Un messaggio di pace. “In molti anni di lavoro sono stato un po’ in giro per tutto il mondo e ho visto tante cose. Non c’è tranquillità. Ci sono troppi conflitti nel mondo in questo momento, mentre servono inviti alla pace e alla fratellanza”. Questa è la motivazione che ha spinto Vincenzo Vanin, artista affermato originario di Quinto di Treviso, ad esporre “L’Arca dell’Alleanza”, un mosaico di 80x70cm, alla 18. Arte in Fiera Dolomiti, la rassegna d’arte moderna e contemporanea curata da Franco Fonzo di WebArt. Tenutasi quest’anno in concomitanza con la 45. Arredamont a Longarone, è stata l’occasione, spiega il direttore artistico Fonzo, per conferire a Vincenzo Vanin un riconoscimento alla carriera.
Vanin e la sua produzione artistica
Una produzione artistica che dura da oltre sessant’anni. Dopo l’infanzia trascorsa a Quinto di Treviso, Vanin ancora adolescente arriva a Venezia, dove frequenta l’Istituto Statale D’Arte, dedicandosi alla pittura e alla tecnica del mosaico con il Prof. Gregorini. Nella città lagunare conosce e frequenta Guerrino Bonaldo, Candido Fior e Voltolina. Mentre d’estate, per alcuni anni lavora assiduamente assieme al professor Gatto con il quale approfondisce la sua immagine della realtà, la tecnica del mosaico e del restauro. Sono in questo periodo le prime esposizioni di dipinti e di mosaici. Nel 1962 parte per il servizio militare e si arruola nel corpo dei Paracadutisti. Nei 1964 si congeda e ritorna a collaborare per un breve periodo con Gatto, Guerrino Ronaldo e Agostino De Lazzavi.
La carriera
Successivamente emigra in Canada, dove ha modo di confrontarsi proprio sull’arte del mosaico con l’artista Rosemberg, conosciuto durante il viaggio. Nei 1965 fonda a Toronto il Church Art Studio dando inizio a un percorso intenso di opere religiose e pubbliche con grandi mosaici murali. Parliamo ad esempio delle chiese di S. Mary, S.Aphonsus e S.Pio X o dell’edificio la Rotonda e delle scuole di Ciatham e Blenheim nell’Ontario. Sempre a Toronto, insieme al professor Bardin da vita al club veneto del S.Marco, divenuto poi il più importante della provincia canadese. Alcune sue opere si possono trovare nei Quaderni d’Italianistica, la rivista ufficiale della Canadian Association for Italian Studies. Se appena arrivato in Canada aveva iniziato a mantenersi con lavori pesanti nell’edilizia, dopo aver frequentato Architettura al Ryerson Polytechnical Intitute, arriva a progettare anche qualche nuova struttura a Toronto fino al suo rientro a casa nel 1973.
Vanin, il ritorno in Italia e il giro per Mondo
Ritornato in Italia frequenta l’Accademia delle Belle Arti di Venezia dove apprenderà molto dal Maestro Emilio Vedova da cui sarà profondamente influenzato in un particolare interesse per l’arte informale. E’ il periodo in cui nel trevigiano realizza le due pale d’altare nella chiesa di Fagarè della Battaglia, il mosaico del Battistero e il lunotto della porta centrale nella chiesa di Roncadelle.
Vanin e l’Arca
Partendo dalle arti visive, si orienterà sempre più verso la tridimensionalità. Un profondo coinvolgimento, motus animi, attraverso una continua ricerca di una spazialità dinamica che quasi richiama il gesto, come emerge prepotentemente nell’Arca.
Con questa nuova interpretazione da inizio ad un lungo percorso di mostre e opere in varie parti del mondo: New York, San Francisco, Tokyo, Shanghay, Praga, e in Canada, Austria, Germania, Luxemburgo. Da diversi anni si dedica anche alla formazione, con i laboratori sulla tecnica del mosaico tenuti in varie parti d’Italia, e la sua attività continua anche all’estero attraverso i rapporti stretti con artisti importanti come Alex Mlinarcic e Milan Mazur.
In cantiere per Vanin prossimamente due mostre, a Bergamo e in Emilia Romagna. Ma ci tiene a sottolineare che il “lavoro portato avanti da Franco Fonzo con Arte in Fiera rimane unico. Una battaglia che dura da tanti anni nella promozione dell’arte. E sta però riuscendo nel suo intento. Merita un applauso”.