Scrive Renato Brunetta, ex ministro, ora presidente della Fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità, con sede alle Procuratie di San Marco, che la città è destinata a diventare: “La più antica città del futuro” (La Stampa, 11 novembre 2024). Storicamente basta vedere il nostro Medioevo, le tecnologie dell’Arsenale, il vetro di Murano e tanto altro. Ovvero il primato degli artigiani, ancora così attivi in una città di appena 49 mila superstiti. E a proposito del vetro, tra le cinque invenzioni più importanti nella storia dell’umanità, oltre al dominio del fuoco, alla ruota, all’aratro, figura l’invenzione degli occhiali.
Gli artigiani e gli occhiali
Occhiali? Ebbene sì. Furono inventati a Murano alla fine del XIII secolo. Lo testimonia un documento custodito all’Archivio di Stato dove si legge “roidi da ogli e lapide da legendum”, ovvero “dischi da occhi e pietre per leggere”. In un documento di un ottico veneziano del 1317 c’è scritto “piere da lexer e oglarios de vitro”, traduzione: pietre da leggere e occhiali di vetro.
Incuriosito, mi soffermo in due storici negozi artigiani di ottica: Urbani a San Marco e Vascellari a Rialto
E resto veramente basito dalla loro preparazione storica. Fosca Urbani, si è laureata sull’argomento e produce come artigiana veneziana, assieme ai fratelli Lorenzo e Barbara, occhiali personalizzati con nuove tecnologie e materiali sostenibili. Roberto Vascellari a Rialto, ha un vero e proprio museo nel laboratorio con “pezzi” addirittura del Seicento. Nel suo negozio spicca il mosaico del cardinale Ugo di Provenza, immortalato nel 1352 con un paio di occhiali dal pittore Tomasi da Modena che si trova nel convento domenicano di San Nicolò a Treviso. È la prima volta al mondo che questa invenzione “muranese” viene immortalata con un affresco.
Devo dire che l’ottimismo tecnologico veneziano di Renato Brunetta ci ha proprio azzeccato.
Gli artigiani degli occhiali e il futuro
Ora una multinazionale veneta, del Cadore, da tre secoli capitale dell’occhiale tradizionale, la Essilorluxottica Smart Wear, ha messo sù un laboratorio del futuro con un investimento da 50 milioni di euro e con un centinaio di ricercatori e scienziati del Politecnico di Milano. Obiettivo: la creazione dell’occhiale con devices del futuro, ovvero uno strumento intelligente con componenti elettronici, fotonici e algoritmi, con ologrammi sovrapposti alla realtà. In parole più semplici: con gli occhiali potremo vedere “oltre”.
L’intelligenza artificiale è solo agli inizi. Mark Zuckerberg con Meta in collaborazione con la nostra Luxottica ci sta già provando. È in concorrenza diretta con Elon Musk. Ovvero guerre stellari. Speriamo che Venezia e il Veneto siano ancora protagonisti. In fondo sono passati quasi dieci secoli da quando i “cristalleri muranesi”, praticamente sequestrati in isola per non rivelare i segreti del vetro bianco, si sono inventati “due lenti molate convesse e incastonate con due cerchi in legno”.
I monaci portano in giro gli occhiali degli artigiani
Furono i monaci, giramondo ante-litteram, a diffondere il prodotto tecnologico in Europa. Murano all’epoca aveva una decina di conventi importanti. A cominciare da quelli frequentati da Giacomo Casanova.
Poi, ci pensò la stessa Chiesa: proibì gli occhiali perché, “distorcendo” la realtà erano una creazione del diavolo. Anche se la cultura classica ci riferisce che Nerone “usava una pietra verde” (smeraldo) per vedere più da vicino i suoi gladiatori in combattimento.
Dall’imperatore romano facciamo un salto a piè pari a Maria Rosaria Boccia con polaroid Luxottica da 327 euro. E scusatemi il confronto.
Fosca Urbani con il suo negozio a San Marco ci tiene a rimarcare la storia degli occhiali nonostante il suo negozio sia assillato dalla mercatura turistica. Resistenza e resilienza questo il loro dovere. Roberto Vascellari, l’ottico rialtino, vorrebbe scrivere un libro sulla storia degli occhiali a Venezia.
La cosa sorprendente è che la città, scusatemi il termine, centro storico, continui a stupire con i suoi artigiani intraprendenti. Forse ha ragione la Fondazione, Venezia capitale della sostenibilità e del suo futuro. Scusatemi, futuro artigiano.