Quella di Norberto Gallo, cuoco e patron del ristorante La Torre di Monselice, è una passione che nasce da suo papà Luciano, rappresentante di materiali edili, che girava l’Italia, disposto a fare mille chilometri per degustare un piatto presso qualche ristorante, quasi un Pellegrino Artusi.
Norberto e una passione contagiosa
La passione era così contagiosa al punto che il figlio Norberto “contaminato” lo seguiva nei suoi viaggi gastronomici scoprendo e imparando le tipicità dei territori. Dopo gli studi alle superiore e un breve periodo di lavoro nell’ex prestigioso hotel Orologio di Abano Terme, il giovane Norberto, abbandonò tutto e si tuffò nella ristorazione aprendo il locale nel 1978 nella centralissima piazza Mazzini di Monselice, incastonato tra le mura e sotto la torre medioevali, battezzato con il semplice nome “Ristorante la Torre”.
In mezzo anche la fidanzata
Il “pasionario” Norberto contaminò anche la sua fidanzata Franca Borin (ora moglie felicemente sposata da alcuni lustri e da sempre vicina a lui) che lasciò gli studi di lingue all’università di Padova dedicandosi anima e corpo al ristorante, attualmente come direttrice di sala.
L’inizio dell’avventura di Norberto
Nel 1978 iniziò l’avventura dei giovani Norberto e Franca nelle mura medioevali di Monselice. Ci fu un grande lavoro di restauro e di sistemazione di alcune sale che vennero trasformate in quello che vediamo oggi al Ristorante La Torre. I lavori venivano effettuati dall’architetto Trevisan allievo del grande Scarpa di cui a Monselice rimangono la scala del villino di Aldo Businaro e testimonianze nel Castello Cini di proprietà della regione, ora seguito dall’avvocato Aldo Rozzi Marin che intende “aprirlo” ai monselicensi. Da allora il ristorante “La Torre” è rimasto tale nella sua struttura.
Con enormi sacrifici iniziali e con caparbietà Norberto ha avviato la sua attività puntando solo sulla qualità dei prodotti e sul territorio.
Poca pubblicità. Meglio il passaparola
Stranamente Norberto non si fa pubblicità. Difficile trovare (a parte due o tre foto) testimonianze visive sue e di Franca. Eppure, in giro per l’Italia, qualcuno cita Monselice e lo abbina subito al ristorante La Torre. Sorride la moglie Franca asserendo che La Torre ha portato molte persone a conoscere la città della Rocca. Loro usano in maniera minimale social e mezzi di divulgazione, eppure La Torre costituisce il “buon mangiare”, il ristorante di riferimento da 43 anni del territorio.
Un cuoco e la sua squadra
Norberto Gallo (che parla correttamente tre lingue: tedesco, francese e inglese) ha due “braccia” importanti in cucina: i cuochi Francesco Milan Albertin e Fabrizio Maggio, super collaudati con oltre 35 anni di attività nello stesso ristorante (oltre che il bravo Filippo Casotto alla sala).
Niente stelle per Norberto
Lui non ha mai ambito alle stelle, anche se le premesse c’erano. I suoi piatti squisiti rappresentano la qualità e il territorio. Il tartufo è il suo piatto forte, motivo per il quale i suoi clienti si spostano anche da lontano. Il più famoso pubblicitario italiano, Lorenzo Marini, definisce il piatto dei “risi e bisi” fatto da Norberto “il miglior risi e bisi del mondo”. Insomma, Norberto e Franca contribuiscono a lasciare un segno alla storia di Monselice: quella bella, culturale, che inorgoglisce chi ci abita e chi ci ritorna.
Per i lettori di https://www.enordest.it Norberto Gallo e Franca Borin , assieme ai cuochi Francesco Albertini Milan e Fabrizio Maggio propongono la coda di filetto di manzo al tartufo nero con porcini fritti.
La ricetta: coda di filetto di filetto di manzo al tartufo nerocon porcini fritti
Ingredienti
800g di filetto di sorana, 500g di funghi porcini, 2 uova, pane grattugiato, olio evo, sale , pepe creola , cognac, senape.
Preparazione
Per i porcini alla milanese.
Puliamo accuratamente i porcini e tagliamoli a fettine alte un centimetro ca. Sbattiamo le uova con un pizzico di sale, passiamo le fettine di porcini nelle uova sbattute, quindi nel pane grattugiato, comprimendole bene. Friggiamoli per pochi minuti, ritiriamoli quando saranno diventati croccanti e ben dorati
Per la carne
Passiamo la carne con tutti gli ingredienti sopra citati , rosoliamola a fuoco vivace fino alla cottura desiderata. Sfumiamo con il cognac e addensiamo il sugo. Scaloppiamo la carne e componiamo il piatto a piacere inserendo i porcini alla milanese, alla fine tagliamo il tartufo. Simpatico anche servire con un sughino al parmigiano a parte.
Il vino in abbinamento
Trattandosi di un buon piatto che desta i profumi e i colori dell’autunno che sta per arrivare, consigliamo un vino dei Colli Euganei: un Cabernet Riserva, il Borgo delle Casette della Cantina il Filò delle Vigne. Le uve dei vigneti della cantina di Carlo e Sergio Giordani sono posti esposti nelle colline di Baone guardando il sole per la maggior parte delle ore, prendendo tutto il buono dalla terra vulcanica e dai raggi solati. Ci mette poi la bravura e la professionalità dell’enologo Andrea Boaretti per fare di questo cabernet un vino degno di piatti importanti come quello presentato da Norberto.
Bella la ricetta e credo anche buona . Mi dispiace di non essere mai entrato al ristorante LA TORRE mi prometto di fare una visita.