In un momento in cui il tema del Green Pass è al centro di tante polemiche abbiamo intervistato rappresentanti dei diversi settori. Si tratta di eccellenze nel loro campo e spiegano in maniera approfondita quello che può accadere.
Il medico: Il Green Pass è necessario
Dottor Paolo Scatamburlo

“In questo periodo di estrema confusione scientifica e nella rete web, qualche specificazione sembra opportuno farla su quello che sta succedendo in questo momento. Premettiamo che il problema più grande allo stato attuale è quella che viene soprannominata la “variante delta”, ossia quella variante del covid-sars-2 scoperta per la prima volta in India.
Questo tipo di virus ha la caratteristica di essere 10 volte più contagioso del primo ceppo e della variante Alfa, cioè le prime: in parole povere, per ogni contagiato se ne possono contagiare altri 10 (più della Varicella e di Ebola per intenderci) pertanto aumenta la possibilità di dare malattia grave in più persone. Si è visto, altresì, che il vaccino dà, per fortuna, copertura anche per questa variante. Nei paesi come l’America e l’Inghilterra, dove il piano vaccinale ha quasi raggiunto il massimo, i ricoveri in area critica hanno raggiunto il minimo storico e, sempre dalle ricerche epidemiologiche, si è visto che nei vaccinati il rischio di malattia grave si riduce dell’88,5 %, riduce di 27 volte la contagiosità, riduce di 25 volte la possibilità di entrare in area critica e riduce di 25 volte la possibilità di decesso.
Tra terapie al plasma (solo in casi gravi) alla necessità del vaccino
Dobbiamo inoltre sfatare il concetto che la terapia con Plasma iperimmune sia una alternativa al vaccino: la terapia con plasma iperimmune, è una terapia per persone in gravi condizioni e pertanto limitato ad un certo numero di casi. Il vaccino invece previene la malattia grave e di conseguenza la terapia con il plasma, cioè ci porta a non arrivare a questo tipo di terapia. E’ fondamentale, per capirci, questa sostanziale differenza tra curare e prevenire. Se non ci vaccinassimo e aumentassero a dismisura i casi di covid grave, non ci sarebbero abbastanza sacche (vi ricordo che è una donazione su base volontaria e solo una piccola percentuale di guariti dal covid ha donato plasma) e pertanto saremmo costretti, come già successo, a donarlo ad alcuni e ad altri no. Non esiste una quantità infinita di plasma.
Perchè il Green Pass
Per concludere, non potendo mettere in pratica l’obbligatorietà per le cure mediche (vaccino) se non per alcune categorie, si è pensato di attivare quello che oggi chiamiamo “Green Pass”, ossia un lasciapassare per alcune attività che potrebbero essere fonti di contagio (vedi ristoranti, cinema, sagre o comunque eventi che prevedono aggregazione) in modo tale da selezionare le persone già vaccinate o che hanno sviluppato naturalmente anticorpi, in modo da ridurre la progressione geografica della patologia suddetta.
Tra molte polemiche e manifestazioni contro questa applicazione la filosofia non è sbagliata: chi ha la possibilità di contagiare con maggior virulenza e ha maggior possibilità di essere contagiato e di occupare le aree critiche, parliamo dei non vaccinati, o non frequentano i luoghi previsti da decreto o devono dimostrare che non hanno contratto il virus tramite tampone. Rimane un solo legum vacuo: e coloro che hanno avuto il covid e hanno sviluppato gli anticorpi senza saperlo? In questo caso deve essere il legislatore a trovare una soluzione nella speranza che si raggiunga presto un equilibrio e una soluzione per arrivare presto alla conclusione di questa grande e devastante pandemia”.

Il ristoratore e il Green Pass: Ci diano gli strumenti per controllare
Luca Serpente, proprietario dell’Amelia Romana
“Si tratta dell’ennesimo accanimento verso la nostra categoria, che più di tutti ha pagato e sta pagando lo scotto di una sconsiderata gestione pandemica. Ho clienti che mi raccontano che durante gli spostamenti sui mezzi pubblici sono stipati come bestiame, chi controlla le distanze e Green pass? Dobbiamo noi ergerci a controllori delle persone che entrano i nostri ristoranti? Il governo deve assumersi la responsabilità di rendere obbligatorio il vaccino e non lavarsene le mani o impartire disposizioni a dir poco assurde.
Si al Green Pass ma con un aiuto del Governo
Noi ristoratori siamo stanchi: zero ristori e solo chiacchiere. Se la vaccinazione e il Green Pass sono la soluzione per tornare a una vita normale ben vengano. In merito al Green Pass, però, se dobbiamo controllare, ci forniscano almeno i sussidi e le strumentazioni per poterlo fare. Perché una persona dovrà controllare il documento (per cui o andrà assunta o dovrò utilizzare il personale) e per farlo ci vuole una strumentazione la cui spesa non può essere caricata su di noi”.
I centri sportivi: se è la chiave, sono favorevole
Fabio Sapori, proprietario del Green Garden, centro sportivo con palestre, piscine e spa

“È difficile esprimere dei concetti su norme fumose, contraddittorie, politiche, ma io cerco da buon cittadino rispettoso del prossimo di ascoltare la scienza. Sono vaccinato. Tutta la mia famiglia è vaccinata e penso che questa pandemia la si sconfigge solo attraverso i vaccini. Il Green Pass penso sia uno strumento che la politica ha messo in campo come al solito per non dire “dovete vaccinarvi” e comunque la vita di tutti i giorni prevede che le persone vaccinate o no convivano.
A favore delle vaccinazioni e del Green Pass
Allora bisogna far capire a quelli che non vogliono vaccinarsi che possono essere mezzo di trasmissione del virus. Peggio ancora se io vaccinato prendo il virus e sono asintomatico e lo trasmetto a loro siamo tutti fregati. Dovrei parlare dei trasporti, della scuola, delle palestre, dei supermercati, della vita di tutti i giorni, una vera torre di Babele. Ma dobbiamo essere fiduciosi e sperare nell’intelligenza del genere umano e non nella ignoranza che è peggiore della stupidità. Se il Green Pass e le vaccinazioni sono le chiavi per uscire dalla pandemia, personalmente sono più che favorevole”.
L’albergatore e il Green Pass: sì, ma deve essere uguale per tutti
Alberto Maschio, Presidente AJA e il Green Pass

“La gente continua ad avere fiducia e questo è un segnale importante e, allo stato attuale, non registriamo disdette. Il Green Pass è una delle possibili soluzioni per garantire lo spostamento delle persone e la possibilità per le aziende di continuare a lavorare. Certo, va tarato bene, non solo in una singolare Regione o Paese, ma deve essere uguale per tutti: deve essere Europeo, perché altrimenti crea disorientamento tra le persone e questo finisce per creare più danni. Ci vuole, quindi, chiarezza sull’applicazione negli hotel. Ancora una volta, infatti, riscontriamo poca chiarezza attorno alla norma e a volte neppure noi sappiamo cosa rispondere ai nostri ospiti, visto che anche chi ha scritto la norma non ha dato delle indicazioni chiare. Ci auguriamo che quanto prima ci vengano forniti chiarimenti, perché le richieste dei nostri ospiti sono quotidiane”.