“Preferisco fare una foto che essere una foto”. Lee Miller (1907-1977). Questo aforisma è la narrazione perfetta di una donna dalle tante vite: modella, fotografa, musa, reporter di guerra, icona del Novecento. Il suo vero nome era Elizabeth, ma lei scelse il più neutro, “Lee” deciso e determinato come il suo carattere e con il quale entrerà nel mondo: Lee Miller.
Lee Miller, musa di Man Ray
Era bella come una dea greca, stupiva e affascinava, impossibile non innamorarsi. Passerà alla storia come musa di Man Ray, ma è arrivato il momento di riscrivere tutto. Lei era molto di più. Una professionista alla pari, anzi fu proprio la Miller a scoprire la tecnica fotografica della solarizzazione ispirando le celebri composizioni che hanno caratterizzato l’opera di Man Ray.
Una splendida mostra a Venezia
Una mostra imperdibile a Venezia svela gli arcani della sua vita, allestita magnificamente a Palazzo Franchetti: “LEE MILLER – MAN RAY. FASHION, LOVE, WAR”, a cura di Victoria Noel-Johnson.
Circa centoquaranta fotografie di Lee Miller e Man Ray, oggetti d’arte e documenti video, grazie all’adesione dei Lee Miller Archives e della Fondazione Marconi. Lo scenario perfetto e magico di questo palazzo sul Canal Grande accoglie opere che sono diventate icone dell’immagine. Magistrale l’allestimento impreziosito da gigantografie dei vari passaggi professionali dell’autrice. Gli scatti sublimi di Miller e Ray accompagnano il visitatore negli anni ruggenti, nella Parigi crocevia di moda letteratura e arte, nell’universo surrealista.
La presentazione della mostra e un’anteprima
Il figlio Antony Penrose, ospite d’onore alla presentazione, ha sintetizzato perfettamente il profilo della madre nella biografia “Le molte vite di Lee Miller” dove racconta anche le inquietudini e i momenti dolorosi di questa artista talentuosa e fuori dagli schemi.
Nel 1977, pochi mesi dopo la morte della fotografa, la moglie di Antony, Suzanna, scopre casualmente in soffitta un enorme materiale tra negativi, documenti, riviste e lettere. Testimonianze che hanno portato alla riscoperta di Lee Miller.
Per il 2023 è prevista l’uscita di un film sulla sua vita basato sulla biografia scritta dal figlio e interpretato da Kate Winslet e Jude Law, nel cast anche Marion Cotillard.
Lee Miller artista completa
Autoritratto
1931 (1982)
Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano
© Man Ray 2015 Trust / ADAGP – SIAE – 2022;
Le baiser (Lee Miller)
1930 (c.1980)
Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano
© Man Ray 2015 Trust / ADAGP – SIAE – 2022;
L’evento di Palazzo Franchetti è un sogno che si compie, frutto di una ricerca molto approfondita, soprattutto per gli elementi nuovi emersi, utili a cambiare etichette e stereotipi. È un focus sul lavoro e la sperimentazione di Lee Miller che non era semplicemente musa di Man Ray, ma un’artista completa. La mostra si apre con il dittico di Lee Miller e Man Ray (Man Ray, autoritratto, 1931 e Man Ray, Lee Miller, 1929) e si articola in un percorso cronologico e tematico.
Rubiamo qualche spunto narrativo dalla bella presentazione di Victoria Noel-Johnson
Ecco come uno dei principali mercanti d’arte e promotore del surrealismo, Julien Levy descrive la Miller: “La mattina dopo il mio arrivo (a Parigi 1932 circa) ecco apparirmi la fotografa Lee Miller. Camminava proprio davanti a me lungo il boulevard Raspail in un’aura audace e luminosa. Tutto in Lee emanava luce: il suo spirito, la sua mente, la sua arte fotografica e i suoi splendidi capelli biondi”.
Ma cosa faceva questa americana a Parigi? Come una specie di sliding doors il caso si intromette di prepotenza, tutto nasce da un incidente… o quasi
Natasha
1931(1980)
Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano
© Man Ray 2015 Trust / ADAGP – SIAE – 2022;
Andiamo per ordine, Elizabeth, nasce il 23 aprile 1907 negli Stati Uniti in una città con un nome che sembra inventato: Poughkeepsie, a una sessantina di miglia da New York. Probabilmente deriva da una parola indiana, il significato è sconosciuto ma molti propendono per “capanna di canne presso la grande acqua”.
Ora vediamo Elizabeth a vent’anni
Sta attraversando la strada a Manhattan, ma un’automobile quasi la investe. A salvarla dall’incidente un signore che si chiama Condé Montrose Nast. È il celebre magnate dell’editoria, proprietario di Vogue e Vanity Fair. Abbagliato dalla sua bellezza androgina le propone di fare la modella. Inizio casuale e sfolgorante per questa dea che finirà sulle copertine delle più importanti riviste. Il successo si interrompe bruscamente quando viene utilizzata la sua immagine per pubblicizzare la Kotex, una marca di assorbenti, senza che lei lo sappia. Per l’epoca uno scandalo.
L’amarezza di Lee Miller
Corsetry, Solarised Photographs, Vogue Studio, London,England 1942
© Lee Miller Archives England 2022. All Rights Reserved.
www.leemiller.co.uk
Lee Miller amareggiata dall’accaduto, si trasferisce a Parigi e qui avviene l’incontro della sua vita, quello con Man Ray. Segue un corso di apprendistato come fotografa diventando poi sua assistente e collaboratrice artistica ma anche posando per lui. Il sodalizio si trasforma in una intima e spesso tumultuosa relazione professionale e personale. Ma è lei la più libera e forte, decide di lasciarlo per aprire uno studio fotografico a New York, prima donna a quell’epoca a intraprendere questa attività.
Man Ray è disperato, le aveva chiesto più volte di sposarlo ottenendo sempre un rifiuto
Lee Miller’s Lips
1931(1978)
Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano
© Man Ray 2015 Trust / ADAGP – SIAE – 2022
Le scriveva: “Mia cara Lee, cercherò di essere come tu mi vuoi, perché mi rendo conto che è l’unico modo per continuare ad averti. Sei così giovane, bella, libera, e io mi odio perché cerco di soffocare ciò che ammiro in te e trovo così raro – o inesistente?- nelle donne.
A Palazzo Franchetti ci sono gli scatti che hanno fatto la storia di Lee Miller
Miller è stata pioniera del surrealismo in fotografia. Un mondo che ritroviamo in mostra grazie ai ritratti scattati da Man Ray agli amici come Max Ernst, Pablo Picasso, Giorgio de Chirico, Jean Cocteau, Salvador Dalì.
Tra glamour e audacia sperimentale, Lee Miller diventa anche testimonial durante il secondo conflitto mondiale
Nel ’42 viene accreditata presso l’esercito degli Stati Uniti come corrispondente di guerra su consiglio del fotografo americano David Sherman. È lui l’autore del bellissimo scatto di Lee in divisa. La Miller documenterà la liberazione di Parigi e i campi di concentramento di Buchenwald e Dachau. Nell’aprile del ’45 trovano alloggio entrambi in un anonimo appartamento di Monaco di Baviera, ma ben presto si rendono conto che si tratta della casa di Hitler. Diventerà la scena di uno dei più grandi scoop con la foto di Lee nella vasca da bagno del Führer, metafora di purificazione da tutte le atrocità naziste. Dopo la guerra la Miller soffrirà di disturbo post traumatico da stress.
Nella sua vita così intensa, pur rifiutando la proposta di matrimonio di Man Ray, si sposa due volte
Portrait of Space, Al Bulwayeb, Near Siwa, Egypt
1937
(E1905)
© Lee Miller Archives England 2022. All Rights Reserved.
www.leemiller.co.uk
La prima con un egiziano e proprio in Egitto scatterà una foto, presente in mostra, che è un vero capolavoro, una zanzariera strappata che ispirerà Magritte per il suo famoso dipinto “Le baiser”.
Ma ben presto torna in Europa dove conosce Sir Roland Penrose, pittore, storico e poeta britannico, promotore e collezionista d’arte moderna, che diventerà suo secondo marito. Con Man Ray l’amicizia sarà bella e duratura, in mostra c’è una foto commovente che li vede insieme nel 1975, lui morirà il 18 novembre dell’anno successivo. Il figlio Antony ha detto di lei: “si muoveva con libertà in tutti i suoi diversi mondi. Era audacemente se stessa in ogni ruolo”.
Il taccuino di Man Ray e l’ossessione per Lee Miller
Lee Miller
1930
Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano
© Man Ray 2015 Trust / ADAGP – SIAE – 2022;
Annotazione personale, c’è un’opera di Man Ray in mostra che platealmente vorrei rubare, è la pagina del suo taccuino dove annota il nome di lei in modo ossessivo: Elizabeth, Elizabeth, Lee. Ovviamente essendo anche il mio nome lo trovo magico.
“LEE MILLER – MAN RAY. FASHION, LOVE, WAR”, a cura di Victoria Noel-Johnson
Palazzo Franchetti, Venezia. San Marco 2847
5 novembre 2022- 10 aprile 2023
www.leemillermanray.it
La mostra è prodotta e organizzata da CMS. Cultura
in collaborazione con ACP- Art Capital Partners Palazzo Franchetti,
main sponsor Gruppo Unipol.
Dott.ssa Elisabetta complimenti per questo racconto, così bene illustrato. Prima di tutto volevo far sapere che anche a Jesi c’è un palazzo Franchetti, al Corso, apparteneva alla stessa famiglia che ha (o aveva) il palazzo a Venezia. Imponente e bellissimo, penso che sia stato ceduto completamente, però era uno dei più importanti delle Marche, ricco di arredi e di opere d’arte. La scoperta di ulteriore materiale di Lee Miller, in una soffitta, dopo la morte, è un’esperienza magica che ogni storico vorrebbe vivere durante una ricerca. Lee Miller è splendida come modella, non solo perchè ha una bellezza neutra, ma la sua intelligenza dà luce al suo corpo, per esempio la foto copertina di Vogue. Da quanto leggo le foto della Miller non sono solo un gioco estetico, ma c’è una militanza con la macchina fotografica, a Parigi durante la liberazione, poi nei campi di concentramento, quindi ha fatto del fotogiornalismo reale. Però anche dalla realtà Lee Miller e Man Ray riescono a dare meta significati, mantenendo la bellezza della posa, come la bella foto nella vasca da bagno di Hitler. Grazie per questa bella presentazione.
Elisabetta sei veramente brava nella tua ricerca che rende la storia molto variegata!
Grazie
Elisabetta, i tuoi articoli sono davvero illuminanti…c’ è qualcosa nel nome?
Grazie per avermi fatto scoprire questa donna, così moderna e anticipatrice. Amo la fotografia, che sa contendersi fieramente lo spazio con la pittura. Alcune fotografie sono equiparabili a dipinti e denotano una manualità che non ha nulla da invidiare a quella posseduta dai pittori.
Ancora grazie, Elisabetta.
Interessante e stimolante questo articolo su questa fotografa americana. Conosco molto bene il suo paese d’origine Poughkeepsie. Ho vissuto per un anno e mezzo in un paese vicino a questa località. È incredibile che, in quell’epoca, da una cittadina rurale e provinciale, questa donna abbia avuto la capacità e la fortuna d’allontanarsene e creare il suo mito di fotografa, modella ed ispiratrice di uomini famosi. Protagonista coraggiosa della sua vita, ottima interprete del sogno americano il “self-made woman”!