Castelbrando a Cison di Valmarino è stato scelto come location per ospitare la prima edizione della Borsa Internazionale Siti Patrimonio Mondiale. Con oltre 2000 anni di storia, dimora nei secoli di nobili e illustri condottieri, questo splendido maniero è uno dei più raffinati esempi di riqualificazione del patrimonio storico-artistico italiano e uno dei più grandi castelli d’Europa. Immersa in 50 ettari di parco e foresta, l’affascinante location, che sorge alle pendici del monte Castello, da cui domina il borgo trevigiano di Cison di Valmarino, è inserita nel paesaggio collinare della via del Prosecco Unesco. Al suo interno ospita un hotel 4 stelle, una Spa ricavata da antichi Bagni Romani, diverse aree museali oltre a ristoranti, bar, cantine ed enoteche.
Colomban e l’onore per la scelta di Castelbrando

“Siamo davvero onorati di essere stati scelti per ospitare un evento così prestigioso – sottolinea Massimo Colomban, proprietario di CastelBrando – che sono certo non mancherà di apportare ulteriore lustro alla nostra regione, custode di un patrimonio storico-artistico, culturale e naturale davvero straordinario, che merita di essere protetto e tutelato”.
Castelbrando e la Borsa Internazionale Siti Patrimonio Mondiale

La prima edizione della Borsa Internazionale Siti Patrimonio Mondiale, in programma dal 31 maggio all’1° giugno 2023 a CastelBrando, prevede la presenza di 50 selezionati buyer italiani e stranieri, che avranno l’opportunità di incontrare i seller che hanno sede e operano nelle aree inserite nella World Heritage List Unesco e che intendano promuovere il territorio, le strutture ricettive, le esperienze, la cultura di tali aree. La Borsa sarà occasione di promozione dell’offerta turistica che vede come destinazioni i siti Patrimonio Mondiale italiani e stranieri, ma anche di confronto e di approfondimento sui temi Unesco a livello internazionale.
Il patrimonio delle Colline del prosecco

A questo proposito, Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene ha commentato: “Si tratta di un evento unico, il primo vero incontro tra domanda e offerta collegate con un “prodotto” Unesco. Il Veneto può vantare 9 siti materiali, 2 siti immateriali, 3 Mab e da poco anche l’inserimento degli atti della tragedia del Vajont nel Memory of the World Unesco, un programma per conservare e tramandare la memoria. Siamo certi che questa tre giorni metterà concrete basi per dare vita in modo sempre più attento e definito a prodotto turistico di altissimo livello, collegato alla “Grande bellezza”.
Castelbrando capitale della Borsa e degli incontri

Ieri pomeriggio per gli ospiti c’è stata la presentazione de “Il Cammino delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” a cura di Giovanni Carraro. Oggi il programma prevede un Workshop b2b riservato al matching tra domanda e offerta turistica, esclusivamente dedicata ai siti Patrimonio Mondiale. Tra i relatori Fergus Maclaren, Presidente dell’International Council on Monuments and Sites ICOMOS, Joseph King, Senior Director della Direzione Generale ICCROM, International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property. E Matthew Emslie-Smith, Responsabile del monitoraggio del Patrimonio Mondiale IUCN, International Union for Conservation of Nature.
Si terrà inoltre l’incontro tecnico “Turismo, cambiamenti climatici e Patrimonio mondiale” con la partecipazione di rappresentanti istituzionali di diversi paesi europei. Ad aprire i lavori saranno Federico Caner – Assessore al turismo della Regione Veneto, Matteo Rosati – Officer in charge of Culture and Programme Officer for Intersectorial Action, UNESCO Regional Bureau for Science and Culture in Europe. E Alessio Pascucci – Presidente Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale.
Dai convegni a Castelbrando alle farm trip

Infine, domani 1° giugno, gli ospiti e i buyer internazionali saranno protagonisti di interessanti farm trip nelle Colline del Prosecco. Patrimonio Mondiale Unesco alla scoperta di paesaggi unici, tradizioni antiche rinnovate nel tempo, ed eccellenze enogastronomiche. Tra i luoghi toccati, l’Abbazia di Follina, il Molinetto della Croda, Collagù, Villa Maser e il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno.
Un po’ di storia

Nato in epoca romana per difendere la via imperiale Claudia Augusta, che collegava l’Adriatico al nord Europa, il castello ha una storia interessante come dimora di condottieri e illustri personaggi che nei secoli lo abitarono. Fu residenza per oltre trecento anni dei signori Da Camino (Dante li cita nella Divina Commedia come esempio di buon governo), che cinsero il maniero con mura imponenti e vi eressero una torre centrale. Poi passò sotto il controllo della Repubblica di Venezia, che lo diede in feudo a Marin Falier, doge per un anno nel 1354.
Nel 1436, per meriti d’arme, venne consegnato al condottiero Erasmo da Narni, detto Gattamelata, e a Giovanni Brandolino, conte di Valmarino. Tanti furono i personaggi storici che vissero e soggiornarono nel castello, anche per brevi periodi. Dal re longobardo Rotari a Carlo Magno e a Ottone I di Sassonia, imperatore germanico; da Giotto a Casanova, dalla regina Margherita a Antonio Canova.
Castelbrando dall’800 a oggi

Nell’Ottocento il castello visse una tra le sue stagioni più brillanti, quando divenne teatro di eventi modani e politici, ospitando illustri personaggi tra cui la regina Margherita. Nel 1959 i conti Brandolini vendettero la proprietà ai padri Salesiani che utilizzarono il castello come centro di studi spirituali. Nel 1998, infine, CastelBrando venne acquistato dalla famiglia Colomban, attuale proprietaria, che lo restaurò completamente. Riportando il maniero al fascino dei tempi del suo massimo splendore. L’accurato restauro, durato alcuni anni, ha restituito al castello tre chilometri di mura intatte, una serie di reperti locali di grande interesse storico e artistico e antichi decori in quelle che ora sono magnifiche suite. Raffinati stucchi, pavimenti in legno del Settecento, oggetti d’antiquariato, tappeti e arazzi, caminetti, persino un forno per la cottura del pane di probabile epoca romana. E originali terrazzi dai quali si gode una spettacolare vista sulla valle e sulle colline circostanti.