L’uomo del momento è certamente Elon Musk, il secondo uomo più ricco del Mondo; ciononostante, la sua “Casita”, quella di Boxabl” per intenderci, rappresenta senz’altro l’essenza dell’esistenza minimalista per definizione.
Dimensioni assolutamente minime, locali ibridi e multifunzionali, replicabili in serie e a costi letteralmente per tutte le tasche, realizzate secondo i principi dell’ Existenzminimum, ossia l’abitazione per il livello minimo di esistenza. Questo era il titolo del II CIAM (Congresso Internazionale Architettura Moderna) tenutosi nel 1929 a Francoforte, durante il quale si è discusso sull’organizzazione degli luoghi domestici, analizzando tutto ciò che sta intorno a dimensioni e distribuzione degli spazi, con l’obiettivo di realizzare alloggi chepotessero soddisfare le esigenze materiali e spirituali dei loro abitanti.
L’innovazione di Elon Musk
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La crisi economica del 2008 e il conseguente aumento dei prezzi degli appartamenti ha portato sempre più persone a doversi adattare a vivere in monolocali o bilocali di piccola metratura, stretti, sottodimensionati e talvolta mal progettati. Tuttavia,molti bravi architetti hanno raccolto la sfida, trasformando il disagio in opportunità. Oggi le micro-case sono diventate uno status symbol: arredi a scomparsa, spazi ibridi, moduli multifunzione e su misura,super tecnologie innovative, consentono di realizzaremicro-case dotate di ogni comfort.
In tutto questo, come poteva non “metterci becco” Elon Musk , smontando il consolidato approccio all’abitazione basato su quasi sempre immaginarie necessità di spazi enormi per soddisfare bisogni inesistenti. Il nostro “eroe” sostiene che si può vivere bene anche con il minimo necessario e con il massimo rispetto per l’ecosistema; così, anche coloro che rinunciano con faticaallo status symbol della “mega casa”, possono trovare soddisfazione.
Il mini appartamento di Elon Musk: boxabl casita
Casita è una proposta abitativa eco-sostenibile ed economicamente accessibile di Boxabl, la start-up che l’ha sviluppata, prodotta e lanciata sul mercato in collaborazione con Elon Musk. La “casetta” consiste in un’unità prefabbricata composta da pareti, pavimento e copertura pieghevole che forma una scatola; ogni scatola può essere disimballata e assemblata in meno di 60 minuti e può essere facilmente trasportata ovunque, quasi come fosse una valigia di 5.900 kg, con un normalissimo camion. Il modulo di base è un cubo di 5,7m x 5,7m di lato e 2,9m di altezza; all’interno, vi trovano collocazioneuna camera da letto, un bagno, una cucina e una piccola zona giorno. Secondo modello e finiture scelte, il costo varia dai 5.000,00 ai 50.000,00 dollari, naturalmente escludendol’acquisto del terreno,gli allacciamenti alle forniture di acqua, luce e gas e le spese tecniche.Il tutto, alla faccia deiprezzi degli immobili, spesso inavvicinabili, del mercato immobiliare.
Se l’idea non è certo nuovissima, dato che nasce nel ’29 del secolo scorso, tecnologie e materiali utilizzatioggi fanno la differenza. L’involucro è composto da pannelli strutturali isolati, ad alta tenuta ermetica per ridurre il consumo energetico, così come l’impianto di illuminazione a LED e gli elettrodomestici ad alta efficienza abbattono in maniera considerevole i costi di gestione.
Ma “anche l’occhio vuole la sua parte”, recita un antico adagio e, infatti, il design diCasitaè concepito in modo da non far rimpiangere una qualsiasi abitazione un po’ più . . . tradizionale. Materiali naturali, mobili essenziali ma comunque eleganti e confortevoli, ampie vetrate, spazi fluidi e adattabili, per quanto possibile, alle esigenze abitative di chi ne fa la propria casa,fanno sì che non ci si accorga nemmeno (o quasi!) della superficie totale di poco inferiore ai 33 m2:la percezione che si ha dello spazio è che sia comunque caldo e accogliente.
Cent’anni di case minime
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Dall’idea iniziale che mosse questo tipo di progettazione, cioè poter dare una casa a chiunque, cioè anche a coloro che oggettivamente non se la sarebbero mai potuta permettere, alla “firma d’autore” il passo non è certamente breve, ma è stato compiuto.
Se è vero che all’inizio dei ragionamenti fatti intorno alle case minime, lo scopo era quello di concepireun alloggio sufficientemente economico così da poter accontentare il maggior numero di persone possibile, la casa minima si evolve e diventa uno spazio per le vacanze ma anche una soluzione d’emergenza in situazioni di grandi crisi (pensiamo a terremoti e alluvioni), alle quali prestano la loro firma eccellente archistar del calibro di Charles-Édouard Jeanneret-Gris, meglio noto con lo pseudonimo di Le Corbusier e Norman Foster, i quali, pur abituati aprogettare grandi ville-manifesto per clienti facoltosi e, a volte, anche abbastanza colti da cogliere la grandiosità della casa progettata per loro (si veda Casa Kaufmann, più nota con il nome di Fallingwater, in Italiano: La Casa sulla Cascata di Le Corbusier, appunto), dall’altro si ingegnano nel progettare alloggi ridottissimi ma assolutamente dignitosi, da poter realizzare in migliaia, se non in milioni, di esemplari.
Elon Musk e le case minime
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Con il cambiamento di usi e costumi che si è verificato intorno agli anni ’50 e ’60, quando il “viaggiatore” si trasforma in “turista” e inizia il vero e proprio fenomeno di massa delle vacanze per tutti, attingendo alle case minime la concretizzazione del sogno di una seconda casa, la casa di villeggiatura, è un sogno che diventa accessibile a molti. Prova ne sia il numero non proprio esiguo di esperimenti architettonici che si fanno da più parti intorno a questo argomento e approfondire l’argomento sul web con esempi e storie dedicate, è abbastanza semplice.
Ma le case minime, come ho accennato poc’anzi, sono concepite anche per rimediare a tragedie di varia natura; esiste un vero e proprio filo conduttore,anche se sottile,che lega le case prefabbricate in legno e lamiera della Francia degli anni ’40 e ’50 concepite per rialloggiare sfollati e senzatetto, con tanti recenti progetti d’autore, pensati in risposta a singoli eventi catastrofici – guerre, terremoti e tsunami – o al disagio abitativo endemico delle regioni più povere del mondo, anche se non vi è dubbio su quanto possa essere difficile il compito di “far quadrare” risparmio assoluto e ricerca della qualità, velocità di realizzazione, solidità e durata nel tempo.
D’altro canto, l’Amleto di Shakespeare così si esprime: “Potrei vivere confinato in un guscio di noce e sentirmi re dell’infinito”.