Nelle Colline del Prosecco, da poco divenute Patrimonio dell’Umanità, ci sono delle belle storie di uomini e donne da scoprire e da raccontare, radicate in questa terra che riesce dare molto al cittadino e turista curioso. Entriamo in alcune delle tipiche e accoglienti trattorie e comprendiamo che i piatti che escono dalle loro cucine sono frutto di anni e anni di passioni di generazioni legate alla loro terra. Per quello i piatti sono sempre buoni! Questa settimana raccontiamo la storia di Antonio Rebuli, 86 anni, della Trattoria alla Cima di Valdobbiadene, nel cuore della produzione del Valdobbiadene Docg. Un posto accogliente, ricavato da un vecchio cascinale in una tenuta di frutteti e vigneti. Antonio esce da quella tipica famiglia contadina veneta, con terreni, animali da cortile e maiale.


Chi è Antonio
Alla tenera età di 12 anni Antonio perdeva il padre e dovette iniziare precocemente a fare le cose dei grandi. Lui, figlio maggiore di 4 fratelli, ha sempre avuto la passione ereditata da mamma Lorenza, quella della cucina e quella di avere un forte rapporto di socialità. Nel 1958 ha rilevato il locale, una bocciofila chiamata Al Boschetto. Qui si era specializzato nella preparazione degli “spunciotei”: gli ovetti con le acciughe, la pasta e fagioli, i “cicchetti”, il baccalà, la trippa e tutto ciò che si trovava (e si trova) nella tipica osteria veneta.
Arrivano i clienti
Così Antonio faceva felice i suoi sempre più numerosi e fidelizzati clienti. Il primo maggio 1969, nella Festa dei lavoratori, inaugurò – con la moglie Gabriella – la Trattoria alla Cima, nome preso proprio dalla località in cui si trova: Cima di Valdobbiadene. Un posto dove si va a mangiare i piatti della tradizione locale specializzandosi in particolare nella carne alla griglia, ma non solo quella. Antonio, negli anni 80, iniziò a elaborare i piatti della tradizione, cominciò ad assumere collaboratori nella sua trattoria.
Con Antonio entra Isidoro


Nel 1985 è entrato a gestire la trattoria il figlio Isidoro che, da sempre, è appassionato di vino. Una passione talmente forte che lo ha portato ai vertici nazionali per la promozione del vino.
Isidoro presidente della Strada del prosecco
Isidoro – lo dice con giustificabile orgoglio – è da sempre presidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene, la Strada del Vino più antica d’Italia. Una esperienza così bella che ha fatto da apripista alla realizzazione delle altre strade nazionali regolamentate ora da leggi e decreti. Insomma, i veneti possono essere orgogliosi di avere dei primati che superano altre blasonate regioni…
Ragioneria? No grazie
Isidoro aveva effettuato gli studi nella Marca diventando poi ragioniere, un lavoro che non gli piaceva. La sua passione era costituita dai vini e dalla cucina legata al valore del territorio. Non poteva far di meglio che incontrare nella sua vita la signora Grazia che divenne moglie e, nel lavoro, direttrice di sala. Isidoro e Grazia hanno due figli: Antonio (come il nonno e papà di Isidoro), 20 anni, frequentante la scuola alberghiera e Roberto, 17 anni.


Il cuoco di Antonio e Isidoro
Da ormai due lustri Antonio e Isidoro hanno un cuoco di grande rispetto: lui è Moreno Martini, esperienze a Singapore e in altre parti del mondo. Per poi ritornare nella terra del Valdobbiadene! La ricetta che Isidoro ci propone è legata al vino, non poteva essere diversamente!
La ricetta: Risotto al Valdobbiadene Superiore Docg, basilico e rapa rossa
Ingredienti (per 4 persone)
4l di acqua, 240g di riso, 500 ml prosecco, 40g rapa rossa, 100g di basilico, 30g olio di semi, 5 cubetti di ghiaccio, 70 g di acqua frizzante, 60g di burro, 120g di parmigiano, sale qb,1 carota, 1 cipolla, 1 sedano
Preparazione


Per prima cosa prepariamo il brodo. In una pentola versiamo i 4 litri di acqua fredda, mettere la carota, la cipolla, il sedano. Accendiamo il fuoco e facciamo sobbollire per almeno 30 minuti. A parte tostiamo il riso. Lo adagiamo in una pentola con un po’ di sale, accendiamo il fuoco e mescoliamolo, portandolo sino a quando non lo vediamo tostato. Stendiamo circa 50 cl di vino bianco e facciamolo asciugare. Nel riso poi aggiungiamo il brodo un poco alla volta, cucinando a fiamma alta per circa 12 minuti mescolando in continuazione. Poi aggiungere il restante prosecco e lasciamo asciugare per altri 3 minuti. A questo punto togliamo dal fuoco, aggiungiamo il burro e il parmigiano e, con l’aiuto di un mestolo, mantechiamo bene. Serviamo il risotto ben caldo.
Complimenti sempre un grande relatore . Con belle storie di realtà poco conosciute . Di nuovo complimenti.