Non bastano l’inflazione e il costo del denaro. Un altro focolaio sta per accendersi in Slovacchia, dove, dopo la caduta del governo di destra, alle elezioni ha vinto col 23% dei voti il partito populista Smer Sd di Robert Fico, di nuovo alla guida del paese.È un personaggio che simpatizza con Putin e non lo ritiene aggressore dell’Ucraina. È, quindi, intenzionato a sospendere il sostegno e l’armamento a quel paese martoriato.
Fino a 5 anni fa Premier slovacco, Fico dovette dimettersi in seguito all’assassinio del giornalista Jàn Kuciak e della sua compagna Martina Kusnirova, che erano in procinto di pubblicare un’inchiesta sui rapporti tra la ‘ndrangheta calabrese e membri del governo da lui guidato. Gli slovacchi lo hanno rieletto e sarà un’altra spina nel fianco per Ursula von del Leyen, assieme a Orban e Morawiecki, essendo la Slovacchia membro dell’Unione Europea e della Nato. Battuto il liberale Simeka che, sostenitore dell’Ucraina e della politica di trasparenza, ha già escluso qualsiasi collaborazione con Fico. Chissà se riuscirà a formare il governo.
Dall’inflazione italiana alla situazione in Kossovo
Intanto, la Serbia ammassa truppe, dotate di armi russe, al confine col Kossovo, che teme, quindi, l’invasione. Ho sempre pensato che la guerra è contagiosa. Si comincia con un’operazione speciale, che poi si estende ad altri paesi, e si può finire con gli ordigni nucleari. In Ucraina, in questi 20 mesi di guerra sono deceduti almeno 70mila soldati, tutti in età fertile, oltre ad almeno 30mila civili di tutte le età e i sessi. Ecco perché nei prossimi anni diminuirà notevolmente la popolazione. I profughi, fuggiti alle prime avvisaglie di guerra sono almeno 4 milioni, ma perlopiù donne e bambini, moltissime vedove. C’erano 55 milioni di abitanti prima della guerra. Secondo gli studi e le proiezioni demografiche si calcola che tra dieci anni la popolazione ucraina sarà dimezzata.
Sono stati richiamati finora alle armi in Russia i giovani della periferia dell’impero, molti dei quali sono morti in prima linea contro gli ucraini. Perdurando così a lungo la guerra, Putin dovrà affrontare prima o poi l’impopolare arruolamento a Mosca, San Pietroburgo e nelle altre grandi città. Ai russi aveva detto che si stava vincendo gloriosamente la guerra e che è un onore parteciparvi. Per invogliarli sta allestendo un super missile a propulsione nucleare che farebbe tremare le gambe persino a Biden, figuriamoci a Zelensky. Ma gli uomini in età di arruolamento stanno cercando ovunque il modo per evitarlo. Infatti, anche se nessuna notizia vera trapela in tutto il territorio russo si comincia a sapere che pure l’esercito russo, non solo quello ucraino, è decimato.
A parlare di pace è rimasto solo il Papa
Non si parla più di pace, neppure un tentativo, tranne quello del cardinale Zuppi che va e viene da Washington e Pechino.Nessun altro si preoccupa delle guerre e delle tensioni che tormentano l‘Europa, neppure lei, Onorevole Premier, troppo coinvolta nel problema dell’emigrazione che è diventata un’ossessione e non le fa vedere la soluzione. Ed è sola con questo problema. Non ha nemmeno consiglieri, che sono yesmen che l’assecondano in tutto, anche negli errori, che stanno diventando tanti, troppi, alimentati soprattutto dagli alleati, non dagli avversari che non esistono e che lei si inventa.
Le difficoltà economiche, che riguardano tutta l’Europa, dipendono dalla guerra, che lei trascura. La smetta di litigare con i fantasmi. Non ascolti chi la istiga e che lei crede amici e persino fedelissimi. Ormai lei è su un altro piano, è a capo del governo italiano e potrebbe persino diventare leader dell’Europa se non fosse così legata a ideologie del passato che crede una ciambella di salvataggio e invece sono una zavorra che si porta dietro da anni. Lei non ha vinto le elezioni perché gli italiani hanno fiducia in lei. Gli elettori sono egoisti e stupidi. Votano ogni volta per una coalizione diversa sperando che sia migliore della precedente, senza pensare che potrebbe anche essere peggiore. È toccato persino al M5S e adesso a lei.
Il problema migranti ma anche quello dell’inflazione e del costo del denaro
Non ha nemmeno capito che il problema dei migranti non è risolvibile come lei e gli altri lo affrontano. Perché se la prende col magistrato che libera quattro poveracci e non con Orban e Morawiecki che chiudono le frontiere e sono, quindi, contro l’Italia e l’Europa? La smetta di andare, a volte anche inutilmente, per il mondo ad ogni inutile riunione e convegno. Ogni tanto mandi uno dei suoi vice, anche per responsabilizzarli. Lei si occupi della pace da cui dipende la soluzione di tutti gli altri problemi. Si allei col Papa e magari lo vada a trovare, ma non vestita di bianco.
Cerchi, insomma, di entrare nel ruolo che la storia le ha affidato, anche se per merito di Crosetto e La Russa. Lei ormai è al di sopra di Donzelli & C e non deve più dargli retta, non per superbia ma per rispetto alla carica che occupa. Adesso debbono essere gli italiani i suoi punti di riferimento. Lasci gli altri pensare alla campagna elettorale e ai voti, a litigare con magistrato e con la sinistra. È il loro gioco, la loro soddisfazione. Lei ha altri traguardi davanti a sé, anziché presidenzialismo e premierato proponga di ripristinare la scelta dei parlamentari agli elettori. Da 30 anni la Consulta concede alle segreterie dei partiti la designazione. Domani col Premierato gli elettori conteranno ancora meno come pure il parlamento. Potrebbe essere l’inizio della fine della democrazia. Non si faccia ricordare per questo macabro evento.
Giorgetti sembra il solo a preoccuparsi dei conti e dell’inflazione
Soltanto in Italia il governo è composto da partiti con programmi politicamente divergenti, ma che si alleano per interesse di potere, pur essendo sempre in polemica e persino in litigio tra loro, tradendo le promesse elettorali, come l’eliminazione delle accise dal prezzo della benzina e altri problemi economici e sociali. Infatti, l’Italia non cresce e la crisi globale erode la ricchezza, mentre l’aumento del debito pubblico accresce il costo dei tassi d’interesse da pagare.
Prima, almeno, il PIL cresceva e neutralizzava le perdite. Oggi si è fermato o si muove di poco. Per di più, l’Italia spreca più di un miliardo l’anno di multe UE perché non rispetta le nome dell’Unione. Siamo il paese che conta più procedure d’infrazione in Europa. Giorgetti, a differenza di Salvini che cerca in tutti i modi di riacquistare i consensi perduti senza pensare all’Italia, è molto preoccupato. Ma anche il Ponte sullo Stretto è prezioso per la campagna elettorale della Lega alle europee.
Giorgetti diviso tra conti e inflazione e il partito
Eppure ci si dovrà rinunciare, come avviene da 30 anni. Se, infatti, si parla con insistenza di eventuale governo tecnico non è per iniziativa della sinistra, che non conta niente, persino dilaniata tra le tensioni interne tra gli ex comunisti che non si rassegnano alla sconfitta di Bonaccini e la miopia politica di Conte che considera avversario il PD anziché la destra. Sono i timori di Giorgetti, che mi sembra il solo a preoccuparsi del futuro del paese e denuncia le carenze del governo e della nuova classe dirigente, a far temere l’opportunità di un governo di emergenza. Questa continua accusa alla sinistra, che segue qualsiasi errore o insuccesso del governo rivela uno sciocco complesso di inferiorità nei confronti del PD, che, quindi, viene nominato impropriamente, dandogli un’importanza che non ha più. Infatti, gli elettori non sono così ingenui da non capire che la sinistra non c’entra.
Chi fa spesa paga gli aumenti e l’inflazione
Forse la destra non è ancora in grado di sopportare il peso delle responsabilità che il potere comporta. Tanto, che da un po’ di tempo la Confindustria si dissocia dalle decisioni del governo. L’organizzazione di imprenditori e produttori, tradizionalmente alleati delle maggioranze, specie di centrodestra, ma non ideologizzati, teme le conseguenze della frenata dell’economia. Infatti, oggi stiamo commettendo gli errori di cui accusavamo i precedenti governi quando noi erano all’opposizione.
Ecco forse perché per durare nel tempo c’è in programma di modificare la Costituzione. Si celebra il primo anno della destra al potere con proclami di successi inesistenti. Si festeggia un’Italia migliore, mentre i mercati guardano con diffidenza i tassi maggiorati e le tensioni che agitano il governo. Forse la Premier dovrebbe scegliere collaboratori più adeguati anziché i parenti. Però, se diminuiscono le iscrizioni a Fratelli d’Italia non è colpa della sorella che le gestisce, ma del primo anno di gestione deludente.
Inflazione e costo del denaro in Italia
Gli elettori sono lenti nel giudizio, ma poi non hanno bisogno di particolare perspicacia per capire che proprio negli ultimi 12 mesi sono aumentati gas, carburante, elettricità e soprattutto beni di prima necessità. Chi va a fare la spesa al mercato si rende conto che i prezzi sono quasi raddoppiati, mentre l’inflazione non corrisponde agli aumenti e il governo non è capace di controllare le speculazioni.
A proposito di stipendi, la Cassazione bypassa la politica e stabilisce, applicando l’articolo 36 della Costituzione, che il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla qualità e quantità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La sentenza storica stabilisce che il salario minimo può essere fissato dal giudice per garantire al lavoratore di vivere un’esistenza a misura d’uomo. Perché il governo non si adegua a questa esigenza, riconosciuta anche dalla Costituzione oltre che dal buonsenso? Per non dare soddisfazione all’opposizione si fa un dispetto a milioni di lavoratori che – con i generi alimentari aumentati del 25% nell’ultimo anno – non arrivano più alla fine del mese?
Se di inflazione parla il cognato
Di insospettata intelligenza si è dimostrato, invece, il cognato, ministro dell’Agricoltura, che ha scelto senza rumore e con molta discrezione come capo di gabinetto un esperto proveniente dal PD. Se la Premier ne seguisse l’esempio la classe dirigente sarebbe migliore. Tanto, di destra o di sinistra, siamo tutti i italiani e vorremmo che il paese, comunque lo chiamiamo – patria o nazione – andasse meglio. Ursula von del Leyen, cosciente dell’incapacità dei suoi collaboratori, ha cooptato Draghi per le riforme necessarie al futuro dell’Unione. Poteva chiederne la collaborazione il governo italiano che ne ha tanto bisogno, forse più dell’Europa. Ma ci manca l’umiltà che è dei grandi e ci farebbe crescere. Ma noi non ammettiamo le carenze, seppure siano evidenti.
I decreti devono rispondere alle leggi e alla Costituzione
Non è vero che tutti i governi durano pochi mesi ed è proprio per questo opportuno trasformare la repubblica parlamentare in presidenziale, rendendo marginale il ruolo del Capo dello Stato e soprattutto quello del parlamentoche hanno garantito finora la massima libertà e ricchezza al paese. Il governo in corso ha un’ampia maggioranza e non dovrebbero esserci problemi per la sua durata durante l’intera legislatura. Perché, quindi, istituire il premieranno o il presidenzialismo? Che cosa nasconde la riforma costituzionale? Ai politici si perdona tutto, persino la corruzione, ma non la menzogna né il raggiro.
Perché la durata di un governo deve essere assicurata per legge e non dall’intesa tra le forze politiche che lo compongono? Il decreto legge sui migranti è illegittimo in alcune sue parti, infatti il giudice di Catania ha liberato dal centro di detenzione di Pozzallo quattro clandestini per il cui rilascio avrebbero dovuto pagare cinquemila euro, richiesti dal DL Meloni. Il Viminale si è appellato alla sentenza e la Premier dichiara che la magistratura è contro il governo, dimenticando che il potere giudiziario è altrettanto autorevole di quello esecutivo ed è, quindi, quello che controlla il governo perché proclami atti legali. Anziché lamentarsi cercare sempre un colpevole, non è più semplice riscrivere il decreto in modo migliore e legittimo? Seppure eletto democraticamente il governo non può emettere decreti illegittimi, dovrebbe scriverli meglio e rispettare la Costituzione, anziché prendersela poi con i magistrati.
Dall’inflazione alla magistratura
Non è uno spettacolo edificante questo scontro frontale con la magistratura. L’Europa e il mondo ci guardano e si rendono conto che il governo non ha un costituzionalista a consigliarlo e non è bello. La libertà personale è inviolabile e la Costituzione non ammette alcuna forma di detenzione se non per atto motivato dell’Autorità giudiziaria. Il giudice, una signora che non aderisce ad alcuna corrente della magistratura, dichiara inoltre la Tunisia un paese affidabile per l’incolumità dei profughi e quindi non ci si possono rimandare. È una circostanza che il governo non può disconoscere né smentire perché è noto che i tunisini respingevano nel deserto chi proveniva dal Sud e li lasciavo morire di fame e di sete. Forse per una volta ha ragione la segretaria del PD che accusa la Premier di alimentare lo scontro istituzionale tra poteri dello stato che danneggia il paese.
La destra parla di sentenza ideologica, ma anche autorevoli costituzionalisti sostengono che il decreto è scritto male e il magistrato fa bene a non tenerne conto. “Non voglio entrare nella polemica né nel merito della vicenda – è la risposta del magistrato – . Il provvedimento, che non rientra nei miei compiti difendere, è impugnabile con ricorso in Cassazione”. Queste polemiche avvengono in coincidenza con un anniversario tragico. Dieci anni fa a poche centinaia di metri da Lampedusa naufragò un’imbarcazione libica con almeno 368 migranti a bordo. Annegarono tutti, compresi alcuni bambini. La tragedia scosse l’Europa, ma solo per poco tempo. Da allora i naufragi si sono susseguiti e gli annegamenti moltiplicati. I morti non si contano più.
E’ la Germania il paese che ospita più emigranti
Sono curioso di individuare chi ha pensato che un emigrante possa viaggiare con tanto denaro addosso, sbarcando scalzi e seminudi sulle coste siciliane, dopo avere attraversato il deserto a piedi. Sempre alla ricerca di responsabilità altrui e di complotti per giustificare il proprio insuccesso – da quando Meloni & C sono al governo gli sbarchi sono raddoppiati in confronto a quelli che avvenivano al tempo del governo Conte 2 e Draghi – accusano la Germania di aiutare gli emigranti convogliandoli in massa in Italia per mettere in crisi il diritto della destra di governare. Anche Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo che non può certo immedesimarsi nei problemi di chi fugge dall’Africa, accusa il governo tedesco di finanziare navi ONG che salvano emigranti in difficoltà nel Mediterraneo e stanno per affogare.
Musk – chissà di che cosa ha bisogno dal governo italiano – vorrebbe che non la Germania non finanziasse le navi delle ONG. Intanto da Tunisi arrivano brutte notizie: il dittatore tunisino Kaïs Saïed ha annunciato che il suo Paese rifiuta di accettare i fondi stanziati dall’Unione europea, definiti carità e di importo irrisorio per impedire ai migranti rilasciare la costa africana che dista poche miglia da Lampedusa. Per la Meloni, che conta molto sulla collaborazione di tunisini, libici e turchi per impedire le partenza si apre un grosso problema che vede crollare tutta la politica italiana sui migranti.
Salvini ne gode. Forse Saïed gioca al rialzo. Non gli bastano i 105 milioni di euro promessi dalla von der Leyen ma che non sono mai arrivati per le difficoltà burocratiche di cui anche l’Unione Europea è vittima. Intanto, Salvini, imputato di sequestro di persona per aver negato lo sbarco a 147 profughi nel 2019, quando era ministro dell’Interno, crede che la sentenza gli darà maggiore visibilità.
Scholz, Salvini; allo scontro. L’inflazione? In secondo piano
“Dovremmo lasciarli annegare?”, si chiede il cancelliere Scholz, facendo notare alla Meloni che la Germanie è il paese che ospita più emigranti di tutti gli altri. Secondo Eurostat, l’istituto europeo di statistica, al 31 luglio di quest’anno la Germania aveva ricevuto 182mila richieste d’asilo, contro le 112mila dell’Italia,durante i giorni drammatici di Lampedusa. Inoltre, quei 182mila rimarranno in Germania, mentre dei 112mila sbarcati da noi, molti scapperanno e riusciranno a raggiungere i paesi del Nord Europa dove c’è più lavoro e una migliore accoglienza.
Sono pochissimi i migranti soccorsi dalle ONG, appena il 5%, quota minima di fronte agli sbarchi. Se non ci fossero le ONG quel 5% annegherebbe nel Mediterraneo. E noi saremmo contenti? Non peserebbero tanti esseri umani annegati – donne e bambini – sulle nostre coscienze? Anche in guerra eravamo orgogliosi del sottomarino della regia marina Comandante Cappellini che nel 1942 affondò una nave inglese e ne salvò l’equipaggio, che, se no, sarebbe annegato. Celebre è la frase del comandante Todaro: Un ufficiale tedesco non ha come me duemila anni di civiltà sulle spalle. Com’è possibile esserci ridotti a odiare gli emigranti, che fuggono dalla miseria e dalla violenza, più dei nemici? Quella era la Germania nazista.
Oggi i tedeschi sono più umani di noi
Nel 1991 per unificare il paese dopo il crollo del muro di Berlino, Khol diede pari valore al marco della repubblica democratica che non valeva niente, indebitando per diversi anni l’intera popolazione che fu solidale con i tedeschi più poveri. Nel 2015 Angela Merkel aprì le porte a 820mila profughi siriani, assiepati al confine facendo fare ai tedeschi uno sforzo che nessun altro paese ha mai fatto. Purtroppo tanta generosità ha procurato, però, l’avanzata dell’ultra destra. Secondo l’ultimo sondaggio demoscopico, l’AFD, il partito di ispirazione nazista, con cui simpatizza Salvini, ha raggiunto nel Brandeburgo – regione della Germania orientale che nel 1945 fu occupata dai sovietici, due milioni e mezzo di abitanti – il 22% dei consensi superando i socialdemocratici di Scholz.
Ma quel 22% di elettori, che tende ad aumentare, ha preso il sopravvento su tutti gli altri e ha instaurato nella regione un vero e proprio regime pericoloso. I giovani sono tutti filonazisti, sessisti, omofobi e antisemiti. Nelle scuole fanno il bello e il cattivo tempo. Due insegnanti, uno di storia di 36 anni e una di matematica di 31, in una scuola superiore del villaggio Burg im Spreewald, che si sono ribellati e hanno invocato il rispetto della costituzione, sono stati cacciati dalla scuola e anche dal paese.
Anche i cittadini che dissentono dalla violenza e dal ricordo di ciò che i nazisti provocarono alla Germania e all’Europa, sono costretti a subire senza protestare. Gli arredi scolastici e le mura delle città sono imbrattati da svastiche, in classe si sentono grida di slogan antidemocratici e preside e insegnanti debbono subire. Anche i genitori sono orientati a destra. Sembra che questa atmosfera sia stata creata dall’eccessiva accoglienza dei migranti, che adesso sono dovuti scappare tutti dalla regione. W l’AFD, con cui Salvini si è alleato, cresce a vista d’occhio
Il dramma di Forza Italia
Il dramma che sta vivendo Forza Italia è puramente romantico. Non riguarda la situazione economica né i problemi che l’emigrazione sta creando né la crisi che si profila per il governo, ma il dolore che impedisce all’On. Fascina di lasciare la villa di Arcore e tornare in Parlamento. Nonostante a 30 anni – ora ne ha 33 – si fosse innamorata perdutamente e fidanzata con un uomo di 84 e ammalato, non pensava che se ne andasse così presto. Siccome era ricco credeva che fosse pure immortale. E il dolore continua a tormentarla. Non ha neppure voluto partecipare al B-day a Paestum perché avrebbe dovuto parlare e non sapeva che cosa dire. Nessuno l’ha mai sentita parlare. I colleghi si fingono preoccupati per la sua infelicità.
Alla Camera, però, si sente la sua mancanza e stanno facendo di tutto perché torni e dare un prezioso contributo al parlamento, al partito e all’Italia. Non può fare la vedova di clausura per tutta la vita. Senza più il fidanzato al suo fianco non riesce ad affrontare la società e meno ancora la politica. La verità è che forse vogliono indurla a dimettersi. Tanto, con 100 milioni in banca che se ne fa del 15mila euro al mese di stipendio parlamentare! Perché non le dicevano di tornare in parlamento mentre era vivo Berlusconi. Non ci andava nemmeno allora.
Dall’inflazione alla condanna
Intanto, la parlamentare azzurra Lara Comi è stata condannata a 4 anni e 2 mesi dal tribunale di Varese per truffa al parlamento europeo, per lo scandalo della “mensa dei poveri”. Ma si spera che venga assolta in appello e siano condannati i poveri. Mattarella, invece, meno sensibile della giovane vedova, è preoccupato per la sanità pubblica, che, in un periodo di vacche magre, è la prima a patire le conseguenze. Infatti, è stata mutilata di due miliardi. Peggio per chi sta male e non ha i soldi per rivolgersi alla sanità privata! Infatti, un italiano su tre è costretto a pagarsi da solo visite e analisi. Secondo Euromedia Research, che denuncia la grave situazione, il 10% degli italiani non ha le possibilità di ricorrere alla sanità privata e rinuncia a curarsi. Secondo il capo dello stato si tratta di patrimonio prezioso da difendere.
Quattro governatori – Fedriga, Zaia, Occhiuto e Marsilio – plaudono l’intervento del capo dello stato, che fa breccia anche a destra. Ma la Premier suggerisce di gestire meglio la sanità pubblica, che è come aumentare il finanziamento. Forse è opportuno far sapere ai no-vax – e anche a chi li asseconda subdolamente per averne il voto – che il Premio Nobel per la medicina è stato assegnato qualche giorno fa all’americana di origine ungherese Katalin Karikò e allo statunitense Drew Weissman, scopritori dei vaccini che hanno fermato il Covid nel quale loro non credono, seppure siano decedute della pandemia nel mondo 30 milioni di persone, non tutte anziane.