Il luogo dell’appuntamento è segreto ma il personaggio è d’eccezione. Non capita tutti giorni d’intervistare Dante Alighieri e, se la memoria non m’inganna, è la prima volta che il Sommo Poeta rilascia un’intervista. Posso solo dire che il luogo dell’incontro è a Firenze, altro non posso rivelare. Non so neppure perché Dante abbia deciso di rilasciare un’intervista, probabilmente era troppo stufo della situazione sul nostro e sul suo ex pianeta Terra e voleva dire la sua. Il lettore troverà un Dante insolito. Il problema principale è stato come rivolgersi a Dante e con quale appellativo chiamarlo. Si poteva andare con un fantozziano Dottor Alighieri, passando per un classico maestro ma lasciando perdere “signor Alighieri”. Alla fine, ho deciso per Sommo poeta, ma sono stato subito stoppato. Preferiva il classico messer Dante.
Messer Dante, è un piacere! Esordisco con imbarazzo
“Fermo là, lasci perdere il messer, mi chiami semplicemente Dante.” Mi risponde Dante con fare risoluto “anzi, per toglierla dall’impaccio la prima domanda me la faccio da solo”.
Prego….
“Sa perché ho deciso di parlare? Perché sto scrivendo un’altra Commedia. Ci sono troppe cose che non vanno, l’umanità sta vivendo un nuovo medioevo”.


Messer Dante, a che punto è della nuova opera?
“Sto trattando diversi temi. Prima tra tutti la corruzione nella Chiesa. Finito uno scandalo ne inizia un altro. E poi devo raccontare oltre sette secoli di storia dall’ultima versione della Commedia. E’ un lavoro immane. Mi era venuta anche un’idea…”
Quale?
“In tutti questi secoli, tutti si sono fatti belli con il mio libro e, soprattutto, hanno guadagnato tanti, troppi soldi. E io, come un bischero, non ho visto nulla”.
Vabbè, sono altri tempi messer Dante
“Proprio per questo mi voglio adeguare. Ho provato a rivolgermi a Netflix, proponendo il soggetto della nuova Commedia da presentare in TV sotto forma di un’infinita serialità televisiva. Una via di mezzo tra Beautiful e La Casa di Carta”.


Vedo che è aggiornatissimo…
“Faccio quello che posso e poi la Casa di Carta mi è garbata parecchio”.
Messer Dante ma i vertici di Netflix cosa le hanno risposto?
“Carina come idea ma un po’ datata, manca di ritmo narrativo. Mi hanno anche detto che si vedeva che non sapevo lavorare in squadra. Mi hanno proposto, per farmi le ossa nel settore, di entrare in un gruppo di sceneggiatori per imparare il mestiere”.
Allora, cosa ha fatto?
“Ho lasciato perdere Netflix ed ho continuato nel mio lavoro di revisione della Commedia, anzi di ristrutturazione”.
Ristrutturazione?
“Sì, ha capito bene, ristrutturazione. La letteratura è come il settore immobiliare. Una volta le case avevano dei volumi enormi. Ora, per risparmiare, si fanno case più piccole. Quando si ristrutturano i vecchi palazzi, dove prima c’erano 5 appartamenti ora ne vengono fuori 20”.


Messer Dante, si, ma questo con la Commedia cosa c’entra?
“Mi segua bene: i gironi infernali rimangono 9, anche perché poi sai che palle con gli aristotelici e la numerologia. Farebbero un sacco di polemiche. All’interno di questi 9 gironi, però, ho ricavato una serie di sottocategorie, anche queste care ad Aristotele, e allungo il brodo a dismisura. Usciranno una serie di libri infiniti da far invidia al commissario Montalbano del mio amico Camilleri e finalmente vedrò un po’ di grano”.
Messer Dante, quella dei soldi sembra essere diventata una fissazione per lei?
“Non voglio passare per fesso e poi odio i dantisti, tutti, dai più bravi ai meno bravi. Declamano 2 canti e passano all’incasso”.
Però, qualche anticipazione deve darmela…
“Qualcuna e basta, non faccia il furbino, se no, i nuovi libri non me li compra più nessuno. Le darò un antipastino dei personaggi più recenti”.
Ad esempio, Trump dove lo metterebbe?
“Non ho dubbi, nel nono cerchio insieme ai traditori della patria con la testa nel ghiaccio”.


Messer Dante, e venendo ai problemi di casa nostra, un posto per il suo compaesano Matteo Renzi c’è?
“Intanto lui non è mio compaesano perché viene dalle campagne di Rignano sull’Arno, mentre io sono di Firenze. Certo un posto per Matteo c’è: nell’ottavo cerchio insieme ai seminatori di discordia. Non verrà fatto a pezzi con la spada ma come contrappasso avrà delle cuffie dove riascolterà tutte le sue balle raccontate in terra, partendo da quelle dette quando era studente nel liceo fiorentino che porta il mio nome”.
E Berlusconi?
“Troppo facile! Nel secondo cerchio con i lussuriosi. Insieme a lui, per non lasciarlo solo, collocherò anche Galliani”.
E il premier uscente? L’avvocato Giuseppe Conte?
“C’è un posto anche per lui, nell’ottavo cerchio insieme ai seduttori. Come pena gli verranno continuamente spettinati i capelli e gli sarà vietato di tingerseli. Stessa cosa per Berlusconi, niente ritocchini”.


Ma veniamo al nuovo governo: di Draghi sarà contento?
“Allora non ci siamo capiti?
Messer Dante, perché?
“Lo ripeto, non sono un bischero. Posso farmi prendere per i fondelli da uno con quella ghigna?
E quindi, pure Draghi all’inferno?
“Al Paradiso non lo metto di certo. Ha visto come si è salutato col Berlusca? Come due vecchi compagni di merende. Dov’era il professor Draghi quando è iniziato il suicidio del Monte dei Paschi con l’acquisizione di Banca Antonveneta? Era alla Banca d’Italia e siccome anche lui bischero non è, vuol dire che non ha supervisionato un bel nulla o non ha voluto supervisionare”.


Allora Messer Dante, dove lo colloca?
“Sto costruendo un girone proprio per quelli come lui, ma non mi rovini la sorpresa con chi leggerà il libro. Quello che le posso anticipare è la pena: vedere tutto il giorno in televisione dei film di Lino Banfi come “La Dottoressa del distretto militare” e “La liceale, il diavolo e l’acquasanta”. I film saranno intervallati da un telegiornale dove verrà annunciata la nomina dello stesso Banfi Presidente della Repubblica, vincitore per un manciata di voti rispetto a lui”.
Messer Dante, questo è sadismo! Non le sembra di esagerare?


“Se è per questo, ho esagerato anche con la prima versione della Commedia”.
E i nuovi ministri? Che ne pensa di Brunetta?
“Brunetta lo metto nel quinto cerchio con gli iracondi”.


Messer Dante, cambiando argomento, mi deve dire qualcosa dei virologi
“Aspettiamo che finisca questa pandemia e poi mi esprimerò. Qualcuno potrà andare in Paradiso, come il professor Crisanti, altri hanno il posto all’inferno assicurato”.
“E…..”
“No, ora basta. Baste domande, se no, non vendo più il libro. Però, voglio farle una domanda io questa volta”.
Prego, dica pure
“A Firenze lo fanno o no lo stadio?”


Messer Dante, non saprei, non mi dica che segue il calcio
“Certo, è una passionaccia. Mi piacerebbe anche che mi venisse dedicato il nuovo stadio. Mi hanno dedicato scuole, piazze e vie, ma uno stadio mai. Suonerebbe anche bene: Stadio Dante Alighieri di Firenze”.