I teatri sono tornati ad accogliere i loro spettatori a capienza piena e il mondo dello spettacolo si sta lanciando verso un 2022 che si pone l’obiettivo di tornare definitivamente alla normalità. Gli appuntamenti in programma per il nuovo anno sono tanti e tra questi emerge sicuramente il “Casanova” di Red Canzian, musical che partirà il 21 gennaio dal Teatro Malibran di Venezia.

Con “Casanova Opera Pop” Red Canzian, che ha lavorato alla realizzazione per tre anni, riscopre la figura dell’avventuriero, dell’uomo di cultura e non solo del conquistatore, cercando di raccontare al pubblico il personaggio a tutto tondo e immergendolo nella Serenissima Repubblica veneziana del Settecento.
Come nasce “Casanova Opera Pop”?
“Per me rappresenta il frutto di un lavoro di tre anni. La pandemia ci ha chiuso in casa e mi ha dato il tempo, la calma e la possibilità di concentrarmi su questa opera. Penso che ciò che abbiamo prodotto sia molto più grande di quello che ci aspettavamo e, aggiungo io, anche più bello di quello che sognavamo. “Casanova Opera Pop” attraversa dalla musica al teatro, passando per le scene, i costumi e le visioni immersive di Venezia che ho realizzato al computer lavorandoci per più di un anno.

Ho ricostruito la Venezia del Settecento e l’ho fatto con l’aiuto di compagni di viaggio come Stefano Nicolao, uomo da sette nomination all’Oscar per i costumi storici da lui realizzati, con Massimo Checchetto, scenografo della Fenice, con Fabio Barettin, light designer sempre della Fenice, con l’Orchestra Filarmonica di Padova e del Veneto, e, soprattutto, con Chiara e Phil, i miei figli, e mia moglie Bea, perfetta organizzatrice e con una visione della produzione molto attenta, frutto di tanti anni di lavoro, sempre al mio fianco. Con l’ombra della pandemia ancora presente, molti ci avevano consigliato di fermarci e aspettare, ma ha vinto la voglia di ripartire e di essere i primi a ritornare in scena con un’opera tutta italiana. Volevamo fare una grande spettacolo, ed è venuto grandissimo”.
Cosa rappresenta Casanova per Red Canzian?

“Ho letto tanto sul personaggio e l’ho sempre trovato molto più affascinante di come viene valutato nell’immaginario collettivo. Spesso purtroppo si pensa a Casanova come un donnaiolo impenitente, ma questa era solo una delle sue tante passioni, che andava ad aggiungersi all’arte, alla filosofia, alla poesia. Era un uomo di cultura che girava le corti più importanti d’Europa ed era richiesto da tutte le figure più famose dell’epoca, tanto da essere amico, e forse amante, di Madame de Pompadour, la vera padrona di Francia ai tempi di Luigi XV. Casanova non era certamente solo quello che andava a rubare le fidanzate agli altri”.
“Casanova Opera Pop” debutterà a Venezia e continuerà il suo tour in Italia. L’estero è un obiettivo?
“Certamente, Casanova è un nome esportabile e il mio obiettivo è proprio portarlo nel mondo. Nelle prime trenta date, in programma in tutta Italia tra gennaio e marzo, inviteremo grandi manager a vedere lo spettacolo. Verranno dall’Europa e dall’America, dalla Cina e dalla Corea del Sud e anche dalla Russia. Milioni di turisti fanno il giro del mondo per vedere Venezia, noi, portiamo la Venezia del Settecento a teatro, e a casa loro”.
L’artwork del manifesto è ad opera del grande Milo Manara

“Già, Milo Manara quarantacinque anni fa collaborò con Fellini sul suo film su Canova e l’idea di una sua partecipazione al mio progetto mi esaltava. Sono quindi andato a casa sua e, durante una chiacchierata durata un intero pomeriggio, gli ho fatto ascoltare le musiche, mostrato le immagini immersive di Venezia che avevo realizzato e raccontato tutta la storia. Alla fine ha accettato e il lavoro finale che ci ha consegnato è uno splendido e cinematografico abbraccio tra Casanova e Francesca, del quale sono molto fiero. Dopo Fellini, Milo Manara ha scelto il mio Casanova”.
Il mondo dello spettacolo si sta riprendendo: è soddisfatto delle decisioni prese?

“Siamo stati i primi a chiudere e stiamo riaprendo a capienza piena soltanto adesso. Dobbiamo tener presente che la gente deve riabituarsi a tornare a teatro. Probabilmente andava data una maggiore fiducia già da prima, anche se, per paura di una nuova ondata, le autorità hanno preferito aspettare. La prudenza non è mai troppa, ma sono felice che il mondo dello spettacolo sia tornato a disporre di tutto il suo pubblico, sebbene ancora con le mascherine”.
Una delle sue grandi passioni è la pittura, riprenderà la mostra “Grandi 100×100”?
“Adesso è ancora un’idea sospesa, ma grazie a questo musical è come se avessi continuato a dipingere. In questo periodo ho fatto di tutto, dal seguire con mia moglie la costruzione delle scenografie al modificare alcune di queste in prima persona. Come è successo di recente, che mi sono messo a dipingere i remi delle gondole, modificandone il colore, in una cura estrema dei particolari… li avevano fatti marroni, ma i remi delle gondole sono neri”.
Ph: Jarno Lotti