Oro blu. Ha valore inestimabile l’acqua, elemento in cui la vita ha preso forma sulla terra e che cerchiamo incessantemente come base per la vita negli esopianeti al di fuori del sistema solare. Eppure diamo per scontato di poter avere a disposizione l’elemento indispensabile come l’aria che respiriamo. “L’acqua in Italia è un bene pubblico, gratuito e accessibile a tutti”, a ricordarlo Andrea Razzini, direttore generale di Veritas, la multiutility che gestisce ciclo dei rifiuti e sistema idrico integrato nell’area della città metropolitana di Venezia. “Diamo per scontato che, dai rubinetti delle nostre case, esca ogni giorno un’acqua potabile, tra l’altro di eccellente qualità e inoltre gratuita – esordisce il direttore Razzini. – Eppure in molte parti del mondo non è così e non è così perfino in altri europei. Dobbiamo riscoprire il significato di un bene inestimabile e quindi talmente prezioso da non avere prezzo, perché a fondamento della vita stessa”. Questa è una storia di 110 anni fa quando Mestre ebbe il suo acquedotto.
Lo storico Roberto Stevanato: “Il 27 ottobre data straordinaria per la città di Mestre. Nasce l’acquedotto”

Non è sempre stato così nemmeno a Mestre, dove l’acquedotto è stato inaugurato infatti “soltanto” 110 anni fa, precisamente il 27 ottobre 1912, facendo zampillare l’acqua da una fontana provvisoria, realizzata per l’occasione. Un evento memorabile, quello dell’avvio dell’acquedotto, come ricorda Roberto Stevanato, presidente del Centro studi storici di Mestre, che, in occasione della celebrazione per 110 anni promossa da Veritas al museo M9 di Mestre, ha diffuso un testo dell’epoca, in cui si racconta in dettaglio la storia di un’opera che ha cambiato per sempre la vita pubblica della città. “A Mestre, fino ad inizio Novecento si faceva il bagno nei fiumi come il Marzenego, ma l’acqua per l’uso quotidiano si attingeva dai pozzi – afferma Stevanato. – Anche per questo l’inaugurazione dell’acquedotto è stato un evento straordinario, non a caso avvenuto in una data, il 27 ottobre, che ricordava le gesta epiche della Sortita da Forte Marghera del 1848, quando il generale Gugliemo Pepe riuscì a far prevalere le truppe del Governo provvisorio di Venezia sugli austriaci”.
Riccardo Seccarello (Veritas): “Il primo acquedotto lungo 20 km, per un costo di 658mila lire pari oggi a quasi a 6 milioni di euro”

L’acquedotto pubblico di Mestre è stato inaugurato il 27 ottobre 1912, dopo tre anni di lavori e un progetto modificato in corso d’opera per adeguarlo allo sviluppo sociale e urbanistico della città, che all’epoca non arrivava a 18.000 abitanti.
“L’idea di costruire un acquedotto pubblico, che sostituisse gli insalubri e poco sicuri pozzi dai quali i cittadini prelevavano l’acqua, risale alla fine dell’Ottocento – racconta Riccardo Seccarello, responsabile Comunicazione Veritas, che ha ricostruito in dettaglio la storia della costruzione dell’acquedotto con foto d’epoca (scaricabili al link https://www.gruppoveritas.it/media/immagini/la-costruzione-dellacquedotto-di-mestre). – L’iter dell’opera subisce un’accelerazione nel 1904, quando due ingegneri incaricati dal Comune di Mestre elaborano un progetto che prevede di fornire acqua potabile a 12.000 abitanti, prelevata da un campo acquifero di Zero Branco (Tv).
Come nacque l’acquedotto

La portata inizialmente prevista di 2.000 metri cubi al giorno è però ritenuta insufficiente, quindi viene elevata a 3.000, modificando anche il percorso dei tubi, che passano così per Campocroce, anziché sull’argine del fiume Zero. Nel 1909 la portata viene ancora aumentata a 5.000 metri cubi al giorno e finalmente i lavori possono partire. Cresce però il costo di realizzazione dell’opera: da 280.500 lire del 1904 (attuali 1.300.000 euro) si arriva a 658.000 lire del 1909 (5.600.000 euro). Il nuovo acquedotto – lungo oltre 20 km e dotato di 162 idranti antincendio utilizzati anche per la pulizia delle strade – preleva l’acqua dai pozzi di Zero Branco, scorre nei tubi sotto il Terraglio e arriva a Mestre, nella stazione di pompaggio di via Santa Maria dei Battuti. La condotta adduttrice che porta l’acqua da Zero Branco a Mestre è lunga 16 km, con tubi di cemento armato di 50 cm di diametro, posati su un fondo di calcestruzzo a 1,50 metri di profondità. Il 27 ottobre 1912 finalmente il nuovo acquedotto di Mestre viene inaugurato”.
Per l’acquedotto di Marghera, lavori cominciati nel 1922, mentre la rete industriale entra in funzione nel 1973

“Alla fine del 1922 cominciano anche i lavori di realizzazione dell’acquedotto di Marghera. L’acqua arriva nella centrale di piazzale Sirtori (attuale sede dell’acquedotto di Marghera), grazie a una derivazione dalla condotta per Venezia, sotto il cavalcavia della Giustizia – continua Seccarello. – La torre piezometrica di Marghera è invece del 1925. È un edificio di calcestruzzo armato, a pianta circolare, alto 57,50 metri, con un serbatoio in grado di contenere 800 metri cubi d’acqua. La capacità totale dell’acquedotto di Marghera è di 18.000 metri cubi al giorno, perché la rete deve rifornire anche la zona industriale, visto che l’acquedotto industriale entra in funzione solo nel 1973”.
La storica Nelly Vanzan Marchini: l’acquedotto, fin dall’avvio nel 1912, migliora e tutela la salute pubblica anche a Mestre

Acquedotto e salute. La nuova opera idrica, fin dall’inizio, contribuisce in modo determinante al miglioramento delle condizioni di vita igienico sanitarie della popolazione. Nel corso dell’Ottocento infatti, come ricorda la storica della sanità, Nelly Vanzan Marchini, anche l’aumento degli scambi commerciali, grazie all’introduzione del battello a vapore, aveva moltiplicato lo spostamento di uomini e i contatti tra persone. Con la conseguenza di una maggiore possibilità di diffusione delle epidemie. “Nel XIX secolo vi furono varie ondate di colera che colpirono anche Venezia e la sua terraferma. Con un numero considerevole di morti. Ma va detto che le condizioni igieniche erano assolutamente inadeguate ed è proprio per questo motivo che negli anni comincia a farsi largo, anche tra i medici, un nuovo approccio. Che pone al centro il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione con lo scopo di tutelare maggiormente la salute pubblica”.
Qualità eccellente dell’acqua potabile Veritas, 10mila esami effettuati e 200mila parametri analizzati ogni anno

La qualità dell’acqua potabile è anche oggi uno degli elementi essenziali per la tutela della salute pubblica. Il laboratorio del servizio idrico integrato Veritas, diretto dal medico Stefano Della Sala, ogni anno effettua 10.000 esami ed analizza 200.000 parametri. Sia nella rete dell’acquedotto sia nei pozzi di prelievo. Le analisi realizzate con un monitoraggio costante confermano l’eccellente qualità dell’acqua che arriva nelle case. (Per info qualità acqua Veritas https://www.gruppoveritas.it/servizio-idrico-integrato/qualita-dell-acqua.html)
Cosa fa l’acquedotto

L’acqua prelevata ogni anno da Veritas è pari a circa 120 milioni di metri cubi e deriva per l’84% da falde acquifere. I punti di prelievo sono 73 e gli impianti di disinfezione e potabilizzazione sono 14. In totale ogni anno vengono erogati oltre 116 milioni di acqua potabile dal sistema acquedotto Veritas. Va precisato che il costo in bolletta non è quello del bene acqua che è gratuito. Ma del servizio di trasporto fornito, dai pozzi di prelievo fino alle case: un litro d’acqua, erogato da Veritas. Viene a costare circa 0,0015 euro, cioè circa 1.000 volte meno di una bottiglietta da mezzo litro di acqua minerale acquistata in un bar.
Distribuite caraffe e borracce Veritas per l’acqua del rubinetto da bere, riducendo anche il consumo di plastica

Veritas è da anni impegnata infatti anche per la promozione del consumo di acqua potabile da bere con lo scopo, tra l’altro, di contribuire alla riduzione dell’utilizzo di bottigliette di plastica. E dal 2021, Veritas è inoltre partner del Comune di Venezia, insieme a gruppo AVM, per l’implementazione della campagna internazionale del WWF Plastic smart cities. Che mira a contrastare l’abbandono della plastica in natura e a ridurne l’utilizzo, promuovendo i corretti conferimenti. Per favorire il consumo di acqua del rubinetto da bere, Veritas, negli anni, ha distribuito centinaia di caraffe di vetro alla famiglie. E migliaia di borracce in alluminio agli studenti dei corsi di educazione ambientale.
(Https://www.gruppoveritas.it/sites/default/files/pubblicazioni/brochure_acqua_vers_19-10-2021.pdf e https://www.comune.venezia.it/it/content/plastic-smart-cities-wwf)
L’ingegner Giuseppe Boscolo (Veritas): “50 milioni di euro all’anno investiti nel servizio idrico integrato”

“Ogni anno, per migliorare reti, strutture e impianti del servizio idrico integrato (quindi dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione), Veritas investe circa 50 milioni di euro – sottolinea Giuseppe Boscolo Lisetto, direttore della sezione Ingegneria del Servizio Idrico Integrato Veritas. – L’attuale acquedotto di Mestre e della Terraferma misura 887 km. Ogni anno eroga circa 27 milioni di metri cubi (27 miliardi di litri) di acqua potabile. Il nostro compito è fare attenta e costante manutenzione alla rete idrica. Che porta l’acqua ogni giorno a migliaia di persone. Ma la scommessa è continuare a migliorare gli impianti, puntando ad una sempre maggiore interconnessione anche con gli altri acquedotti del Veneto”.
Dal 2021 Veritas gestisce anche la parte dell’acquedotto che rifornisce Chioggia, Lido e Pellestrina

Nel 2021 la società regionale Veneto Acque ha trasferito a Veritas parte della rete dell’acquedotto Savec, il Sistema acquedottistico del Veneto centrale. Un’infrastruttura molto importante, realizzata da Veneto Acque – in collaborazione con Veritas e i gestori idrici pubblici Acque Venete di Monselice ed Etra di Bassano del Grappa – all’interno delle province di Venezia, Padova, Rovigo e Vicenza. Veneto Acque ha ceduto a Veritas la grande condotta posata sul fondo della Laguna (800 mm di diametro). Che parte dalla centrale di Sant’Andrea a Venezia e rifornisce Chioggia, Sottomarina e le isole di Lido e Pellestrina, con l’acqua Veritas. In parte di falda e in parte potabilizzata nell’impianto di Ca’ Solaro a Mestre. L’obiettivo del progetto era, ed è, garantire forme alternative di approvvigionamento idrico nelle zone a rischio. A causa della risalita del cuneo salino dall’Adriatico e dei maggiori consumi indotti dal turismo.
L’assessore Massimiliano De Martin: “alleanze anche con consorzio di bonifica e bacini imbriferi per irrigare parchi e giardini”

“Negli ultimi due anni abbiamo visto, non soltanto l’eccesso di acqua nei fenomeni meteo estremi, ma anche la carenza di questo elemento fondamentale per la vita – conclude l’assessore all’ambiente del Comune di Venezia, Massimiliano De Martin. – Serve dunque creare alleanze strategiche anche con il consorzio di bonifica. Che si occupa di gestione e qualità delle acque di fiume e di canale, che si immettono nella nostra rete, e con i bacini imbriferi. E che hanno la funzione di raccogliere e conservare le acque piovane. Per irrigare boschi, parchi e giardini, è necessario pensare anche a questi sistemi. Non possiamo, e non dobbiamo, dare per scontato un bene inestimabile come l’acqua. La natura ci fa capire che non deve essere solo una situazione di paura o pericolo a stimolare dei cambiamenti utili per la sicurezza delle città”.
Consumo sostenibile dell’acqua, il decalogo di Veritas per il risparmio idrico
A tutti i cittadini invece spetta il compito di non sprecare l’acqua con un consumo idrico attento e consapevole in ogni attività quotidiana (utilizzo di lavatrici e lavastoviglie, doccia, bagno, preparazione dei cibi, etc). A questo scopo è utile il decalogo per il risparmio idrico di Veritas https://www.gruppoveritas.it/il-gruppo-veritas/servizi/servizio-idrico-integrato/acqua-bene-comune-da-tutelare
Un articolo veramente molto interessante, chiaro e adatto ad adulti e ragazzi. Sarebbe utile promuovere una diffusione nelle scuole per fare conoscere questa storia contemporanea che ci riguarda personalmente.