C’è una frase su tutte che la dice lunga sul nuovo film di Nanni Moretti (tra l’altro a nostro parere bellissimo), intitolato “Il sol dell’avvenire” e arriva durante un dialogo tra lo stesso Moretti protagonista che indossa i panni di un regista cinematografico di nome Giovanni e il suo produttore francese Pierre. I due scorazzano di sera per il centro di Roma rispettivamente a bordo di un monopattino e ad un certo punto il produttore Pierre si rivolge a lui dicendogli: “Giovanni il tuo è un film sovversivo, sì sovversivo!” Giovanni (Moretti) gli risponde: “Dai Pierre non esagerare!”
Nanni sovversivo
In effetti il nuovo lavoro di Nanni Moretti (il quattordicesimo in ordine di tempo partendo dall’esordio con “Io sono un autarchico”) è in parte “sovversivo”, ma con la solita ironia tagliente che lo accompagna da sempre e che anche in questa occasione non viene smentita, anzi racchiude un po’ tutti gli aspetti molto cari al suo eccellente modo di fare cinema. Ci rimanda in parte anche a Federico Fellini e lo omaggia regalandoci una bella immagine di Marcello Mastroianni nel finale della Dolce Vita quando cerca di parlare in riva al mare con la giovane Valeria Ciangottini.
Nanni in un viaggio tra ricordi, musica e citazioni
Il ricordo dei grandi registi, i palloni (meravigliosa la scena in cui s’inventa un improbabile palleggio), le polemiche con i mass media, i dolci, le scarpe da donna (famose in “Bianca”), i giri per la città (oggi in monopattino in “Caro diario” con la Vespa) e immancabili le canzoni italiane dei grandi cantautori. Battiato, De Andrè, Luigi Tenco e in questa occasione si esibisce addirittura in una performance estraendo dal cilindro “Sono solo parole” di Noemi cantata in automobile assieme alla bravissima Margherita Buy e poi con tutto il cast del film che sta girando. E su questo punto veniamo proprio alla storia del film che Moretti stesso ammette, girare un film “è più terapeutico della psicanalisi” e quindi bisogna mantenere una certa etica e non scadere mai nella violenza gratuita.
La storia
Giovanni (Nanni Moretti) è un regista molto egocentrico che senza saperlo si troverà di fronte alla separazione dalla moglie Paola (Margherita Buy), che, tra l’altro è sempre stata la produttrice dei suoi film. Lei vuole cambiare vita dopo quarant’anni e soprattutto staccarsi dal cinema di Giovanni cercando di produrre film completamente diversi.
Non a caso per quest’ultimo lavoro Giovanni si affiderà ad uno sgangherato produttore francese, tale Pierre. Il film nel film (operazione molto cara ai francesi in particolare a Francois Truffaut), è ambientato nella Roma degli anni Cinquanta dove i protagonisti saranno un giornalista dell’Unità, segretario di una sezione del PCI (Silvio Orlando) e la moglie Vera (Barbara Bobulova), proprio mentre succede l’attacco dell’Unione Sovietica all’Ungheria. Nel contesto arriverà a Roma proprio da Budapest un famoso circo e ci sarà un intreccio di coppie tra la realtà e la finzione e prenderanno corpo i film nei film. Quello di Giovanni e quello prodotto da Paola con un giovane regista.
Si potrebbe scrivere a lungo su questo film, ma non vogliamo togliervi il piacere di andarlo a vedere
“Il sol dell’avvenire” rappresentava il futuro radioso del socialismo, Moretti lo rappresenta o se preferite lo mette in scena come l’inizio o forse la fine del suo modo di pensare scanzonato o meglio canzonato dove non mancano le invettive contro il cinema violento (l’aveva ampiamente dichiarato a Cannes due anni fa), e soprattutto contro le piattaforme tipo Netflix e lo fa con simpatia ed eleganza, rendendoci complici di questo perché alla fine scatta l’applauso, consapevoli di aver assistito a qualcosa che resterà nella storia del cinema. Il finale è una splendida passerella, una chicca ricca di “sorprese”.
Regia: Nanni Moretti. Cast: Margherita Buy, Nanni Moretti, Silvio Orlando, Barbara Bobulova, Valentina Romani, Mathieu Amalric, Teco Celio, Flavio Fumo, Blu Yoshimi, Benjamin Stender. Produzione: Italia/Francia. Anno: 2023. Genere: commedia/drammatico. Durata: 1h35 minuti.