A proposito del mercato immobiliare specifico di queste abitazioni, si legge un po’ di tutto; ma: quale è la condizione attuale di questo mercato? E quali sono i costi delle case in legno? Un mercato in continua crescita che, nel 2023, si è incrementato del 3,2% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore di produzione di 2,3 miliardi di euro, grazie soprattutto alla crescente domanda di edilizia sostenibile e innovativa. Ed è proprio l’edilizia sostenibile, sono le costruzioni ecocompatibili, è la bioarchitettura, gli aspetti che costituiscono uno dei maggiori argomenti di ricerca dei potenziali acquirenti di case.
Il mercato immobiliare delle case
Stanno iniziando a diventare notizie conosciute un po’ da chiunque quale sia la capacità di questo materiale di stoccare anidride carbonica, quanto siano elevate le rese in termini di isolamento termico (e dunque risparmio energetico), leggerezza (e dunque possibilità di costruire in altezza, riducendo il consumo di suolo), sicurezza (è un materiale antisismico) e rapidità di costruzione, ne fanno una risposta ideale alle sempre più pressanti necessità di un mercato immobiliare e urbanistico in cerca di soluzioni sostenibili dal punto di vista ambientale, economico e sociale.
Le case in legno piacciono agli italiani e piacciono ogni anno di più. Il dato più aggiornato di cui disponiamo non è recentissimo, risale al mercato del 2021 che ha segnato una crescita del +33% rispetto al 2020 e circa 3400 nuove abitazioni. Di queste, l’82% sono case unifamiliari, e il resto si divide tra bifamiliari e plurifamiliari. Pensate che il 71% di questi edifici (oltre 2.400 unità) è stato realizzato da noi, nel Nord Est.
Oggi, si stima che circa 1 casa su 13 sia costruita in bioedilizia, il che significa una percentuale sul complessivo dei permessi di costruire rilasciati di quasi il 7,5%.
Il mercato immobiliare delle case in legno
In base alle esperienze dei mercati nord-europei e alla crescita di questi ultimi anni, è semplice costatare come il mercato delle case in legno stia diventando sempre più appetibile per il nostro mercato, quasi quanto quello delle costruzioni tradizionali: un mercato immobiliare movimentato e florido, a patto che sia divulgata una corretta informazione (Internet non è il Vangelo!).
Vero che il 35% delle case unifamiliari o bifamiliari che vengono commercializzate in Italia provengono da ditte austriache, ma perché non dobbiamo appropriarci noi di questa consistente fetta di mercato? La qualità dei legni pregiati, lo stile italiano e la garanzia di costruzioni a norma di legge, se ben veicolate in sede di offerta, porteranno sicuramente i potenziali acquirenti a preferire le ditte italiane.
I clienti italiani, dunque, si mostrano, già da tempo, in grado di apprezzare queste nuove forme edilizie senza alcun preconcetto. O meglio, qualora un committente fosse ancora titubante circa l’impiego di moduli prefabbricati per la realizzazione della propria abitazione, le informazioni sulle prestazioni e sulle garanzie costruttive sono dati che non possono essere negati.
Sfatiamo un mito: secondo il sentire comune, un’abitazione in laterocemento costa più di una in legno
In realtà, e lo sappiamo bene tutti, costruire una casa singola in classe A4 oggi arriva a costare fino a 2.000€/mq.; e una casa passiva? Beh, anche quella, ma anche un po’ meno! Se poi consideriamo l’isolamento termico e la dotazione impiantistica di una casa passiva, possiamo capire bene quello che può essere il risparmio che quest’ultima garantisce nel tempo. Un esempio su tutti: per ottenere la certificazione A4, la casa in questione non deve consumare più di 75Kw/mq./anno; una casa passivanon supera i 15Kw/mq./anno!
Il potenziale acquirente delle case in legno, non cercherà una casa di seconda mano, sarà più probabile che lo stesso scelga un lotto edificabile e l’ipotetico imbarazzo sarà dovuto all’approccio a una tecnologia che per gran parte poco conosciuta; e qui, interviene il tecnico o l’agente immobiliare, in qualità di esperto capace di consigliare e confrontare le varie tecniche costruttive, perché l’informazione approssimativa o, ancora peggio, fantasiosa, rimane sempre una nota dolente (ripeto: Internet non è il Vangelo!).
Il settore immobiliare italiano sconta ancora gli effetti della crisi che lo ha colpito una decina di anni fa, con un abbassamento medio dei prezzi sino al 50% dei valori massimi raggiunti in piena euforia da compravendite: ce lo ricordiamo tutti, vero?
Il valore di mercato immobiliare
Alcune zone di pregio come i centri storici delle grandi città e le località turistiche più rinomate hanno sostanzialmente tenuto, mentre particolarmente penalizzate risultano le unità residenziali realizzate nelle periferie urbane ed in generale tutto il patrimonio costruito con criteri economici o a carattere speculativo dagli anni ’90 in poi sino a primi anni 2000, quasi sempre ad opera di cooperative edilizie e società immobiliari.
Il valore di mercato di un fabbricato è sempre direttamente proporzionale alle dinamiche relative al territorio in cui si trova, a prescindere dal sistema costruttivo adottato. Altri fattori determinanti sono strettamente collegati alle caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’immobile, alle pertinenze, all’impiantistica e, ovviamente, alle finiture.
Vi sono tematiche, relativamente recenti, che hanno fornito nuovi elementi di valutazione degli immobili, poco o per nulla considerate negli anni passati.
L’attestato
L’attestato di prestazione energetica o APE è, nella quasi totalità dei casi, un documento obbligatorio per legge nel caso di compravendita di immobili che dev’essere preparato da un tecnico abilitato che deve calcolare l’isolamento termico ed i consumi energetici dell’unità immobiliare. Il raggiungimento di una classe superiore è certamente un fattore incrementale per il valore di un immobile efficiente rispetto a fabbricati energeticamente disperdenti, in quanto un edificio isolato emette meno CO2 nell’ambiente e avrà bassi costi di gestione per riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria.
Le case a basso consumo, quelle che chiamiamo passive, raggiungono senza problemi le classi energetiche di eccellenza, proprio per le caratteristiche intrinseche di questi sistemi costruttivi che sono naturalmente isolati e quasi privi di ponti termici. Questo aspetto è chiaramente un punto di forza degli edifici in legno sotto il profilo del valore di mercato. Chi acquista una casa in bioedilizia dotata di pannelli solari fotovoltaici, pompa di calore e ventilazione meccanica, pagherà bollette energetiche ridotte e non necessiterà nemmeno dell’allacciamento alla rete pubblica del gas metano.