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Crede di vincere chi uccide di più

Roberto Tumbarello di Roberto Tumbarello
15 Ott 2023
Reading Time: 16 min
Crede di vincere chi uccide di più
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Fate come vi pare, tanto lo stato non c’è. Terrore, morte, bambini sgozzati, vendette sugli innocenti. Credo che purtroppo sia questo ormai il destino del mondo, che il sacrificio e la dedizione di qualcuno fa evolvere e l’ignoranza e l’arroganza di altri distruggono. Siccome tutto ha un inizio e una fine, noi potremmo esserci vicini per la nostra ambizione di potere, per presunzione e anche per stupidità, soprattutto per crudeltà. Come quella di Hamas che in poche ore ha sparso un terrore che, assieme alla Shoah, non ha precedenti nella storia dell’uomo. Netanyahu non si era reso conto della polveriera che si era costruito attorno. Credeva di essere ancora al tempo di Nasser e di Sadat, quando gli arabi si impantanavano nel deserto e se reagivano le prendevano di santa ragione. Oggi, sono cresciuti e alcuni si sono alleati con quella parte del mondo che non riconosce i benefici della democrazia, anzi, la contesta grazie alle armi sofisticate e particolarmente distruttive che ormai tutti possiedono. Crede di vincere chi uccide di più.

Chi uccide di più vince?

Finché non si è risvegliata Israele era in vantaggio Hamas: oltre mille morti, tra cui 200 bambini, donne stuprate, un centinaio di ostaggi di diverse nazionalità, persino 11 funzionari dell’ONU uccisi. Netanyahu deve difendersi e soprattutto vendicarsi. Gli arabi più deboli sono gli abitanti di Gaza, due milioni e mezzo di innocenti, di cui il 40% dal di sotto di 14 anni. Finora i bambini uccisi sono 450, il doppio degli israeliani di sabato del Kippur. Ma ne moriranno ancora. Gaza è assediata da 300mila militari, È stata interrotta l’erogazione di luce, gas, carburante, cibo, medicinali. Ma soprattutto non c’è più acqua. I palestinesi non possono più bere. Paralizzato l’uso di internet, radio, Tv, telefoni e cellulari.

Moriranno tutti come i topi, perché muoiano assieme a loro anche gli uomini di Hamas, se sono ancora in quell’inferno, e anche gli ostaggi. Intanto, l’aviazione israeliana bombarda ininterrottamente. Sono state sganciate migliaia di bombe, tonnellate di tritolo che hanno già colpito 7 ospedali, 48 scuole, 10 strutture sanitarie e diversi edifici civili perché al loro interno possono essere nascosti personale e risorse di Hamas. Il mondo cerca di interrompete quel massacro che ha superato di gran lunga quello dei terroristi e invoca un corridoio umanitario per fare uscire le famiglie palestinesi che non c’entrano con Hamas. Ma chi le accoglierebbe? Gli israeliani temono che assieme a loro escano anche alcuni terroristi mimetizzati. Poi Netanyahu detta un ultimatum. I palestinesi che ne hanno ancora le energie hanno 24 ore di tempo per lasciare Gaza dalla porta Sud, al confine con l’Egitto.

Come mai i servizi segreti israeliani non si sono accorti?

Ma che cosa è successo? Come mai i servizi segreti israeliani, un tempo i migliori del mondo non si sono accorti degli ingenti preparativi della strage? Tentando di stravolgere la costituzione per mettersi al riparo da processi per corruzione che pendono sul suo capo da alcuni anni, Netanyahu è certamente responsabile del lassismo del Mossad e degli apparati di difesa militari, che ha distolto dai loro compiti istituzionali per proteggere la riforma con cui vuol fare dipendere la magistratura dal governo. Approfittando di quella distrazione, Hamas e gli Hezbollah hanno organizzato un improvviso atto terroristico a vasta scala disseminando centinaia di morti e innumerevoli feriti. Un attacco per dimostrare che sono in grado di essere il gruppo che uccide di più.

Quindi, terrore nel paese, catturando ostaggi, che minacciano di uccidere. La peste ha fatto molte vittime, ma risolto tanti problemi, ricorda Don Abbondio con una saggia riflessione universale, che io nell’editoriale amo spesso ricordare e che si adatta ancora oggi a diverse situazioni. Infatti, il governo di guerra e di emergenza ha sospeso la riforma della giustizia che aveva scatenato forti proteste popolari. Netanyahu vuole reagire non solo contro Hamas, ma sacrificare anche i bambini palestinesi, innocenti come quelli israeliani decapitati. Perché occhio per occhio, dente per dente, si chiede l’ONU preoccupato? Perché ancora oggi, vietata dal diritto internazionale, applicare la legge del taglione, un antico principio giuridico contenuto nel libro dell’Esodo dell’Antico Testamento che consentiva una vendetta piena e completa? Le diplomazie sono già al lavoro, ma Israele non vuole sentire parlare di tregua, quindi la guerra si profila molto lunga.

Se chi uccide di più vince, allora chi sono i complici nascosti della tragedia?

Il crudele atto di terrorismo non è stato solo un attacco contro Israele, ma alla società occidentale. Colpito l’unico paese democratico del Medioriente e denuncia al tempo stesso il fallimento di una politica vecchia e superata. Quindi, è anche l’occasione per eliminare al più presto e definitivamente i responsabili perché non continuino a fare altri danni talvolta irreversibili. Per esempio, la voglia di vendicarsi anziché cercare di placare gli animi e trovare un veloce accordo di pace per salvare altre vite. Questi fatti così deprecabili – dato che la maggior parte delle vittime sono civili innocenti – debbono far riflettere sulla diffusione dell’odio che caratterizza la società di oggi. Le conseguenze sono disastrose e spesso imprevedibili. Forse questa è proprio l’occasione che la storia, sostituendosi alla saggezza che gli uomini hanno smarrito, fornisce per una convivenza più civile e maggiore rispetto reciproco tra israeliani e arabi.

Questa guerra di terrorismo, più che di eserciti contrapposti, senza regole, della barbarie e dell’orrore, di menzogne e falsità, può essere di esempio e anche di ammonimento a sciiti e sunniti, che, seppure entrambi musulmani, sono stupidamente acerrimi nemici.  In molti hanno cercato di dissuadere Israele dal reagire nel modo tremendo che ha deciso. Infatti, Netanyahu intende cambiare il volto del Medioriente e distruggere la striscia di Gaza, iI minuscolo stato dove vivono palestinesi innocenti – famiglie, bambini, donne, anziani, ammalati – che non meritano di subire alcuna vendetta perché vittime anche loro della storia. Ma Hamas ha catturato tanti ostaggi e minaccia di ucciderne uno per ogni palazzo di Gaza abbattuto.

Moriranno altre famiglie che non c’entrano col terrorismo. Sarà un altro sterminio inutile e orribile. Dio non voglia che in difesa della popolazione palestinese, estranea ai progetti di Hamas e degli Hezbollah, intervengano militarmente altri paesi arabi, che per ora assistono compiaciuti. Qualcuno è certamente complice della tragedia che si è scatenata e potrebbe dare il via a un conflitto più ampio e tragico che non sarebbe facile, poi, sedare.

Necessario trovare un dialogo

La tensione da qualche tempo è tra l’occidente democratico – che non deve credersi più forte ma dimostrare maggiore saggezza e tolleranza – e il resto del mondo che ne contesta la supremazia. Guidati per ora dagli Stati Uniti sotto la protezione del dollaro, sono contestati e aggrediti continuamente da Cina, India, Russia, Iran e paesi asiatici, mediorientali, africani e dell’America latina. Qualsiasi scusa è buona per un’aggressione immotivata, come quella di Putin che si sentiva assediato dalla Nato. Come la favola del lupo e l’agnello. Superior stabat lupus, inferior agnus. Hamas dalla striscia di Gaza e Hezbollah dal Libano hanno aggredito proditoriamente Israele anche per boicottare l’accordo che Netanyahu sta stipulando con i Sauditi.

Sarebbe stato più saggio trovare un dialogo con i palestinesi con cui il popolo ebraico deve convivere nell’enclave musulmana del suo antico regno. Sempre colpa degli inglesi che decisero di concedere agli ebrei la creazione di un loro stato, proprio in quell’area per disseminare discordia nel Medioriente. Nessuno ha pensato che un giorno avrebbe cercato il potere chi uccide di più. È vero che era nato lì il regno di Israele nel 933 avanti Cristo, ed era durato fino al 722, quando fu distrutto dagli assiri.

Ma in quel periodo era quello il centro del mondo conosciuto. Nel XX secolo re Davide non sarebbe stato così sciocco da rifondarlo nel deserto. Avrebbe scelto per il suo nuovo regno un territorio più fertile e certamente in Europa, comunque in un luogo più vicino ai centri di potere. Invece, il 14 maggio 1948 Ben Gurion dovette crearlo dove avevano deciso gli inglesi. Ora bisogna ripensare una politica diversa da quella di Netanyahu. Lo scenario è cambiato e lui non se n’è accorto.

Da vent’anni rieleggono Netanyahu…e chi uccide di più…

Da vent’anni, nonostante le accuse di corruzione, gli israeliani si incaponiscono a eleggerlo e consentirgli di governare con la complicità dei religiosi. Nelle ricerche storiche non si incontrano mai buoni governi, se non laici. Infatti, dove c’è il dogma non ci può essere dialogo né confronto. Si ricorda ancora nei film l’esperienza che il nostro centro-sud visse per più di un millennio, dal 756 al 1870, durante lo Stato Pontificio.

Che sciocchezza, per un paese problematico come Israele e con convinzioni democratiche, avere alla Knesset un influente partito guidato dai rabbini, negati, come i rappresentanti di qualsiasi altra confessione, per la politica. Significativa la solidarietà a Israele di Gad Lerner e di tanti altri intellettuali ebrei, ma non al Premier, che ritengono responsabile della tragedia di oggi e di altri disastri del recente passato. Non gli si dovrebbe concedere altra fiducia perché non sta compromettendo solo la sicurezza e l’avvenire del suo paese, ma anche gli equilibri mondiali, data la situazione che si è venuta a creare tra oriente e occidente in questo momento in cui sembra contare chi uccide di più.

È parso strano, invece, il commento di Patrick Zaki, attivista dei diritti umani che lo hanno persino portato in prigione in Egitto. Nonostante il ricercatore dell’Università di Bologna non sia musulmano, ma cristiano copto, anziché biasimare l’attacco terroristico, accusa Netanyahu di essere un serial killer. Uno di quelli, appunto, che uccide di più È vero che ha precisato subito di condannare anche Hamas. Ma difende la causa palestinese. Però non spende una parola per i bambini sgozzati e decapitati, né per i 250 giovani del rave trucidati mentre si divertivano spensierati nel giorno di festa, e neppure per i tanti ostaggi catturati che potrebbero essere usati come scudi umani dai terroristi. Del resto, anche Haaretz, autorevole quotidiano di Tel Aviv colpevolizza il Premier e ne chiede le dimissioni. Nell’editoriale che commenta gli atti di terrorismo di Hamas attribuisce la responsabilità del disastro che ha colpito Israele alla politica di Netanyahu.

Ormai il mondo è diviso in due zone contrapposte. Da una parte chi attacca dall’altra chi reagisce e intanto inizia il gioco a chi uccide di più

Sono gli orrori della guerra. Gli orrori di chi uccide di più. Azioni e reazioni sono ugualmente crudeli. Seppure gli Stati Uniti abbiano dichiarato di essere nettamente a favore di Israele e persino inviato due portaerei vicino le coste della Palestina per essere di eventuale aiuto, gruppi di studenti di Harvard, dissentono. Considerata la più autorevole accademia USA, molti sono del parere, come altre università, che la colpa di tutte le violenze è del regime di Netanyahu. Putin, invece, senza condannare la feroce aggressione di Hamas, attribuisce la responsabilità della guerra al fallimento della politica estera americana, ma si offre di mediare per un accordo di pace. Neppure in Italia, benché tutti condannino l’attacco terroristico, si è trovato l’accordo per una dichiarazione comune in Parlamento perché le destre sono incondizionatamente per Israele, anche per l’innata antipatia per i musulmani.

Mentre la sinistra – la Schlein è figlia di un ebreo e di una donna cattolica – è di sostegno a Israele ma anche ai palestinesi. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fazzolari, di fronte a una così immane tragedia, afferma che l’immigrazione – chissà in che modo – aiuta i terroristi e chi uccide di più. Invece, il ministro Giorgetti non esclude un ulteriore peggioramento della nostra economia conseguente al prezzo del gas che è schizzato alle stelle e anche per il giudizio delle agenzie di rating, che ritengono esagerato il nostro debito pubblico e ci sollecitano a fare maggiori sforzi per ridurlo. Intanto la Lega vuole cambiare le sezioni del tribunale che si occupano di immigrazione, in modo da neutralizzare le ordinanze di illegittimità della magistratura anziché scrivere i decreti rispettando i principi costituzionali.

Ormai il mondo è diviso in due zone nettamente contrapposte, quindi nemiche

È uno scontro di civiltà. Ecco perché siamo continuamente in guerra. È inevitabile che ogni tanto ne scoppi una da qualche parte con tanto di quell’odio da rabbrividire. Come in Italia tra la destra e la sinistra. È una guerra anche quella, illogica, fratricida, spietata, combattuta con armi micidiali che possono rovinare la reputazione d’un galantuomo o di una gentildonna. Il proseguimento delle indagini sulla giudice Apostolico fanno emergere una realtà diversa da quella denunciata dalla Lega e rinfacciata da tutta la cordata governativa. La manifestazione del 2018 della cui presenza è incriminata la magistrata non era di estremisti di sinistra e neppure di protesta contro la polizia né contro Salvini.

Era un’iniziativa di pacifisti senza colore politico. Non certo creata da chi uccide di più. C’erano famiglie, associazioni cattoliche e tanti cittadini non schierati. Lo scrive sulla Sicilia, il quotidiano di Catania, Mario Barresi, un giornalista che allora era presente. E ricorda che c’erano anche la Caritas e la Cei, persino Gianfranco Micciché, deputato regionale di Forza Italia, che portò biancheria intima per gli emigranti che vivevano a bordo da diversi giorni. Ma il ministro Nordio manda ugualmente gli ispettori anche se dice che è soltanto per acquisire materiale della stampa, per far credere un’altra verità. Purtroppo la politica è arrivata a questo punto. Nessun colpo è vietato, come nei conflitti di oggi.

Il riscatto per Mimmo Lucano

L’assoluzione in appello di Mimmo Lucano, già sindaco di Riace, ci fa scoprire che ogni magistrato ha le proprie idee politiche – com’è normale che sia – ma tra loro si mischiano e si integrano e, come nelle equazioni matematiche, il risultato è sempre uguale a zero. Ci fu chi nel settembre 2021 a Locri lo condannò a 13 anni e 2 mesi di carcere – il PM aveva chiesto solo 7 anni – per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio. Come se avesse ucciso qualcuno. Salvini non protestò, e nemmeno Lucano, e nessuno invocò l’invio di ispettori. Oggi è stato assolto dai reati infamanti e condannato solo per abuso d’ufficio a 18 mesi, condonati. Aveva cominciato Berlusconi a denunciare la persecuzione giudiziaria.

Fu condannato, non so se ingiustamente. Ma poi fu tante volte assolto, forse talvolta anche ingiustamente. Così avverrà pure per l’ordinanza di Iolanda Apostolico e di altri analoghi giudizi. Se il Decreto Legge sui migranti è legittimo, come il governo sostiene, la Cassazione lo riconoscerà e tornerà a essere valido. Se no, vuol dire che è scritto male, quindi sarà giusto classificarlo come illegittimo. Il vice presidente leghista della Regione Liguria, nel pieno della bufera sollevata dall’inchiesta sui festini a luci rosse nella Genova bene, dove la cocaina è ormai l’attrazione immancabile in ogni riunione, dice di essere coinvolto ingiustamente. Ma a ogni buon conto mette le mani avanti e anticipa che “Questa giustizia fa paura”. Lo dicono tutti coloro che hanno il carbone bagnato.

Dai taxisti ai balneari, le lobbyes che agitano il Governo. Qui non vince chi uccide di più ma chi è alle spalle il potere più forte

Andando e venendo da tutti i suoi impegni di politica estera, onorevole Premier, che forse dovrebbe lasciare ai ministri competenti, dato che la presenza non le dà nemmeno la visibilità che lei crede, avrà certo sentito che in Italia i taxi sono insufficienti quasi dappertutto. Gli elettori si aspettano che lei risolva i problemi interni, non quelli empirici che, a parte gli sbarchi dei migranti, interessano pochissime persone. Un grosso problema oggi è quello dei taxi. È vero che spetta ai sindaci risolverlo. Però, hanno bisogno del sostegno del governo perché i tassisti si fanno forti della simpatia che lei ha per loro. Il nostro è un paese turistico che non può dare il benvenuto al visitatore all’aeroporto o alla stazione dovendo fare lunghe ed estenuanti file per raggiungere l’albergo. È urgente aumentare il numero delle licenze.

Ma loro non vogliono, si mettono di traverso e scioperano. Lei, Signora, che ha un occhio di riguardo per loro perché appartengono a una lobby che le porta voti, li convinca ad adeguarsi agli interessi della nazione. Possono fare un sacrificio, che lei chiede a tutti in un momento difficile per la nostra economia. Veltroni, sindaco di Roma dal 2001 al 2008, non ebbe il coraggio di istituire il controllo satellitare delle ore di lavoro dei tassisti. Poi lasciò incautamente la carica più ambita del mondo. Risiedere al Campidoglio non lo soddisfaceva più. Ambiva al parlamento e lasciò la poltrona prima della scadenza del mandato in eredità ad Alemanno. Come vede, gentile Signora, quelli di sinistra che lei accusa di tutto ciò che succede non sanno fare politica. Quindi non possono essere colpevoli di niente.

Altro giro, altra lobby. Non c’è chi uccide di più ma chi batte i pugni più forte

Altra lobby che la Premier protegge sono i balneari, che pagano un affitto spesso irrisorio per l’uso della spiaggia e in due mesi di attività guadagnano abbastanza per tutto l’anno. Non solo non pagano adeguatamente l’affitto del territorio demaniale, ma non pochi nemmeno le tasse. Perché lei, onorevole Signora, predilige certe categorie ricche e ne trascura altre perlopiù povere. Le sembra un bel modo di governare?  Io che mi sforzo di simpatizzare con lei, non riesco talvolta a giustificare questa mia fiducia, perché lei mi delude spesso. Il governo si oppone al salario minimo, essendo una proposta dell’opposizione, per quei poveracci che non arrivano alla fine delle mese. Lei, invece, è clemente e compiacente con i più benestanti.

Quest’anno, approfittando dell’inflazione, i prezzi delle spiagge sono saliti alle stelle dappertutto sui nostri ottomila chilometri di coste. Per caso, gli ha aumentato l’affitto? È l’unico vantaggio anche per le regioni del Sud che sono inzuppate nel mare, private della produzione perché lontane dai centri di consumo. L’unità d’Italia per cui tutti hanno dato il proprio contributo, soprattutto il Sud non è stata prodiga col meridione. Al tempo degli staterelli – per modo di dire, perché erano stati grandi e opulenti – ognuno costituiva l’entroterra del confinante e ognuno era consumatore ma anche produttore. Oggi è privilegiato il Nord, dove, infatti, risiedono le industrie e la maggior parte della produzione del made in Italy da esportazione. Nessuno da 160 anni ha pensato di compensare questo ingiusto gap. Persino lei, onorevole Premier, che si riempie la bocca di patriottismo, pur ricevendo più voti al Sud, simpatizza con chi non avrebbe bisogno di protezione.

Se Putin arruola anche i russi delle grandi città. Il gioco di chi non vuole perdere e uccide di più

Sono stati richiamati finora alle armi in Russia i giovani della periferia dell’impero, molti con problemi di alcolismo, tanti sono morti in Ucraina. Perdurando così a lungo la guerra, Putin dovrà affrontare prima o poi l’impopolare arruolamento dei moscoviti e dei pietroburghesi e delle altre grandi città. Un modo come un altro per vedere chi uccide di più. Ai cittadini aveva detto che si stava vincendo gloriosamente e che è un onore combattere per la patria, tanto i militari russi non corrono pericoli.

Per invogliarli sta allestendo un super missile a propulsione nucleare che può colpire qualsiasi luogo della Terra. Ma gli uomini in età di arruolamento stanno cercando ovunque il modo per evitarlo. Infatti, seppure nessuna notizia venga comunicata nel territorio russo, attraverso i messaggi che, grazie a internet, trapelano dall’estero, si comincia a spargere la voce che anche l’esercito russo, non solo quello ucraino, è continuamente decimato e prevedono che i funerali si estenderanno anche alla capitale.

Purtroppo, come dicevamo all’inizio, le guerre si sono moltiplicate e quella dell’Ucraina è passata in secondo piano

È un errore di valutazione perché si tratta della madre dei conflitti, essendo la Russia uno dei capofila dei paesi che guidano la rivolta contro l’’occidente e la sua leadership nel mondo. La società è assillata da problemi di tutti i tipi che la nostra stessa indisciplina – non solo degli italiani ma di tutto l’occidente – crea. Bisogna cominciare a responsabilizzare i cittadini, abituati a essere coccolati e compiaciuti dalla politica per adescarne i voti. Non a decidere sulla base di chi uccide di più. Ci stiamo comportando come i genitori che non si occupano dell’educazione dei figli ma per dimostrargli affetto, se la prendono con gli insegnanti quando li giudicano insufficienti. Il benessere della società non dipende soltanto dall’efficienza del governo, ma soprattutto dal comportamento degli elettori.

Come al calciomercato, c’è un viavai di mercenari anche nella politica. Infatti, vista la mediocrità che regna in Forza Italia, la vedova Moratti, che non è un’aquila, ma è meglio di tutti gli altri, ha lasciato il terzo polo e, dopo il flop alle elezioni regionali, è rientrata nel partito, che aveva tradito. È sicura di emergere sugli altri pur non essendo parlamentare. È l’equivalente di Bonaccini nel PD, che ambiva alla segreteria non conoscendo neppure l’indirizzo del Parlamento a Roma. Però, lei è benemerita del cognato d’Italia, e probabilmente di altri, perché, da ministro dell’Istruzione, legalizzò l’Università Niccolò Cusano e tante altre dello stesso livello.

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Roberto Tumbarello

Roberto Tumbarello

Giornalista, laureato in Giurisprudenza. Per tanti anni portavoce in Italia del Consiglio d’Europa, è esperto in Comunicazione e Diritti umani.

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