Il clima della Terra sta cambiando e dobbiamo aumentare il livello di guardia contro gli effetti del riscaldamento globale. È ormai un dato di fatto che i cambiamenti climatici trasformano il nostro pianeta; degli ultimi 20 anni, 18 sono stati i più caldi mai registrati, e gli eventi meteorologici estremi, quali gli incendi boschivi, le ondate di calore e le inondazioni, sono sempre più frequenti, in tutto il mondo. Dall’accordo di Parigi l’Unione Europea è in prima linea per frenare gli effetti di questi cambiamenti climatici.
L’avviso degli scienziati
Gli scienziati avvertono che, in mancanza di interventi urgenti, il riscaldamento potrebbe persino spingersi fino a +5°C entro la fine del secolo.
Un aumento delle temperature di questa sorta, avrà un impatto devastante sulla natura, provocherà cambiamenti irreversibili negli ecosistemi, riducendo la biodiversità, senza contare il fatto che temperature più elevate ed eventi meteorologici più intensi comportano costi enormi per l’economia.
Unione Europea e riscaldamento globale
L’UE è uno dei firmatari dell’accordo di Parigi, con l’obiettivo di limitare il riscaldamento al di sotto dei 2ºC e a mantenerlo entro 1,5°C. I paesi dell’UE hanno approvato l’obiettivo di conseguire la neutralità climatica entro il 2050, in linea con l’accordo di Parigi e hanno fissato traguardi ambiziosi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, definendo obiettivi stringenti in materia di emissioni, per i principali settori della sua economia.
Le misure adottate dall’Unione Europea
Il primo pacchetto di misure è stato concordato nel 2008 e ha fissato obiettivi per il 2020:
- riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 20% (rispetto al 1990)
- aumento al 20% della quota di energie rinnovabili
- miglioramento dell’efficienza energetica del 20%
Unione Europea e obiettivi superati
La buona notizia è che questi obiettivi sono stati raggiunti (e superati), dato che, dal 2018, le emissioni di gas a effetto serra sono ridotte del 23%, ben tre punti percentuali oltre l’obiettivo iniziale del 20%.
Scopo fissato al 2030 oggi
Visti gli ottimi risultati che si stavano ottenendo, nel 2014 è stato delineato il quadro del 2030, stabilendo obiettivi più ambiziosi per il periodo 2021-2030, con l’impegno di ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, ma poi, nel Dicembre 2020, come richiesto anche dall’accordo di Parigi, il Consiglio europeo ha fissato un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030.
L’Unione Europea ha concordato un obiettivo minimo di riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. A seguito di questo nuovo impegno chiesto a tutti i Paesi firmatari dell’accordo di Parigi, l’UE intende stimolare una crescita economica sostenibile, creare posti di lavoro e produrre benefici per la salute e l’ambiente, oltre a promuovere l’innovazione nelle tecnologie verdi.
Unione Europea e Green Deal
I leader dell’UE hanno chiesto al Consiglio di portare avanti i lavori sul Green Deal europeo, riconoscendo la necessità di predisporre un quadro favorevole per assicurare una transizione efficiente in termini di costi, socialmente equilibrata ed equa verso la neutralità climatica, tenendo conto delle diverse situazioni nazionali.
Cosa dice la legge
La legge europea sul clima l’elemento fondamentale del Green Deal europeo e ha l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica per il 2050. I ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo in merito a un orientamento generale parziale sulla proposta di legge in occasione del Consiglio “Ambiente” dell’ottobre 2020.
Il Consiglio sottolinea l’importanza di promuovere sia l’equità sia la solidarietà tra gli Stati membri, oltre che l’efficentamento dei costi nel conseguimento dell’obiettivo della neutralità climatica. Ma avere un’Unione Europea climaticamente neutra, cosa significa? L’impegno, risoluto, è di diventare climaticamente neutri entro il 2050 e l’obiettivo rafforzato, è di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030: un segnale forte, che vogliamo a tutti i costi inviare al mondo intero!
Unione Europea e impatto climatico zero
Nelle sue conclusioni del 12 dicembre 2019, il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato l’obiettivo di realizzare un’UE a impatto climatico zero entro il 2050. In linea con quanto previsto, concordato e sottoscritto, nell’accordo di Parigi. Questo, pur riconoscendo la necessità di predisporre un quadro favorevole che vada a beneficio di tutti gli Stati membri e comprenda strumenti, incentivi, sostegno e investimenti adeguati per assicurare una transizione efficiente in termini di costi. Che sia giusta, socialmente equilibrata ed equa, tenendo conto delle diverse situazioni nazionali, relativamente ai punti di partenza di ciascuno stato membro.
Politica ma non solo
Questo è il punto di vista politico. Ma, anche e soprattutto, l’impegno che tutti i cittadini europei, per tramite dei loro rappresentanti in seno al Consiglio, si sono presi. E devono cercare di concretizzare, ciascuno al meglio delle proprie possibilità.
Il 4 marzo 2020, la Commissione europea ha adottato la sua proposta di direttiva sul clima, che costituisce una parte importante del Green Deal europeo. Il 17 settembre 2020, la Commissione ha adottato una proposta che modifica quella iniziale. Per includere un obiettivo europeo riveduto di riduzione delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030. La Commissione europea ha pubblicato, inoltre, una comunicazione sul piano per l’obiettivo climatico 2030, accompagnata da una valutazione d’impatto globale.
Un po’ di storia
Le discussioni sulla proposta sono iniziate durante la presidenza croata e sono proseguite sotto la presidenza tedesca, più di recente anche sulla proposta modificata. Nei giorni 10 e 11 Dicembre scorsi, il Consiglio europeo ha approvato, nelle sue conclusioni, un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra più ambizioso. Questo vale per l’intera Unione Europea, pari ad almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. E ha fornito gli orientamenti e le linee guida da seguire, per il suo raggiungimento.
L’Unione Europea e l’accordo da trovare
Prima che il regolamento relativo alla legge europea sul clima possa essere adottato in via definitiva, il Consiglio, rappresentato dalla sua presidenza, e il Parlamento europeo devono raggiungere un accordo politico sulla proposta. Quale contributo agli obiettivi dell’accordo, i singoli paesi hanno presentato i loro piani generali nazionali per l’azione per il clima. Ma anche se questi non sono ancora sufficienti per conseguire gli obiettivi concordati in merito alle temperature, tracciano la strada da seguire per le azioni successive.
Non rimane altro da dire che: “speriamo bene e che ciascuno faccia la propria parte.”.