Dimenticatevi dei buoni sentimenti e del politicamente corretto se decidete di leggere Le cugine della scrittrice argentina Aurora Venturini da poco pubblicato da SUR. Vi troverete di fronte a una sorprendente favola dark, popolata da personaggi che non conoscono la pietà e che conducono una vita del tutto fuori dagli schemi in un quartiere popolare di Buenos Aires.
La storia delle Cugine
Il romanzo, ambientato negli anni Quaranta, è narrato in prima persona da Yuna, una ragazza che si definisce anormale e che ha problemi di linguaggio ma uno spiccato talento artistico. Racconta una storia familiare al femminile in cui gli uomini sono praticamente assenti, a parte un professore che sosterrà la passione di Yuna per la pittura. La madre è una maestra molto severa e anaffettiva, la sorella Betina, disabile, è confinata in una sedia a rotelle. Anche le cugine che danno il titolo alla traduzione italiana presentano delle deformità: Petra è nana e Carina ha sei dita in ogni piede e un’escrescenza su una mano che sembra un dito. Entrambe frequentano scuole per minorati.
Una storia nascosta
La vita quotidiana di questa famiglia è descritta senza risparmiare dettagli disgustosi e rivoltanti, per esempio le deiezioni di Betina durante i momenti di convivialità a tavola. Abusi sessuali perpetrati sulle ragazze disabili, gravidanze non volute risolte con aborti clandestini, vendette cruente, mercimonio del proprio corpo. Tutto viene raccontato da Yuna con sguardo disincantato e cinico e un umorismo nero molto sottile. Il materiale narrativo è infatti incandescente e comprende violenza di genere, lato osceno della maternità, deformità dei corpi e handicap mentale. “La mia narrativa è dura perché la vita è dura”, ebbe a dire l’autrice in un’intervista.
Dovendo usare un aggettivo per collocare questo romanzo si potrebbe definire “di formazione”
Yuna diventerà un’affermata artista, si arricchirà con i suoi dipinti affrancandosi dalla famiglia disfunzionale. L’evoluzione della protagonista è segnata anche dal progredire della sua competenza linguistica e questo è l’aspetto più interessante del libro. Aurora Venturini usa un linguaggio originalissimo che si fa sempre più ricercato man mano che Yuna cresce e da bambina “anormale” diventa celebre e affermata. Il lessico è spesso dissonante: insulti pesanti si alternano a termini colti trovati sul dizionario e così segnalati tra parentesi. La grammatica, la sintassi e la punteggiatura (inizialmente assente) vengono scardinate e la fatica dello scrivere è condivisa dalla voce narrante col lettore a cui spesso si rivolge annunciando una pausa dovuta alla stanchezza.
Non fidarsi sempre delle cugine
Chi legge inizialmente si sente confuso dalla brutalità esibita senza remore, dall’assenza di empatia di questo racconto costellato da miserie umane, eppure nonostante lo sconcerto si rimane affascinati e catturati fino alla fine. Chi ama il fumetto troverà una certa vicinanza con le atmosfere stranianti della narrativa di Copi (pseudonimo di Raúl Damonte Botana, anche lui argentino, ma trapiantato a Parigi). La narrazione sviluppata come un flusso di coscienza, poi, ricorda, ma con tinte più cupe, Manuel Puig e “l’innocente crudeltà” di Silvina Ocampo.
L’autrice
Aurora Venturini (La Plata, 1921 – Buenos Aires, 2015) è stata una scrittrice, insegnante e saggista argentina. Dopo la laurea in Filosofia e Scienze della formazione, fu per molti anni consulente dell’Instituto de Psicología y Reeducación del Menor dove conobbe Eva Perón. In seguito al colpo di stato del 1955, si trasferì a Parigi, dove frequentò personalità del calibro di Albert Camus, Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e Violette Leduc. La sua lunghissima carriera vanta la pubblicazione di poesie, raccolte di racconti e romanzi che, in anni recenti, l’hanno consacrata come una delle voci più originali e dirompenti del Novecento argentino.
Francesca Lazzarato ha tradotto romanzi e racconti di alcuni dei più importanti autori in lingua spagnola. Collabora da molti anni alle pagine culturali del quotidiano “Il manifesto”.
Aurora Venturini, Le cugine. Traduzione e postfazione di Francesca Lazzarato. Prefazione di Mariana Enriquez, Roma, SUR, 2022.
Bella recensione e mi sembra molto interessante il libro. Mi sa che lo leggerò.
Grazie! E buona lettura.
Ottima recensione.
Sto leggendo Le cugine e lo sconcerto mi inchioda ad ogni pagina.