L’arte non è altro che l’espressione del nostro sogno; più ci arrendiamo ad essa più ci avviciniamo alla verità interiore delle cose”. Lo scrisse Franz Marc, straordinario pittore che assieme a Kandinskij fondò “Der Blaue Reiter”, “Il cavaliere azzurro”. Il loro manifesto artistico è anche un codice del colore che rapisce lo sguardo e la mente. Il Blu rappresenta spiritualità e virilità e per noi osservatori l’infinito collegamento tra mare cielo e terra. Un vortice che come un’onda si espande all’infinito, è la sensazione che provo guardando il meraviglioso Blu delle opere di Eleonora Bottecchia, giovane artista di grande spessore, in questi giorni impegnata per la prima edizione del Premio Internazionale Vittorio Sgarbi che ha aperto i battenti lo scorso 29 ottobre a Ferrara presso il Centro Fieristico e Congressuale.
Più di seicento opere dall’Italia e dall’estero. Riconoscimento unico nel suo genere, un autentico grande raduno culturale articolato in varie sezioni: pittura, scultura, fotografia, videoarte”.
Eleonora in questi giorni sei stata impegnata totalmente nella nuova avventura artistica, ci racconti le tue emozioni?
“Esporre e far parte degli artisti scelti per la prima rassegna d’arte che porta il nome del Professore Sgarbi, è stata una grande emozione e un grande onore. Il Premio Internazionale alla prima edizione, è stato inaugurato il 29 ottobre a Ferrara dal professore Sgarbi: duemila metri quadrati, con opere da tutte le regioni d’Italia e dall’estero, selezionate su oltre settemila richieste di partecipazione, sinceramente io non pensavo di essere tra i selezionati e di poter accedere alla grande esposizione di Ferrara”.
Come artista puoi raccontarci qualche sensazione legata al progetto di Sgarbi che è sicuramente una novità assoluta
“Il professore lo abbiamo sempre seguito mentre analizza le opere dei più grandi artisti e quelle degli artisti marginali, di prossimità, interstiziali e nelle sue scorribande storiche quando ci descrive il lavoro e la vita di un artista in relazione al suo tempo. Ma non abbiamo mai visto, almeno fino ad ora, il suo nome associato a un premio artistico”.
Così il critico d’arte ha spiegato la genesi dell’evento: “Un premio dedicato al mio nome, il mio nome per molti è ragione di critiche rispetto a posizioni che possono sembrare dure, per altri invece è il nome di una persona che ha amato l’arte con infinita tenerezza cercando l’arte anche nei luoghi più remoti. Quindi il Premio Vittorio Sgarbi è il premio dedicato a chi condivide questa visione dell’arte come sostegno alla vita”.
Sandro Serradifalco di EA EFFETTO ARTE, ideatore e curatore della manifestazione, ha rilevato come questo progetto abbia lo scopo di promuovere e sostenere l’arte contemporanea.
Eleonora, conosciamo bene la splendida ricerca stilistico espressiva del tuo Blu, ma immagino che ogni evento sia carico di aspettative e nuove emozioni
“Per me è stata un’esperienza unica, non solo per la caratura dell’evento ma anche per l’altissimo livello degli artisti presenti. Confesso che ho vissuto la vigilia con tanta tensione e con le farfalle allo stomaco per un po’ di giorni”.
Quali opere hai esposto?
“Le marine scelte dal Comitato Scientifico, presenti al Premio Vittorio Sgarbi sono: Riflessi Blu Capri e Cala Luna light blue. Due sculture molto intense che rappresentano il mio stile legato indissolubilmente al mare e al Blu a cui sono votata. La prima è un omaggio a Capri dove ho idealmente plasmato un’onda pensando ai riflessi della Grotta Azzurra, mentre la seconda parla dell’acqua marina colore smeraldo di Cala Luna, una delle più belle spiagge della Sardegna”.
Come nasce questa magica affinità con il Blu e quali sono gli artisti che ti hanno ispirata?
“Da bambina sono sempre stata attratta dal Blu, ricordo di aver passato pomeriggi a fissare l’immagine dei Cavalli Azzurri di Franz Marc, ma la mia icona è sempre stata Dalì, lo amo in assoluto.
L’arte mi ha dato l’opportunità di un incontro straordinario alla Biennale di Milano dove ho conosciuto il figlio Josè Dalì, un grande maestro che stimo tantissimo e che porta con sé l’essenza e il genio del padre”.
Chi è Eleonora e perchè il blu
Eleonora Bottecchia è originaria di Conegliano, il suo percorso luminoso nel cuore del nordest ha attraversato Milano, Miami, Roma, Venezia. Da quando un giorno ha deciso di partecipare alla Biennale di Milano non si è più fermata. Subito sono arrivati riconoscimenti e premi prestigiosi: International Prize Ambasciatore d’Arte, il prestigioso Jacopo da Ponte, il premio Pro Biennale Venezia.
Eleonora ambasciatrice in blu
Ci ha sorpreso e meravigliato con un’opera che è un omaggio alla sua bella terra baciata dal sole: “Le colline del prosecco Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità”. Grazie al suo talento è diventa ambasciatrice nel mondo di un luogo tanto amato racchiuso tra colline incantate.
Anche lei è un’incantatrice, grazie al Blu che utilizza nei suoi lavori. Blu come acqua, energia del mare, narrazione di vita.
A noi spettatori viene in mente il lapislazzuli, pietra usata dagli egizi, preziosa quanto l’oro e dalla quale si poteva ottenere il blu più pregiato. Le uniche miniere conosciute erano in Afghanistan, per secoli il commercio fu prerogativa dei mercanti veneziani. Era il Blu tanto desiderato dai grandi artisti come Giotto e Michelangelo.
“Per me l’arte è narrazione” ha confidato Eleonora
Dipinge al sole, sull’erba e scalza, usa le mani al posto dei pennelli. Plasma le sue opere unendo il colore alla forma scultorea, una materia in movimento come le onde del mare, che sprigiona energia e vibrazioni come i titoli dei suoi lavori: “Onda, Fronde Marine, Il Respiro del Mare”.
L’evento
L’evento inaugurato da Vittorio Sgarbi, Edoardo Sylos Labini e Sandro Serradifalco ha rappresentato un passaggio importante per tutti gli artisti, compresi quelli fuori da qualunque circuito o protezione, un premio internazionale unico nel suo genere. Ferrara è una città magica, luogo metafisico dove gli incontri possono cambiarti la vita, come avvenne per un giovane Filippo de Pisis che nella sua città natale incontrò Giorgio De Chirico e il fratello Alberto Savinio.
Eleonora in blu
In questa stupenda città abbiamo scoperto i segreti e le emozioni profonde di un’artista come Eleonora Bottecchia, condividiamo con lei la passione per il Blu in tutte le possibili sfumature, per Kandinskij rappresentava l’infinito e la nostalgia della purezza, per Cézanne doveva essere inserito in ogni quadro perché faceva vibrare gli altri colori.
Non conoscevo questa artista. L’articolo mi ha incuriosito e sono andato a vedere alcune opere ingrandite sullo schermo del PC. Veramente un blu che prende. Artista interessante.
Dott.ssa Elisabetta, prima di tutto concordo sull’affermazione che Ferrara sia una città magica, al Teatro Comunale ha lavorato un grande artista Claudio Abbado, capace di dirigere e proporre l’opera lirica in modo sublime. Poi Giorgio Bassani con i Finzi Contini, ma anche i Coen una dinastia di Ebrei che ho studiato all’università perché il mio illustre professore Walter Angelini, oramai defunto, ma vivo nel mio ricordo, ad ogni esame voleva qualcosa su Ferrara. Il Prof. Vittorio Sgarbi ha intrapreso una bellissima iniziativa in favore di artisti contemporanei e sull’arte emergente. Stimo molto il Prof. Sgarbi, così come lo adorava mia madre, quindi credo che questa grande selezione sia utile all’arte moderna, consolidando il valore artistico di queste opere che ancora non hanno un posto in letteratura. Mi complimento con l’artista Eleonora Bottecchia, anche se, per mia ignoranza, sono ancorato al semplice figurativo, però questi quadri, come appaiono dalla foto sono carichi di colori, caldi, coinvolgenti e “appariscenti”. L’intervista è interessante e valorizza sia il personaggio, sia il premio Sgarbi. Complimenti per il bellissimo articolo.
Eleonora Bottecchia, chi è costei, viene da dire, dopo aver letto il bellissimo articolo di Elisabetta Pasquettin. La coinvolgente narrazione del mondo della giovane artista, con i riferimenti epocali di artisti famosissimi,coinvolge pienamente il lettore. Come al solito Elisabetta ha il dono di una presentazione completa ed esauriente che invita ad essere partecipe dell’evento. Complimenti per l’ennesimo regalo.
Non conosco le opere d’Eleonora Bottecchia. Questa giovane artista che ha ottenuto un premio così importante, considerando che il promotore di tale evento è Vittorio Sgarbi, deve sicuramente avere un talento ed una creatività singolare. Elisabetta Pasquettin, che illustra cosi dettagliatamente il percorso artistico di questa scultrice, ci dà notizia che ama moltissimo il pittore surrealista Dali’, pittore che in un’instancabile fantasia rinnova nel campo del soprannaturale e del mistico l’originaria carica emotiva del sogno e della surrealta’. Quindi… Ad Maiora!