senza apporto di alcuna gru.
La parte più difficile
Più complessa, invece, si è rivelata la spinta dell’ultimo scatolare idraulico del cantiere – sottostante al sedime stradale – a causa delle avverse condizioni meteo della notte. Nel tratto Nodo di Palmanova – Latisana gli ultimi lavori hanno invece riguardato l’installazione della nuova segnaletica verticale. La verniciatura delle barriere di sicurezza e di alcuni cavalcavia autostradali, lo sfalcio del verde delle banchine laterali. Lo spostamento di alcuni new jersey della rampa Venezia – Udine, la posa dei supporti dei pali di illuminazione e la manutenzione della segnaletica di cantiere.
Tutto secondo i tempi per l’A4
Tutto quindi procede per quanto concerne l’opera più attesa nel NordEst. Mentre in Friuli Venezia Giulia dibattuto in Consiglio regionale il futuro della gestione che dovrebbe essere affidata alla Società Autostrade Alto Adriatico. La newco interamente di cui fanno parte le regioni Fvg e Veneto, cui dal 2021, salvo diverse decisioni, andrebbe a subentrare all’attuale Autovie Venete.
Incertezze
A sollevare la questione sulle “incertezze” che ci sarebbero attorno alla futura governance della Venezia – Trieste è stato il capogruppo del Pd Diego Moretti . Attraverso una interrogazione cui ha dato risposta l’assessore alle finanze e partecipate Barbara Zilli la quale ha affermato. “Il passaggio della concessione autostradale della A4 da Autovie Venete alla Newco Alto Adriatico resta la soluzione prioritaria per la Giunta regionale. Ma non vengono escluse soluzioni alternative qualora il contesto gestionale ed economico dovesse subire nuovi sviluppi.”
Zilli e l’A4
“La Regione – ha proseguito l’esponente della giunta Fedriga – ha convintamente sostenuto il percorso finalizzato a conseguire, quanto prima, il passaggio della nuova concessione autostradale da Autovie Venete alla Newco Società Autostrade Alto Adriatico. Costituita a tal fine dalle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto” ha esordito l’assessore che a conclusione del suo intervento ha specificato come “ferma restando la validità del percorso di affidamento diretto “in house” della concessione, ad oggi previsto dalla legislazione vigente, non è tuttavia da escludersi che, in considerazione degli sviluppi in ambito di politiche di gestione del settore autostradale. E di politiche di rilancio dell’economia e degli investimenti, possano essere individuati anche strumenti alternativi a quelli sino ad oggi esaminati.
Strumenti che in ogni caso dovranno garantire, oltre che la gestione della fase di trasferimento della concessione, anche il completamento delle opere e la composizione dello stato di emergenza”. Ricordato, la delibera Cipe n. 39/2019 del 24 luglio 2019 ha approvato, dopo un lungo iter, lo schema di Accordo di Cooperazione della Società (Autostrade Alto Adriatico) destinata a subentrare con affidamento diretto in house.
La politica
“Il buon esito dell’operazione ha tuttavia come elemento essenziale la garanzia sull’equilibrio del piano economico-finanziario – ha ribadito Zilli -. I recenti drammatici effetti economici legati all’emergenza Covid richiedono la necessità che l’originario piano, allegato alla delibera Cipe, debba essere attentamente rivisto. Infatti emerge in tutta evidenza come il calo del traffico incida sugli equilibri del piano economico finanziario. Tenuto anche conto del rilevante aspetto della finanziabilità delle opere per la conclusione della terza corsia dell’Autostrada A4”.
“Corre inoltre obbligo ricordare – ha evidenziato ancora Zilli – come il buon esito dell’operazione in house e le relative tempistiche risultano condizionate anche da numerosi fattori esogeni. Indipendenti e non controllabili unicamente e direttamente dall’Amministrazione regionale. Ed è proprio in tal senso che va interpretato ogni riferimento, estrapolato da interviste giornalistiche, sul complesso percorso tecnico e amministrativo finalizzato alla definitiva transizione della concessione autostradale da Autovie Venete”. “L’assessore – ha commentato Moretti – ha fornito in Aula una risposta preoccupante, contraddittoria e piena di confusione. Sostenendo di andare avanti con la Newco, ma affermando allo stesso tempo che ci sono anche altre ipotesi visto il contesto. Queste contraddizioni, oggetto peraltro di una richiesta di incontro da parte dei sindacati regionali dei trasporti di Cgil e Uil, fanno male al futuro della concessionaria. Che – conclude l’esponente di Centrosinistra – ha invece bisogno di una linea chiara”.