È stata l’illusione di un bacillo. La Venezia pandemica che faceva ripensare ad una città senza turisti, senza futuro, senza destini. Piazza San Marco deserta, ponte di Rialto vuoto, nessuna gondola in Canal Grande. Moto ondoso morto. Un momento di vera riflessione. Addirittura lo Iuav, l’istituto universitario di architettura, le dedica un libro: 2020Venezia deserta. Scritto da francesi. Verrà venduto anche ai turisti, 35 euro con sconto.
Una Venezia da bile

Ciao ciao grandi navi, crociere trasferite a Monfalcone,Trieste, Ravenna. Nostalgia delle folle oceaniche di Carnevale, del caro mordi e fuggi, del turismo cialtrone. Poi con la seconda estate al vaccino di San Marco, tutto sembra tornare come prima. Il turista che si butta dal ponte dell’Accademia, quello che fa la pipì in campo, il ciclista che scala i ponti. In poche parole il turismo becero dei vecchi bei tempi. Il tempo però non è passato invano. La grande Smart Control Room del Tronchetto, il grande fratello digitale che con 400 telecamere installate in ogni dove, monitorizza ogni movimento. Un sabato di agosto sono arrivati 65.540 turisti, di cui americani 12 mila, tedeschi 30 mila, un centinaio di sudcoreani, una ventina di boemi, ecc. Una domenica sempre di agosto sfiorati i centomila.
Urge riproporre tornelli e prenotazioni

Ritorna la città finta che tutti osteggiano. E via con i soliti luoghi comuni, Venezia non è Disneyland, nemmeno un parco tematico, non vogliamo la Gardaland lagunare. Si può evitare il turismo cialtrone, il bacaio tour, gli addii al celibato, le navi da crociera di piccola media grande stazza? In fondo le navi e le barche non hanno mai fatto rima con la storia della Serenissima. Uah.
Venezia, la Basilica e Sharon Stone
La notizia dell’estate 2021 è che la Basilica di San Marco verrà incellofanata, o meglio circondata con un vetro trasparente per evitare il deterioramento dei marmi preziosi. Un lavoro oneroso, costoso, ma provvisorio. In attesa della messa in funzione definitiva del Mose. A proposito di macchine complesse e a pochi metri dal mega cantiere della Procuratoria marciana, gli stilisti Dolce & Gabbana, organizzano un evento mondiale, con tanto di Sharon Stone.
La pietra marciana

Una passerella e una specie di astronave per ribadire al mondo che la moda é viva, l’industria creativa pure, Venezia anche. In attesa delle immancabili polemiche, e in crisi di (s)conforto, ho ri-rifatto una lunga camminata nella Venezia vera e popolare. Arsenale, Castello, S.Pietro….Ad ogni porta insignificante un cartello LT, locazione turistica con tanto di numero e codice per l’ingresso su prenotazione web. Vecchi negozietti (quando eravamo una città normale) di rivendita di pane, piccole macellerie, drogherie, parrucchiere, mi ricordo anche un negozietto di caramelle (caramelle!) gestito da una anziana molto avara. Anche qui la fatidica sigla LT, con tanto di tenda oscurante. Non si sa mai di vedere dalla calle i turisti comodi sul letto. Modello Amsterdam.
Venezia e Mark Twain

Non so perché ma nella ormai lunga storia del declino di una città vera, mi viene in mente Mark Twain, in crociera (te pareva) a Venezia nel 1867. Parla malissimo della miseria e della sporcizia che vede tutto intorno, lui abituato ad un Missouri, pulitissimo e puritano. Si sofferma sulla grandezza di Piazza San Marco. Incredibilmente bella e degna di una grande città, non di calli e callette senza traffico. Twain vede le gondole come bare, ma con gondolieri abilissimi. Lui era abituato con i formidabili zattieri del Missouri. Oltre un secolo fa avevano ragione i Futuristi. Addio al chiaro di luna. Basta con la Venezia romantica. Gondole, sedie a dondolo per cretini. Zang! Tumb! Tumb! Come scriveva Marinetti nel 1914.
Da Futuristi a fu-turisti

Intanto a Disneyland oggi ultimo venerdì di agosto, Ponte della Libertà intasato, Piazzale Roma in tilt, un’ora per arrivare da San Giuliano a Venezia. Chiedo ad un vigile: ma non potete bloccare il traffico prima del ponte, avete una Smart Control Room con 400 telecamere! Risposta: attendiamo ordini dall’alto. L’ironia non paga. Contro risposta: dalla Calabria?
A saperlo.