Nel 1989 Nanni Moretti, nel film Palombella Rossa, ha inserito una scena che mi è tornata in mente leggendo il libro di Silvia Brena, Parole in tempesta. Dizionario della contemporaneità (Milano, Il Saggiatore, 2024). Il protagonista, Michele Apicella, interpretato da Nanni Moretti medesimo, ha una reazione scomposta durante un’intervista con una giornalista che parla per frasi fatte e che lo metterà a dura prova. Perde il controllo, e grida: “Ma come parla? Le parole sono importanti!”.
L’importanza delle parole
Sì, le parole sono importanti. Ed è importante conoscerle nel loro pieno significato per poterle usare correttamente.
Nel suo libro l’autrice scandaglia la superficie e le profondità della nostra lingua: analizza i significati nascosti dei vocaboli che usiamo spesso con leggerezza parlando e scrivendo. Ci invita a riflettere sul fatto che alcune parole vengono abusate, perdendo efficacia e credibilità, e che altre parole, invece, andrebbero riabilitate. Sembra voler riprendere il filo del discorso già affrontato da Gianrico Carofiglio nei due libri La manomissione delle parole (Rizzoli, 2013) e La nuova manomissione delle parole (Feltrinelli, 2021) che denunciano l’uso sciatto e inconsapevole della lingua o, peggio, la sua manipolazione deliberata, causando l’effetto del logoramento e della perdita di senso.
Quando questo accade, è necessario sottoporre le parole a una manutenzione attenta, ripristinare la loro forza originaria, renderle di nuovo aderenti alle cose. Ecco, quindi, che Silvia Brena ne ha selezionate nove, molto significative: Abuso, Cura, Identità, Memoria, Morte, Natura, Paura, Dolore, Verità, per mostrarne le origini e le trasformazioni, le minacce e le promesse in esse contenute.
Quando le parole hanno un peso
Il risultato è una sorta di «lemmario sui generis» per riconoscerci e ridisegnarci in questi anni incerti, mutevoli e preoccupanti.
Brena ha voluto partire dai dizionari, la vera casa delle parole, dalle pagine dei libri, per poi incontrare chi con le parole e la voce ci lavora: dall’insegnante che legge Dumas ai ragazzi di un carcere minorile all’oceanografa che ha scoperto la lallazione nei delfini. Un percorso che l’ha portata a interrogare i classici (dagli antichi greci a Manzoni) per comprendere il loro legame con autori moderni come David Grossman e Byung-Chul Han, inseguendo i rapporti che le parole instaurano con la tradizione, con la violenza, ma anche con la gratitudine.
Perché «Le parole sono il nostro destino. Ci vengono incontro e diventano i nomi attraverso cui modelliamo il nostro futuro.»
Il libro sarà presentato in Auditorium “Cesare De Michelis”, all’M9 – Museo del ‘900, Mestre, lunedì 25 novembre, alle ore 13,00, durante la “Maratona di Voci 2024” in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, organizzata dall’Associazione culturale Mestre Mia.
L’autrice
Silvia Brena (Milano, 1959) è scrittrice e giornalista, con una lunga esperienza nelle redazioni delle principali testate femminili, tra le quali Io Donna e Cosmopolitan, di cui è stata direttrice. Insegna presso il CIMO (Comunicazione per l’impresa, i media e le organizzazioni complesse) e l’ALMED (Alta scuola in media, comunicazione e spettacolo) dell’Università Cattolica di Milano. Ha fondato con la costituzionalista Marilisa D’Amico VOX – Osservatorio italiano sui diritti ed è membro del coordinamento della Rete nazionale contro i discorsi e i fenomeni di odio.
Silvia Brena, Parole in tempesta. Dizionario della contemporaneità. Prefazione di Vittorio Lingiardi. Postfazione di Stefano Boeri, Milano, Il Saggiatore, 2024.