Il gruppo di Hamas ha attaccato a sorpresa cittadini e militari, alle prime ore dell’alba del 7 ottobre, il sud dello Stato di Israele provocando una drammatica escalation nell’area mediorientale. Questo a causa del default dei servizi segreti israeliani che non hanno funzionato negli ultimi anni. Il gruppo di miliziani islamici, pare anche che al suo interno ci fossero dei terroristi legati a il terrorismo di matrice jihadista, ha armato, pianificato ed eseguito un vero e proprio attacco manu militari. Gli stessi israeliani hanno paragonato all’attacco terroristico avvenuto l’11 settembre del 2001 contro gli Stati Uniti. Questo attacco a sorpresa ha ricordato un altro avvenuto proprio cinquant’anni fa, da parte dell’Egitto contro Israele durante lo Yom Kippur del 6 ottobre 1973, la festa dell’espiazione più importante del calendario ebraico. Portò direttamente alla caduta del governo di Golda Meir, evento che potrebbe ripetersi con Benjamin Netanyahu che rischierebbe di finire la sua carriera politica.
Il terrorismo e la falla

La falla all’interno dei servizi di intelligence israeliani è davvero ampia, in primis sulla questione dei parapendii meccanizzati considerati dei nuovi sistemi tattici. Non va dimenticato che nel 1987 un paio di terroristi palestinesi riuscirono a penetrare con il parapendio, quale mezzo semplice e leggero di volo libero, nel territorio israeliano dal sud del Libano, all’interno di una base militare uccidendo alcuni soldati e ferendone altri. Il governo di Tel Aviv non riesce a comprendere come mai il monitoraggio con mezzi elettronici ed umani non abbia segnalato la pianificazione di un attacco da parte del gruppo di Hamas.
Dietro il terrorismo l’Iran?

Dietro questo efferato attacco terroristico ci sarebbe il ruolo dell’Iran. Quello che è più di un sospetto si basa su video dai quali emerge che durante i rapimenti sono stati impartiti ordini in lingua persiana. Questo ha fatto pensare subito alla presenza del corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche. La singolare attenzione, tuttavia, del premier israeliano verso lo Stato iraniano ha anche aperto la strada alla Turchia per rafforzare la capacità militare del gruppo terroristico di Hamas. Che opera nella totale sicurezza all’interno del territorio turco. È vero che i rapporti tra il presidente turco Erdogan e Netanyahu sono ottimi. Tuttavia non è da escludere che il governo turco abbia cercato di contrabbandare materiale per la fabbricazione di razzi a favore di Gaza.
Il primo ministro

Non si può, però, non considerare che il primo Ministro israeliano abbia qualche colpa, dinanzi ai variegati tipi di estremismo. Come quella di non comprenderne la complessità e di essersi essenzialmente lasciato ingannare da un elaborato gioco di coppia buona e cattiva. Non rendendosi conto che l’Iran e la Turchia non hanno tanta simpatia anzi provano odio nei riguardi dello Stato d’Israele. Anche se Ankara e Teheran si guardano male a vicenda.
Gli esperti israeliani di strategia sovente delineano il falciare l’erba con riferimento alle operazioni occasionali. Volte a degradare la produzione di razzi e le basi logistiche terroristiche del gruppo di Hamas.
Ora che il governo Netanyahu è impegnato nell’affrontare una guerra vera e propria difficilmente si parlerà della destituzione immediata del premier israeliano. E della decisione di licenziare il vertice dei servizi segreti. L’attenzione dell’intero paese ora è quella di restare uniti e garantire la sicurezza nazionale.