Tiziano Bertelli, veneziano, 75 anni, un passato di cantante negli Anni Sessanta nel Canzoniere Popolare Veneto, accanto al fratello, il famoso cantautore Gualtiero, è morto nei giorni scorsi a Venezia dopo una breve malattia. Impiegato dell’Enel in pensione, sempre impegnato nel sociale e nel mondo della cultura della città lagunare, in prime linea nella partecipazione a molte battaglia per la conservazione della tradizione veneziana, Tiziano Bertelli è stato sepolto nei giorni scorsi al Lido dopo una cerimonia quasi privata, come impongono i tempi. Per https://www.enordest.it lo ricorda il fratello Gualtiero, autorevole collaboratore della nostra testata.
L’arrivo
“Tra un po’ nasce Tiziano o Donatella, così potete giocare assieme”. Da quel momento ho fatto un tifo senza no e senza ma per Tiziano. Doveva farcela lui. A che ci avrei giocato con Donatella? Che già il nome non mi convinceva tanto. E Tiziano fu!
Il 29 settembre 1946. “29 settembre”, il titolo di una fortunata canzone di Lucio Battisti, la data di nascita di due personaggi che hanno contribuito non poco, seppure in modo contrapposto, a disegnare l’Italia in cui viviamo: Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani. Nessuna di queste tre cose mi sembra aver turbato la vita misurata, semplice e mite di Tiziano.
Chi era Tiziano
Ciò che immediatamente si lasciava percepire del suo carattere, del suo modo di rapportarsi agli altri era la disponibilità, mai “cacciarosa”, ma vera, la semplicità, la mitezza.
Lasciava tempo e spazio alla ragione, senza farne un uso aggressivo; non ho ricordo di una sua intimidazione, di una qualche minaccia. L’affetto, l’amore che ci ha legato da bambini si è mantenuto per tutta la vita, anche quando le vicende di quest’ultima ci han portato a condividerla fisicamente di meno.
Ero il primogenito
Sono stato il “grande” fino all’inizio della mia e della sua adolescenza, poi eravamo “grandi” tutti e due, ciascuno per la propria strada, ma insieme in altre avventure.
Il canto
La vicenda è partita con una mia sonora sconfitta. Padre Celso, il frate organista del Redentore, cercava nuove voci per rinforzare il coro parrocchiale. A me piaceva cantare, facevo anche il chierichetto, avevo una dozzina d’anni più o meno, e pur di cantare avrei intonato volentieri anche il kyrie. Trascinai nell’avventura anche Tiziano, che invece non sembrava averne alcuna voglia, e andammo dal frate che ci fece cantare due ottave della scala di do. Tiziano le fece di botto senza alcuno sforzo, io arrivai fino al secondo “la” grattando. Il frate sentenziò: “Tiziano va bene. Tu Gualtiero puoi fare altro, ma non cantare…” Tiziano entrò nel coro, ci fece un po’ di prove , ma poi chiuse l’esperienza dicendomi che si annoiava e poi doveva andarci da solo….
La passione per il calcio mia e di Tiziano
Tutto ciò che poteva aver a che fare con l’esibizione non lo appassionava, in questo e in molto altro eravamo diversi, ma ben integrati. Abbiamo giocato a calcio in una squadra squinternata che abbiamo chiamato Olimpique e che si presentava in campo con una tenuta a strisce orizzontale. Ce l’aveva data una squadra di rugby piuttosto che buttarla via. Lui giocava terzino sinistro e io sono andato a finire in porta. Arrivavo a stento a toccare la traversa, ma l’ordine era: ”Non devono arrivare a tirare , altrimenti va a finir male” e Tiziano faceva una guardia serrata. Abbiamo fatto il campionato provinciale di prima categoria e per poco non abbiamo vinto. Ci siamo divertiti un sacco. Poi alcuni hanno continuato, io ho pensato bene di smettere, Tiziano è stato ingaggiato dalla squadra di una vetreria di San Marco.
Il concorso all’Enel
Terminate le Elementari, Tiziano frequentò la scuola di avviamento commerciale, le cosiddette medie senza latino. Aveva finito le commerciali quando nostro padre stanchissimo non ce la faceva più e decise di interrompere il suo lavoro. Mi offrii di interrompere i miei studi alle magistrali, Tiziano intervenne: “Mi col mio diploma posso fare l’impiegato, ti con mezzo maestro non ti fa niente. Diplomite e “po vedemo”. Trovò rapidamente un buon posto come impiegato in un’impresa edile. Lui studiava la sera per iscriversi a ragioneria e prendere il diploma. L’anno degli esami aveva fatto un concorso all’Enel ed era partito in vacanza per Bassano senza lasciare nemmeno un recapito, neppure un numero di telefono. Proprio allora arrivò la comunicazione che lo aspettavano per il colloquio, ma nessuno sapeva dove fosse. Io ero impegnato con la mia classe negli esami della licenza elementare, mia madre fece di tutto per costringere mio padre a partire:: “O vai tu o vado mi. No ghe fasso perder “sto posto a me fio!”. Così mio padre prese un taxi a Piazzale Roma con i vestiti per Tiziano che avrebbe avuto il tempo di cambiarsi, salire in auto, rientrare e presentarsi all’Enel. Lo trovò con l’aiuto del tassista a tarda sera sotto il Ponte degli Alpini. Fu assunto all’Enel.
Arriva la musica..ma prima per me…
Verso la fine del 1964 dall’incontro di Luisa Ronchini, il chitarrista Franco Baroni e me nello studio del pittore Romano Perusini era nato il Canzoniere Popolare Veneto che ricevette una prima approvazione in un incontro con Michele L. Straniero, grande studioso di musica e cultura popolare, membro del Nuovo Canzoniere Italiano, ed una successiva cooptazione in collaborazioni con il gruppo milanese e le sue edizioni. In aprile del 1965 incisi il mio primo disco da solista e l’anno successivo come Canzoniere Popolare Veneto decidemmo di finalizzare la nostra ricerca alla creazione di uno spettacolo di canzoni di tradizione orale e di nostra produzione che raccontassero la nostra città . Titolo “Tera e aqua”.
Tiziano entra in scena
Da alcuni mesi era entrato a far parte del gruppo Alberto D’Amico. Lavorando con questi materiali sonori ci rendemmo conto che tre voci e tre persone in scena non erano sufficienti. Allora, memore dell’esperienza canora di Tiziano e della sua assoluta intonazione lo proposi al gruppo, lo presentai e fu immediatamente accolto senza alcuna resistenza. A questo punto sarebbe stato opportuno bilanciare le voci femminili e si offrì l’occasione di coinvolgere Rosanna Trolese che aveva una lunga esperienza non solo teatrale, ma anche radiofonica.
Da questo momento, più o meno fino al 1972, Tiziano continuò a collaborare con il canzoniere ed a partecipare ad altre mie esperienze, compatibilmente con impegni di lavoro e familiari crescenti.
Quando la famiglia e il lavoro lo hanno richiamato, ha smesso di girare con le canzoni, ma la voglia di cantare gli è sempre rimasta.
Il ritrovo
Una ventina di anni fa, era pressappoco la data del suo compleanno, ci siamo ritrovati tutti i ragazzini della Giudecca, tutti noi che eravamo stati bambini a giocare a Campo Marte. Eravamo una trentina, io ero preoccupato: “Non so se riesco a riconoscerli tutti. Xe ani che non se vedemo!”. Tiziano mi tranquillizzò: “No te preoccupar, mi conosso quasi tuti e i go visti più de ti”. Tiziano abitava al Lido, ma aveva mantenuto i contatti con quasi tutti. L’abbiamo rifatta ogni anno, come se non ci fossimo mai perduti di vista.
Tiziano continua a cantare
Abbiamo cantato insieme più volte da quella sera tra amici. Nel 2011 abbiamo tenuto un concerto a Villa Heriot alla Giudecca per ricordare Luisa Ronchini, in quell’occasione abbiamo cantato “Nina”, lui c’era quando la mia canzone più famosa è nata. E’ stato tra i primissimi ad ascoltarla.
Era anche questo Tiziano, il mio compagno di giochi da bambino, di canzoni da giovane, di ricordi da adulto. L’altro pezzo di me che la malattia si è portato lontano. Quando ho scritto la mia storia in “Venezia e una fisarmonica” ho ricordato che senza la sua ferrea memoria e la pazienza del suo carattere quel libro non sarebbe mai stato pubblicato. Grazie di tutto fratello.
Sono particolarmente emozionato nello scrivere questo commento. Ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere una sola volta Gualtiero nella sua casa di Mira, insieme proprio al mio carissimo, indimenticabile amico Tiziano. Riconosco in tutto il commosso racconto le doti umane, culturali e di impegno concreto nella vita di Tiziano. Per me è stato una sorta di fratello maggiore fin dai primi, incerti tempi di comune lavoro all’Enel, dove è stato il mio capo ufficio. Da lì è nata una amicizia solida, profonda che ha resistito finora anche quando le occasioni di incontro si sono diradate. Ogni volta che ci si rivedeva, bastava uno sguardo e subito scattava un abbraccio prolungato e affettuoso. Mi mancherà tutto di lui ma conserverò gelosamente anche questo bel ricordo di Gualtiero al quale, nonostante la conoscenza sia stata soltanto occasionale, mi permetto di inviare lo stesso, caldo abbraccio in cui ho idealmente stretto Ida, Matteo e Chiara.
Caro Gualtiero, mi spiace tanto per la perdita di tuo fratello. Un sentito abbraccio.
Manuel Garibaldi (il ragazzo che molti anni fa ti portò in una osteria genovese, da Gigi Picetti dopo il concerto al SUQ con Ivan Della Mea, Paolo Pietrangeli, Caterina Bueno…)
Un fratello, un amico, un dono bellissimo della vita,come l’,avete vissuta insieme con la passione e i talenti che la natura regala a chi la sa apprezzare e donare agli altri.Buona vita.