Il nome dell’ex Presidente della BCE Mario Draghi come Presidente del Consiglio di un Paese, come l’Italia, che si trova nel cesto delle incertezze e preoccupazioni, sta riecheggiando nei corridoi delle cancellerie sia dell’Organizzazione dell’UE, sia degli Stati membri. Agli occhi della vecchia Europa, Draghi, con una salda caratura sul piano internazionale, rappresenta un pilastro, nonché un fattore di equilibrio per riportare l’UE e alcuni Stati membri sulla scia dell’unico binario comune.
Perché Mario Draghi
È ben noto il ruolo che Draghi ha avuto durante il suo mandato nella Banca Centra Europea con l’adozione del Quantitative Easing : cioè l’acquisto di titoli di stato e di altro tipo dalle banche per immettere nuovo denaro nell’economia europea. Ha incentivato i prestiti bancari verso le imprese aiutando molti Stati della zona euro, compreso il nostro Paese, a rialzarsi per non finire in un vicolo cieco.
Una garanzia
La scelta del Presidente del Consiglio incaricato Draghi è considerata la valvola di garanzia per l’ottenimento di sostegno economico-finanziario dall’Unione, ma in maniera reciproca deve assicurare che si dia inizio alla stagione degli investimenti e a quella delle riforme per portare fuori l’Italia dalla stagnazione che dura ormai da molti anni; la strada è ardua e tortuosa.
Mario Draghi al comando
Mario Draghi di certo sarà il nuovo comandante della nostra nazione che guiderà verso la modernizzazione a favore dell’economia nazionale, della stabilità dell’euro e per il rilancio politico dell’intera Unione. La figura di Draghi potrebbe portare benefici sull’Italia, riportando quest’ultima a livello di primo attore sul palcoscenico europeo. Qualora questo progetto non decollerà, allora sia il ruolo italiano nel contesto dell’UE apparirà debole, marginalizzato, sia la stessa Unione riterrà il nostro Paese non più credibile. Situazione che noi tutti, ovviamente, speriamo non accada. La ricaduta potrebbe, infatti, sarebbe peggiore del tentativo di tornare al posto che l’Italia si merita.