«Favorire un percorso di avvicinamento al 2035, data dell’ipotetico stop alle auto termiche, con un piano che tuteli imprese e lavoratori». È con queste parole che Marco Zecchinel, Presidente di Confapi Venezia, interviene sul fronte della crisi del settore automobilistico, confermata anche dagli indicatori economici relativi all’andamento industriale veneto nell’ultimo semestre del 2024. Zecchinel, reduce proprio da un viaggio in Oriente, ha detto: “La Cina ha un sistema di automotive iper competitivo che ha nell’elettrico il suo centro. Se il futuro dell’auto fosse il combustibile fossile, l’industria automobilistica europea rimarrebbe competitiva. Ma se il futuro fosse invece la mobilità elettrica, come sembra, l’Europa sarebbe perdente”.
Il futuro dell’automotive
“In Cina alcuni grandi marchi mondiali sono scomparsi, non hanno più valore di brand per lo stesso mercato interno. Il consumatore cinese oggi sceglie auto cinesi che costano poco, molto meno di quelle endotermiche. Invece in Europa, paradossalmente, costano di più. Il passaggio all’elettrico dovrà avvenire per gradi, pensando a tutelare le imprese del nostro territorio e tutta la manodopera coinvolta nel settore e nell’indotto, che giù sta soffrendo la nota crisi. La speranza è che l’Europa non faccia la fine del Continente in cui si assembleranno solamente automobili che vengono prodotte in Cina o negli Stati Uniti. È uno scenario che non possiamo permetterci».
Zecchinel
Il Presidente Zecchinel, infine, porta un esempio concreto di come, dall’altra parte del mondo, lo scenario stia andando verso una determinata direzione. Ha affermato: «Dal post Covid la mobilità in Cina è cambiata completamente: oggi quasi il 50% del parco circolante è elettrico. Lì ci sono 50 costruttori di automobili e si producono più di 30milioni di mezzi: un numero che non raggiungono nemmeno tutti i 10 costruttori mondiali messi assieme. In Germania, che è il primo Paese per produzione d’Europa, si producono 3milioni e mezzo di veicoli, in Spagna 2milioni, in Italia solamente 500mila. Noi producevamo 2milioni di auto nei primi anni ’90: oggi siamo, oramai, il settimo produttore europeo».